26.
Arrivata a casa non faccio altro che piangere, piangere e piangere. Mi pento ancora di essermi innamorata davvero, mi pento di provare questi sentimenti e mi convinco che la cosa migliore erano le relazioni solo sesso. Mi arrabbio con me stessa, perché la cosa migliore da fare era ignorare quella donna, era continuare ad essere etero e non lasciarmi trasportare troppo.
In questi tre mesi ho imparato tante cose. Sono stati i più intensi della mia vita. Ho capito cosa vuol dire impegnarsi per raggiungere un obiettivo, ho capito quant'è bello avere timore di perdere una persona e fare di tutto per tenerla stretta. Ho capito che spesso le persone non sono quello che sembrano e che bisogna stare attenti. Ho capito che l'amore è una cosa meravigliosa, ma fa male da morire. L'amore è per i forti. Ed io non lo sono.
I miei genitori tornano a casa e mi bombardano di domande, chiedendomi cosa avevo fatto in questi giorni e se avessi sentito la loro mancanza. Rispondo con frasi brevi e spezzate, cercando di rimanere neutrale. Mi dicono che Miss Smith gli ha telefonato. "Andrò via per lavoro" gli ha detto "vostra figlia è ingamba, ce la farà". Scoppio in lacrime davanti a loro e posso considerarlo la ciliegina sulla torta.
«Capiamo che lei è stata una brava insegnante, ma su, sicuramente ti aiuterà a distanza»
«Non è questo il punto»
Corro in camera mia sbattendo la porta e cercando di dormire.Allyson: se può interessarti, parto domattina alle sette.
Mi sveglio alle prime luci dell'alba e leggo questo messaggio. Mi accorgo che sto facendo una grandissima cazzata e che devo correre a trattenerla, o almeno salutarla. A dirle che l'aspetterò e che mi mancherà da morire.
Sono quasi le sei, è quasi impossibile raggiungerla ma ci proverò.
Mi vesto velocemente con i pantaloni della tuta e una t-shirt, lasciando i capelli così come sono e senza preoccuparmi del trucco. Corro verso la fermata dell'autobus e prendo quello che porta all'aeroporto. Manca mezz'ora alla partenza, spero Allyson non abbia oltrepassato il check-in.
Scendo dall'autobus correndo più veloce possibile ed entrando nell'aereoporto, mi faccio spazio tra la folla e urlo il suo nome. Seguo i cartelli che indicano dove si svolge il check-in e le voci della cassa "aereo in partenza per Chicago".
Vedo Allyson in fila, è quasi il suo turno per imbarcare i suoi bagagli. Corro verso di lei con il fiatone, mi fermo portando le mani sulle ginocchia.
«Allyson, Allyson aspetta»
Si gira. È così bella, anche adesso. Ero così arrabbiata con lei, ma ho dimenticato tutto.
«Annabelle che ci fai qui?»
«Non andare ti prego» cerco di asciugare le lacrime con il dorso della mano, ma continuano a scorrere. Ho il fiato mozzato e cerco di far arrivare aria nei polmoni, ma è così difficile.
«Annabelle non posso...»
«Dammi almeno il mio bacio d'addio» la guardo dritto negli occhi, lei fa lo stesso. Si avvicina e mi bacia, davanti a tutti. Sento gli sguardi bollenti della gente su di noi, ma non importa. Le sue labbra sono morbide e leggermente umide, la sua lingua ha sempre un sapore meraviglioso. È il sapore della mia vita.
«Mi mancherai tanto» l'abbraccio, sentendo il cuore rompersi sempre di più dentro il petto.
«Oh piccola...»
«Ti amo» bacio leggermente il suo collo e lei sorride.
«Anche io» conclude.
Finalmente la fila continua ad andare avanti, lei si dirigge verso il punto d'imbarco. Di tanto in tanto si gira a guardarmi, io cerco di farmi vedere sorridente, ma sto morendo. È devastante vedere l'amore della tua vita andare via per sempre.
«Forse ha ragione, è la cosa migliore per entrambe» sussurro.
È ora di tornare a casa.spazioautrice:
-3 capitoli.
li ho già scritti tutti, quindi... commentate, commentate, commentateeeee!
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Sex lessons➳ lesbian.
RomanceAnnabelle è una diciassettenne come le altre, con i soliti sogni, le solite paure, la solita vita. Il giorno in cui i suoi genitori scoprono che è stata rimandata in matematica al terzo anno di liceo, decidono di tenerla impegnata tutta l'estate in...