Capitolo 13

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                                                                                                 KELTHA

Sono con la signora a fare la spesa. Qualche oretta fa le ho chiesto se fosse possibile comprarmi qualcosa. Ed eccomi qui, a prendermi ''qualcosa''. Avventurandomi tra gli scaffali del supermercato trovo la famosa farina 00.

Dovrei aver tutto nel carrello. Ripenso agli ingredienti attentamente quando la mia concentrazione viene catturata da Charlotte che parla con una sua amica.

Al primo istinto mi giro per andarmene. Il secondo invece è fermarmi perché mi ha appena chiamata.

Mi avvicino a lei lentamente ricordandomi le regole che mi sono assegnata se desidero ancora campare. Il suo gioco è molto semplice.

All'inizio fa la finta amica.

«Buongiorno, ma quanto stai bene oggi» sfodera il suo più grande sorriso mentre batte i palmi delle mani in segno di stupore.

Qui parte la prima regola: stai al gioco.

«Grazie cha! Ma anche tu non scherzi... sei uno splendore!» Dico con la sua stessa energia mentre sfodero il sorriso più finto ma realistico fatto nella mia vita.

Dopo cerca un modo per iniziare la manipolazione.

«Che ci fai qui in questa meravigliosa giornata?» l'amica la guarda sconvolta, stupefatta dal disturbo che sicuramente ha ma che i medici ancora non sanno che esiste.

Seconda regola: multipla scelta. Qui posso decidere se rimanere per capire cosa ha in mente per la testa oppure chiudere il discorso uscendo di scena

«Nulla di particolare... te che mi racconti?» chiedo fingendo curiosità. L'argomento sta diventando acerbo.

Adesso inizia la sua manipolazione.

«Sai ti racconto una cosa un po particolare...» sussurrando si avvicina a me. Trattengo le risate quando anche l'amica cerca di aggregarsi a noi ma Charlotte, per allontanarla, le strattonò il braccio.

«Ho saputo che vi state frequentando» un brivido mi sale lungo la schiena e d'istinto mi allontano dal serpente di Adamo e Eva.

«Tu e Dylan»

Arrivata alla destinazione.

«Sai ieri vi ho visti in quel ristorante... e quindi pensavo che tra voi ci fosse un qualcosa.»

Ho l'impulso di dirgli anche che oggi andrò da lui per preparare la pizza.

Terza regola: Farla uscire dalla sua pista.

«Certo come no! Ma che hai capito, Cha.» Fingo una risata e ci riesco talmente bene che mi esce qualche lacrima dagli occhi.

Quarta regola: Mentire, Mentire e Mentire.

«Siamo semplicemente amici, i miei genitori conoscono i suoi e abbiamo buoni rapporti»

Lei sicuramente sa che i suoi genitori lavorano all'estero ma non sa che la mia famiglia praticamente è sparita tanto tempo fa.

Nel suo volto avverto una situazione di disagio perché oltre ad averla fatta uscire dalla pista ho creato un certo imbarazzo. Come se lei, tra noi due, fosse quella pazza qui.

Quinta regola: uscire di scena.

«Mi piacerebbe intrattenermi ancora con te ma devo proprio andare» fingo tristezza mentre la saluto e raggiungo la signora che è alla cassa ad aspettare la fila. 

Sognare oltre il destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora