Cherry Pov's || Chapter 2
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«Hai un viso conosciuto, sento di conoscerti già, Cherry. È da ieri sera che ho in mente i tuoi occhi, mi sono familiari.»
La sua frase mi lascia di sasso, non è possibile. Io di sicuro mi ricorderei di lui, non sarebbe umanamente fattibile dimenticare un viso così. Dovrei soffrire di Alzheimer, in stato talmente avanzato da non riconoscere neanche mia madre.
Scuoto la testa, sopraffatta da molti pensieri contrastanti. Alcune goccioline d'acqua mi cascano sulla pelle della schiena e mi fanno sussultare per il contatto dell'acqua fredda; tutta colpa dei capelli, ora raccolti in un'acconciatura scomposta, che ho deciso di lasciare bagnati, visto il poco tempo che avevo a disposizione per farmi la doccia.
"Ma perché ho deciso di farmi una cazzo di doccia?"
"Ah, si. Forse perché puzzavo di alcool."
«Io non ho proprio idea di cosa ti ricordi. Non ti conosco. Non ho alcuna memoria di te.» Non avevo mentito. Non avrebbe avuto senso, dopotutto. Mi chiedo chi sia questo Sebastian, sono così curiosa di approfondire l'argomento. Se veramente mi ha già vista in passato saprà darmi qualche informazione in più, anche se pure i suoi ricordi mi sembrano piuttosto offuscati. Magari mi ha solo confusa con un'altra, è possibile.
«Eppure ho questo presentimento. Neanche io saprei dirti quando o perché, sò solo che il tuo viso l'ho già incontrato da qualche parte.» Risponde, in sua difesa. Sembra convinto, estremamente sicuro dei suoi ricordi pur non avendoli del tutto lucidi. Potrebbe apparire quasi come una dichiarazione da stalker, però, magari, come è più logico che sia, mi ha semplicemente vista in giro in città; ormai vivo qui da una vita, direi più di quindici anni, sarebbe stupido pensare di essere stata perseguitata fino ad adesso.
"No, è improbabile, se non del tutto impossibile. Cherry, non sei al centro dell'attenzione del mondo. O si sta sbagliando o ti ha vista in giro per le strade, non crearti stupide paranoie infondate solamente perché è tremendamente bello e ha l'aria dannata. Non è un fottuto killer e questo non è un film."
«Non so.» Alzo le spalle, in un gesto semplice e spontaneo, non ho idea di cosa pensare. Potrebbe anche essere che lui sia cambiato nel tempo, forse veramente ci siamo già conosciuti, eppure il suo nome non mi dice niente. "Cherry, devi smetterla!" Non ho mai avuto nessun compagno di classe che aveva questo nome, nessun amico, nessuna conoscenza lontana... e se semplicemente non mi ricordo, può darsi?
La mia mente mi ha giocato uno scherzo così terribile?
"Sono un caso umano, la mia testa è a posto. Sono io la fissata."
«Vivi in città?» Mi affretto a chiedere, bevendo tutto d'un sorso il caffè di cui avevo tanto bisogno. Amaro, come al solito. Una boccata d'aria nuova per i miei polmoni e una spinta in più per il mio corpo. Espiro e inspiro, non riesco a fare altro. «Sì, certo. Da qualche tempo a dire il vero.»
"Caso risolto, mi ha vista in giro. Questa cittadina è davvero piccola."
Sorrido senza aver più nulla da dire, non sono mai stata molto loquace, lo so, però neanche così tanto silenziosa. Il silenzio mi mette in soggezione soprattutto se è condiviso con qualcuno che sostanzialmente non conosco. E questo momento ne è proprio l'esempio plateale, l'esatta situazione in cui mai vorrei trovarmi.
«Cherry, io penso di dover andare a casa. Devo occuparmi di mia sorella, prima che mio fratello esca per gli allenamenti di pallavolo e, sai benissimo che lui non si fa scrupoli a lasciare una bambina di cinque anni da sola.» Mi avverte Amelia prima di prendere le chiavi della macchina dal bancone in marmo su cui ero sdraiata a inizio mattinata, ormai sono già le dodici passate, quasi l'una di pomeriggio. Mi immagino Nola, la piccola sorellina della mia migliore amica, con la casa a disposizione per poter mettere tutto a soqquadro. Steph -Stephen, il fratello muscoloso di Amelia- non è del tutto il ragazzo più responsabile che io abbia mai conosciuto, però è schifosamente bello.
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THE DELIRIUM: I Can't Talk About You
RomanceLa vita di Cherry non é mai stata la migliore, ma lei ha sempre deciso di farsela bastare come meglio poteva. Una vita piena di restrizioni e gabbie, che lei stessa non sapeva come eliminare senza preoccuparsi di tutto ciò che al di fuori della sua...