Capitolo 12

13 3 2
                                    


                                                                                             KELTHA


Sento il sole che mi copre il volto nel letto con i suoi raggi ancora delicati. Apro gli occhi ancora assonnata spostandomi dall'altra parte del letto per prendere il mio telefono e disattivare la sveglia. Non ho voglia di andare a scuola ma la sensazione di aver completato la settimana senza assenze è gigantesca. Faccio per alzarmi per controllare l'orario mentre un piccolo sbadiglio mi fa socchiudere gli occhi.

«Sono solo le 9 del mattino...» sbuffo tra me e me alzandomi dal letto per andare allo specchio. Osservo i miei capelli corvini che nella notte avevano subito tipo una fulminata.

Scendo di sotto per preparare la colazione ma la signora era sulla balconata della cucina a braccia a consette osservandomi. La noto per un momento augurandole il buongiorno che lei non ricambiò neanche per scherzo e presi successivamente il mio caffè e i cereali al miele.

Peccato che da seduta mi sentivo osservata intensamente quindi decido di parlare.

«Mi spieghi qual è il problema?» le chiedo ora osservandola in piedi ancora più vicina al tavolo.

Sbuffa. «Che ore sono?» dice con il dito che tocca ripetutamente l'orologio sul suo polso.

«Sono le 9» le rispondo a mia volta alzandomi dalla sedia per prendere un fazzoletto.

Ci fu un momento di saspens tra me e lei dove si sentiva solo il rumore delle mie ciabatte da unicorno mentre toccavano il pavimento con ogni mio passo e successivamente il rumore di quando ho soffiato il naso.

«Ma ti rendi conto che è venerdì e sono le 9?» sospira ormai rassegnata da non so di preciso cosa.

«Sì, non capisco dove vuoi arrivare» gli faccio presente mentre tiro fuori il telefono per rispondere ai messaggi di Daila: '' dove stai?'' e '' Oggi vieni a scuola?''.

Cosa gli ha preso a tutti oggi?

«Voglio arrivare Keltha...» mette i palmi delle mani sul tavolo per sedersi «Che sono le 9 e tu a quest'ora dovresti essere già a scuola» afferma sospirando nuovamente portando un braccio sulla fronte rassegnata.

Ci penso un momento.

Ci penso ancora.

O cazzo.

«Oddio» mi porto una mano davanti alla bocca stupefatta di come io sia così scema la mattina.

«E ora...» inizio la frase per capire se vado a scuola oppure no.

«E ora niente Keltha, stai a casa » dice alzandosi dalla sedia «un po di riposo ti farà bene».

Il mio primo pensiero è rispondere a Daila, presi il telefono e digito la seguente frase : ''Non ho sentito la sveglia:), oggi relax.''

Il mio secondo pensiero invece è chiamare quel cristiano di Aaron.

«Buongiorno Aaron sono Keltha» lo saluto camminando a passo lento per la stanza.

«Keltha buongiorno anche a te. Ti posso richiamare che ora sto guidando»

«Va bene» dico e lui chiude la chiamata.

Il terzo pensiero è rispondere nuovamente a Daila perché ha risposto al mio messaggio, quindi gli scrivo: '' sì dopo mi racconti del tuo ragazzo, e no, non farò la terza incomoda solo perchè ti senti a disagio nel stare da sola con lui in mezzo alla gente''. Digito veloce i tasti del telefono per poi lasciare il telefono sotto carica.

Sognare oltre il destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora