Capitolo 11

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                                                                                              KELTHA


«Pronto Aaron, sono Keltha»

Riuscì a chiamarlo, certo ma cosa avrei dovuto dirgli.

«Cé ne hai messo di tempo» mi rimproverò in modo allegro.

«Che antipatico. Avevo da fare.» mi giustificai girando in ansia per il bagno sentendo tutti i miei passi e le risatine dietro la porta.

«Come stai?» chiese ora serio e io mi fermai davanti allo specchio consapevole che mi dovevo dare una calmata.

Le chiamate non fanno per me.

«Non mi lamento, te invece?» mantenni il discorso, peccato che è la terza volta che lavo le mani senza accorgermene. Ripresi il telefono dalle mensole di bagnoschiuma dopo esseremi asciugata i palmi.

«Bene, grazie»

«Keltha ti andrebbe di uscire uno di questi giorni...solo noi due, così possiamo conoscerci meglio.»

Mi passai una mano fra i capelli e mi sedei per terra.

«Certo, sarebbe fantastico»

Non credo che un'uscita tra futuri amici farebbe male, anzi come dice lui è un modo per conoscerci meglio soprattutto perché fra di noi c'è una certa sintonia.

«Andiamo a un ristorante di fiducia, giusto per non rischiare?» chiese e io annuisco.

Mi andava bene «dopo ci accordiamo per il giorno» affermai e dopo esserci salutati chiusi la chiamata.

Missi il telefono nella tasca poi andai vicino alla porta per aprirla e Daila e Jessica che stavano per cadere.

«Contente?» sbuffai facendo la finta infastidita.

«Keltha, Aaron l''ho cercato su insta, è un bonazzo» replica Daila poggiando entrambe le sue mani sulle mie spalle.

«Jessica di qualcosa» lo sprona Daila con una leggera gomitata.

«è una grande opportunità» commenta Jessica cercando di dare appoggio a Daila ma si intuiva che poco gli importava.

Torniamo nella camera di Daila e dopo aver finito i compiti ognuno per conto proprio cominciarono a fare domande più approfondite sulla questione precedente.

«Keltha ma a te ti piace?» chiese Daila ritornata dalla cucina con qualche snack e bibite gasate. «Daila... è la seconda volta che mi fai questa domanda fidati che la risposta non cambierà alla terza» dico e Daila sbuffa «Dovrebbe invece» si siede sul tappeto beige accanto a noi. Jessica è distratta con il telefono e non sta neanche mangiando quello che ha portato la nostra amica.

«Je... va tutto bene?» chiedo e lei alza il capo, ci fu un momento di silenzio e poi rispose che aveva mal di testa e che quindi preferisce stare un po nelle sue.

«Quindi Keltha...» Daila riporta l'attenzione nel discorso che volevo evitare a tutti i costi possibili. «Secondo me Aaron ha interesse per te» afferma e prima che potessi rispondere jessica ci propone di andare a fare un giro.

Ma non stava male?

La camminata per andare al bar vicino casa fu molto silenziosa e noiosa e no, non perché Daila si rese conto che aveva stancato ma Jessica dopo un po l'aveva azzittita. Forse era meglio così, Aaron è un bel ragazzo, un grande lavoratore e un simpatico e sì con le donne ci sa fare e come ma, a mio malincuore, non ho quel tipo di attrazione. Una semplice amicizia tra un ragazzo e una ragazza, non capisco perché la gente fa film mentali quando non ci sia nulla di romantico.

Detto questo, nel momento di silenzio tombale con il suono di sottofondo dei nostri respiri arriviamo al bar e io prendo una bellissima spremuta di arancia.

«Allora Je... mi vuoi dire cosa c'è che non va?» Daila si appoggia i gomiti sul tavolo e finalmente Jessica alza gli occhi dal telefono.

Non rispose. Semplicemente la guardò male per poi ritornare alla sua comfort zone di prima.

Daila parlò del suo nuovo ragazzo e io la ascoltavo. Certo, non avevo alternative ma era interessante sapere che è un '' cucciolo di panda'' oppure la mia frase preferita '' è l'amore della mia vita'' .

Mi chiedo come faccia a parlare così sicura su di lui, metti caso che mentre stai dicendo tutte queste cose '' dolci e che fanno venire il diabete" lui la stia tradendo. Non ne può essere sicura. E in qualità di amica gli ho detto tutto ma lei ha proprio i prosciutti alle orecchie. Caso perso. Affonderà come il Titanic ne sono certa.

Il pomeriggio con loro passò molto velocemente ma Jessica non cambiò il suo comportamento di una virgola. Guardo il telefono e sono le otto di sera e questo mi induce che sono stata almeno un ora se non di più sotto la doccia. Non importa, non avevo nulla da fare. Riattivo il wifi e controllo le notifiche del telefono. «Due chiamate...una di Dylan e l'altra di Aaron» sbuffo a bassa voce tenendo il telefono con una mano invece l'altra è impegnata ad asciugare i capelli con l'asciugamano.

«Pronto» dice l'altra voce del telefono.

«Hey, mi hai chiamata, ricordi?» faccio presente con una risatina mentre mi dirigo a prendere il fono.

«Si ricordo, era per chiederti il prossimo giorno in cui ci incontriamo nuovamente»

Ci penso un momento, in effetti questa settimana non ho tanti impegni ma non ho voglia di fare assolutamente nulla.

«Fammi pensare un secondo» gli dissi per non farlo pensare che è caduta la linea o che sono caduta io.

Mi metto comoda sulla sedia della mia scrivania con il fono nel il mio palmo.

«Vediamo domani...» propongo un po' incerta come se avessi mille impegni immaginari.

«Allora andiamo per domani, verso le 15 va bene?» chiede di fretta.

Io in verità stavo pensando al giorno possibile mica gli chiedevo se domani andasse bene. Ovvio che non va bene, ma ora chi torna indietro?

«Va benissimo» Dico con finta approvazione alzandomi dalla sedia per mettere la presa del fono nella presa. Ci ripenso alla risposta che ho dato e comprendo che oltre aver bisogno di uno psicologo anche una vacanza.

Dopo pranzo no, io appena finisco di mangiare ho sonno.

«Allora Keltha a domani, buona serata» dice l'altra persona dall'altra parte del telefono.

«A domani, Dylan buona serata.»

Chiude la chiamata, andava proprio di fretta e anche io dovrei perché i capelli non si asciugano da soli e i compiti non si risolvono da soli.

Chiamerò Aaron domani.

Sognare oltre il destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora