• || We Are Three?

410 10 2
                                    

Cherry Pov's || Chapter 9

⋅•⋅⊰∙∘☽༓☾∘∙⊱⋅•⋅

«La paura ti è utile. Il panico ti uccide.»
~ ROB O'NEIL

Mi ha lasciata da sola in stanza. Da sola nel suo enorme appartamento. Scaricandomi con la scusa: "vado a chiamarti la causa dei tuoi prossimi problemi". Non so chi aspettarmi, la persona che piú mi appare logica nella testa é la figura di mio padre, che ormai già so essere coinvolto in tutta questa faccenda.

Ma non faccio altro che avere il forte sospetto che non sia lui la mente dietro questo piano, "che motivo avrebbe avuto per volermi provocare questi problemi?"

Quando Meredith, mia madre, ha testimoniato contro le atrocità che ci infliggeva io non c'ero. Non ero neanche stata coinvolta. Ero troppo piccola, secondo il giudizio di mia mamma, per poter essere messa davanti ad una giuria di un tribunale. L'avvocato che seguiva il nostro caso, non aveva obiettato, ci aveva supportate e, stranamente, aveva consentito addirittura alla volontà di mia mamma di non farmi entrare in quella stanza, dove si sarebbe svolta la congiura di mio padre.

Avevo quattordici anni quasi quindici, quando lui era stato messo dentro, in carcere. Precisamente quattro giorni prima del mio quindicesimo compleanno, il compleanno che avrei dovuto festeggiare all'estero, a Parigi.

Ma eravamo tutti così scombussolati che rimandammo inevitabilmente. Io, dopo la scomparsa di mio padre, non riuscii a fare niente, non riuscivo ad abituarmi. Mi sembrava impossibile.

La torta che la mamma di Amelia mi portò per la piccola festa che avevamo organizzato a casa nostra era al cocco con aggiunta di lamponi e farcita di crema al cioccolato bianco. Con un grosso "Auguri Cherry" scritto sopra con il cioccolato al latte e, due candele, un "1" e un "5".
La mia preferita in assoluto. Ma ero talmente sconvolta, tanto che la sera stessa, mi trovai da sola nel bagno della mia stanza, mentre mamma dormiva, a vomitare.

"Mio padre, perché avrebbe dovuto scomodarsi così tanto per venirmi a cercare? Vuole forse finire ciò che ha iniziato?"

Ma adesso sono qui, con non so chi.

Mi chiedo con quale coraggio Sebastian mi abbia lasciata senza supervisione nel suo appartamento. La prima cosa che mi viene in mente è cercare una via di fuga, ma solo adesso mi rendo conto che in questa stanza non ci sono finestre. Neanche una. Tutto tappato da muri spessi. Girovago nelle altre, la prima è un piccolo sgabuzzino dove ci sono un sacco di prodotti per la pulizia della casa. Immagino sia una stanza per il personale, non ce lo vedo quel barista mezzo criminale a fare i "mestieri". Poi trovo un bagno, munito sia di vasca ad angolo che di una doccia spaziosa. Tutto sui toni del grigio metallo come il resto della casa che inimmaginabilmente è piuttosto accogliente. Accedo ad un corridoio, non stretto ma neanche tanto largo quanto quello che ho percorso per arrivare qui, dalla stanza scura. Ci sono diverse porte, tre in totale, ma per mia sfortuna sono tutte chiuse, tranne una. Non mi risparmio dall'aprirla, tanto sono già nei guai, cosa cambia poco in più o in meno. Per mia totale sorpresa mi trovo davanti ad una stanza bianca, vedo i led spenti attorno ai muri. Un enorme divano in pelle munito di cuscini pellicciosi. Console, tantissime console sotto un enorme TV da chissà quanti pollici, almeno settanta. Un mobile enorme attira la mia attenzione, assomiglia ad una libreria, ma all'interno sono presenti custodie di giochi per PS4 e PS5, Xbox, Nintendo switch e Wii. Un altro scaffale, anzi precisamente, cinque scaffali, posti uno sopra l'altro come mensoline innoque. Dove sopra risiedono custodie di film; thriller, horror e gialli. Che stanza della madonna!

THE DELIRIUM: I Can't Talk About YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora