47. 𝑁𝑜𝑛 𝑓𝑒𝑟𝑚𝑎𝑟𝑡𝑖 𝑚𝑎𝑖

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Quei sei giorni che separavano il presente dalle nozze del Governatore trascorsero in modo lento e repentino allo stesso tempo. In effetti, quando si aspetta qualcosa il tempo tende a giocare brutti scherzi, muovendosi con fin troppa velocità, ma allo stesso modo rallentando con insistenza.

Tuttavia, dopo infiniti preparativi, il grande giorno era ormai giunto. La tenuta era stata decorata e adornata con una precisione maniacale, la stessa con cui tutto era stato tirato perfettamente a lucido. Il salone era pronto più che mai ad ospitare la cerimonia nuziale, più intima, mentre la sala da ballo era stata vivacemente abbellita da candele in cera profumati, fiori bianchi e giallastri, nastri pendenti e adorni vari per garantire un impeccabile ricevimento degli ospiti.

Kristen aveva trascorso i giorni precedenti cercando di sfuggire al turbine prematrimoniale delle sue nozze, che invece sarebbero state celebrate dopo soli cinque giorni dallo sposalizio di suo padre. Più le ore scorrevano inesorabili, più la giovane si rendeva conto che il suo piano stava fallendo. Dunque, aveva pianificato cosa fare: aveva deciso che sarebbe scappata quella sera stessa, in un modo o nell'altro, per non fare mai più ritorno. Avrebbe trovato un modo per liberare i pirati e trovare un posto in cui nascondersi fin quando non avessero recuperato le loro navi. Più che un piano, quella era un'azione avventata, ma il tempo stringeva e obbedire a suo padre non l'avrebbe aiutata di certo, ormai lo aveva capito.

In quegli ultimi giorni, Kristen aveva anche dovuto intrattenere più volte la sventurata Miss Farther, la sua futura "matrigna" a tutti gli effetti, che in verità aveva la sua stessa età e che, a differenza di Kristen,  sembrava un'innocente e giovane fanciulla, una di quelle ragazze a cui era stato possibile nascondere tutto del mondo e che, per questo, credeva ancora che i bambini nascessero per caso dopo aver pronunciato il "sì" nuziale e che la pioggia fossero in realtà le lacrime degli angeli. 

Kristen si era sentita molto in difficoltà e a disagio ad intrattenere delle conversazioni con quella ragazza. Le sembrava sempre di star parlando con una bambina di otto o nove anni che non vedeva l'ora di poter tornare a casa per pettinare la propria bambola preferita. Quell'innocenza fanciullesca o, per meglio dire, infantile, di Miss Farther, sarebbe presto stata piegata, spezzata anzi, da un uomo rude e violento. La cosa più amare da digerire era che, avendo la giovane solo ventuno anni, Lord Leefmore sarebbe probabilmente vissuto abbastanza a lungo da renderla una donna "vecchia" senza nessuna possibilità di risposarsi, ormai avviata ai quarant'anni.

Kristen osservò la sua immagine riflessa allo specchio: indossava un abito dal lungo corpetto ricamato di colore rosa chiaro, così come la gonna, molto pronunciata, e le maniche a campana. Il corsetto le stringeva come non mai, ma d'altronde quella era "l'ultima moda" a detta della Governante. I suoi capelli mossi erano stati domati in un'acconciatura molto vistosa, da cui fuoriuscivano ciocche arricciate artificialmente da bigodini che aveva dovuto tenere sul capo per tutta la notte, cosa che aveva trovato una vera e propria tortura priva di significato.

Toccò la collana che indossava: era di diamanti e il ciondolo era un opale perlato. Aveva poi nascosto la sua catena con la rosa dei venti sotto quell'enorme gingillo. Sistemò la spilla tra i suoi capelli e si sentì come una bambola di porcellana pronta ad esplodere, una sorta di matrioska che veniva aperta all'infinito prima di rivelare la bambolina di legno più piccola e quasi indecifrabile.

La solita apparenza di sicurezza che Kristen trasmetteva, era stata sostituita da un senso di disorientamento e di stanchezza generale che aleggiava intorno a lei. Non c'era nessun motivo per essere sicure e forti quella sera. Non c'era nessuna ragione per mostrare il proprio ego. Si osservò nuovamente allo specchio: anche il suo solito portamento sembrava compromesso. La testa non era alta come al solito e l'intero corpo trasmetteva un senso di precarietà che, nonostante tutto, nessuno avrebbe notato se non lei stessa.

𝑷𝒐𝒊𝒏𝒕𝒊𝒏𝒈 𝑬𝒂𝒔𝒕//𝑱𝒂𝒄𝒌 𝑺𝒑𝒂𝒓𝒓𝒐𝒘Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora