I Metempsi ( richiesta di 2010Chara)

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La vita eterna. La possibilità di esistere fino alla fine dei tempi e anche oltre. Essa può essere ottenuta in diversi modi: attraverso la consumazione di un frutto divino, il contatto con la mitica Pietra Filosofale o in generale cadere nelle grazie di un dio o di un demone. Si può anche raggiungere attraverso la memoria, l'essere ricordati per le proprie azioni negli anni a venire e vivere nei ricordi e nelle leggende.
Ma l' immortalità può essere una maledizione oltre che un dono. Soprattutto se è "dono" di una dea infuriata.

I Metempsi, così come i Senzaforma, sono il risultato della furia di una divinità accuminati dell' impossibilità di morire. Nel mentre i Senzaforma vagano in un intermezzo tra il mondo dei vivi e il reame dei morti, urlando a squarciagola la loro disperazione fino a impazzire e diventare occasionalmente dei Ladri di pelle, i Metempsi sono bloccati nel piano materiale, costretti a passare da un corpo all'altro ogni volta che la loro esistenza giunge al termine.

Si mischiano nella folla, raccogliendo informazioni preziose per il loro unico scopo, talvolta arrivando a manipolare chi sta loro attorno per ottenere posizioni sociali sempre più elevate. Sebbene il loro aspetto ricordi in tutto e per tutto un essere umano, la presenza dei Metempsi può essere percepita da altre creature sovrannaturali come demoni e Oculus. Il motivo principale è che non appena un Metempsi "muore" il suo corpo fisico si disintegra, sparpagliandosi in tutte le parti dell' universo alla ricerca del corpo successivo. Più l'anima si reincarna, più perderà i ricordi delle esistenze passate e di conseguenza le proprie emozioni.

Anche perché, a detta dei demoni, la carne dei Metempsi è insipida e mangiarla per loro è l'equivalente di mangiarsi una scatola di cartone.

La "morte" di un Metempsi può essere sia naturale, nel senso che il corpo è ormai troppo vecchio e fragile per permettere al nucleo di occuparlo, che "violenta".
In tal caso, uccidere un Metempsi è un impresa ardua vista la loro forza fisica e i loro riflessi più sviluppati del normale, in grado di combattere alla pari con un Oculus Cacciatore.
Ma c'è un tipo di metallo che se trattato nel modo giusto e intinto nel veleno di una specifica pianta, il Belzebufo, il cui cresce solo nella Palude Dedalo, è in grado di ferire gravemente i Metempsi, addirittura ucciderli se il colpo è ben assestato. Non è detto, però, che se sì è dotati di un attrezzatura del genere la vittoria è assicurata.
È meglio non fare i gradassi contro queste entità, perché loro hanno millenni di esperienza sia nel corpo a che corpo che nella magia e potrebbero mandarvi tra le braccia di Shikuro, della Morte, di Thanatos o di qualsiasi altra divinità legata al trapasso, in men che non si dica.

Se nel caso un Metempsi venisse assorbito da un demone, il suo nucleo si unirà alla creatura potenziandola fino a che non si sarà esaurito del tutto. Poi ci sono casi di veri e propri amalgami di anime di Metempsi troppo instabili per il loro corpo, che finiranno eventualmente per disintegrarsi. In tutti e due i casi, le anime riapparirebbero per ricominciare il ciclo infernale di morte e rinascita.

Nonostante ci siano molti individui che per mimetizzarsi meglio cambiano drasticamente il loro aspetto fisico, ci sono alcuni Metempsi che preferiscono mantenere il loro aspetto originale per distinguersi dai comuni mortali. Noti come "Cerei" per la loro carnagione pallida, quasi bianca, hanno occhi di un giallo luminoso, con le pupille a forma di Uroboro e di solito portano i capelli corti .
Questi Metempsi vanno evitati assolutamente per il puro fatto che sono più violenti e intelligenti, per via che della totale mancanza di emozioni per sé e della loro permanenza più lunga rispetto agli altri coetanei.
Se i Metempsi "normali" usano la manipolazione come ultima risorsa, i "Cerei" faranno leva sin da subito sulle emozioni e sui sentimenti di chi hanno preso di mira per poi ucciderl* non appena hanno ottenuto quello che volevano. Per i "Cerei" non siamo altro che degli strumenti da buttare non appena hanno perso la loro utilità.
Le uniche volte che i "Cerei" provano emozioni sono solo quando si trovano davanti a fantasmi, spiriti o Oculus, e in tal caso proveranno un odio così intenso da spingerli ad attaccare, forse per il fatto che prima o poi ciascuna di queste entità sopracitate riuscirà in qualche modo ad andare nell'aldilà (nel caso degli Oculus, nel Limbo) mentre loro rimarranno bloccati nel mondo terreno.

Molte sono le teorie sulle origini di queste entità, alcune che si spingono fino a migliaia di anni prima dell'arrivo degli umani e della guerra contro l'Eterno.
Um antico mito sembra collegarsi ai Metempsi, parlando di un popolo antico di maghi e streghe i cui sovrani si consideravano alla pari, se non superiori, agli dèi per via delle loro capacità di controllare tutti gli elementi: acqua, terra, aria, fuoco, caos e ordine. Per secoli gli dèi tollerarono la loro presenza, istituendo una fragile alleanza con quella civiltà. I rapporti iniziarono a incrinarsi quando il penultimo sovrano, qui nominato come Aurelio il Grande, istituì una serie di leggi che vietarono il culto di altre divinità all'infuori di lui stesso pena la tortura e addirittura la morte. Man mano che l'impero di Aurelio si espandeva sempre più persone, i cosiddetti "infedeli", venivano catturate e convertite a forza. I più ribelli sparivano dalla circolazione per ritornare poi completamente cambiati e sottomessi alla nuova religione.
L'ultima goccia fu quando il figlio di Aurelio, Marchise il Sanguinario, dopo una ribellione che costò la vita a duecento dei suoi soldati, decretò che per ogni soldato morto venti "infedeli" dovevano essere giustiziati e posti nel picco più alto in modo da dimostrare la grandezza del suo impero agli dèi. Davanti a questo ultimo atto irrispettoso la dèa Asteros, la Stella d' Oro e moglie di Shikuro, il dio della morte, decise di punire l'imperatore e il suo popolo con un "dono".
Visto che la stirpe di Aurelio desiderava la vita eterna, Asteros fece in modo che i cancelli degli Inferi e del Paradiso rimanessero sigillati per ogni abitante dell' Impero, risparmiando la sorte solo a chi non si era sottomesso alla volontà del re.
Si dice che Marchise e i suoi "fedeli" vaghino ancora sul piano terreno alla ricerca di un' arma, o di qualcuno, che possa permettere loro di vendicarsi contro gli dèi e di prendere il loro posto.

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