Parte 5

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Un profumo di pancake mi inebria le narici e mi costringe ad aprire leggermente le mie palpebre, che dopo le ore piccole, hanno deciso di rimanere incollate.

<<Buongiorno Cherié>> sento una voce parlare da avanti alla porta della stanza, così costringo i miei occhi ad aprirsi e finalmente scorgo la figura asciutta di Charles sul ciglio della porta.

Mi distendo per allungare i muscoli e lentamente mi metto a sedere appoggiando la schiena alla spalliera del letto.
<<da quanto sei lì con quel sorriso da ebete a guardarmi dormire?>> dico mentre mi passo una mano nei capelli arruffati.

<<in realtà ti ho guardata dormire tutta la notte>> dice avvicinandosi all'armadio e aprendolo per cercare qualcosa.
Io arrossisco alle sue parole mentre guardo Charles rovistare, fino a quando non prende una maglietta e me la porge.

<<tieni, mettila! Muoviti che ho preparato i pancake>> dice sorridendo mentre mi guarda negli occhi e io afferrò la maglia.

<<Come li hai preparati tu?>> dico bloccandomi e facendo una faccia preoccupata.
<<hey so cucinare>> dice rimproverando il mio sguardo e puntandomi il dito.
<<no non lo sai fare>> rispondo mentre tolgo le coperte che coprono il mio corpo nudo e infilo la maglietta.
<<ok, l'ho presi alla Bakery qui sotto>> dice facendo una smorfia non riuscendo a mantenere il segreto per molto, provocandomi una risata piena mentre mi alzo dal letto.
<<lo sapevo>> dico mentre mi avvio verso il corridoio, seguita da un Charles con un sorriso a trentadue denti.

Arrivo in cucina e noto con mia grande sorpresa che la penisola è apparecchiata già con tutto sopra, come se a fare colazione ci fosse un'esercito.
Mi giro verso Charles con faccia sorpresa e lui fa spuntare le fossette ai lati della bocca mentre mi supera e si va a sedere al suo solito posto, poi allontanando un'altro sgabello e picchiettando la mano per farmi avvicinare.

<<Charles ma è troppa roba per mangiarla solo noi due>> dico sedendomi allibita.
<<oh in realtà è solo per te, io non posso mangiare tutte queste cose, questo fine settimana si corre qua a Monaco>> dice incrociando le braccia sul bancone, e io rimango sempre più sconcertata.

<<mangia quello che vuoi, non ti preoccupare! Significa che avremo da mangiare anche per dopo>> dice.
<<Charles, io devo andare via>> dico riportando i piedi a terra ad entrambi.
<<shhh, non ti voglio ascoltare>> dice Charles portando le mani sulle orecchie come un bimbo, provocandomi una risata.
<<smettila di fare il bambino>> dico tirandogli un braccio.
<<no, non voglio>> dice scuotendo la testa.
<<Charles dai me ne devo andare>> dico inclinando la testa verso di lui.
<<bla bla bla, non ti sento>>  dice premendo di più le mani sulle orecchie.
<<e va bene, allora significa che l'idea che avevo in mente non l'ascolterà nessuno>> dico distogliendo lo sguardo da lui e addento un pancake.
<<che idea?>> dice allontanando le mani e puntando i suoi occhi su di me. <<c'entra per caso la panna e toglierti la maglietta?>>.

<<Charles...>> lo ammonisco mentre quasi mi affogo e provocandogli una risata piena.
<<adesso ci senti eh?>> dico mentre bevo un po' d'acqua.
<<era solo un'idea>> dice ridendo.

Il nostro discorso da perfetti bambini, viene interrotto quando il mio telefono inizia a vibrare e si illumina, segnalandomi una chiamata in arrivo.
Guardo lo schermo e quando leggo il nome il sorriso sul mio viso scompare, e mi giro leggermente verso Charles che ha lo stesso mio sguardo cupo.

<<puoi rispondere se vuoi, non farò casino>> dice distogliendo lo sguardo dal telefono e portandolo al suo piatto vuoto.
Esito qualche secondo e dopo poco decido di rispondere.

Pages 2 || Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora