Capitolo 72

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Amanda's Pov

"Signori Clarks, posso parlarvi?" Entra il medico dalla porta della mia camera.

"Arriviamo subito" Risponde mio papà.

Mia mamma si avvicina a me e mi lascia un bacio sulla fronte.

"Arriviamo subito tesoro, tu non ti addormentare" Dice con le lacrime agli  occhi.

Non riesco a parlare o a muovermi, rimango lì a fissare le due figure angeliche che si allontanano sempre di più da me.

"Mamma, papà!" Li richiamo.

Non possono lasciarmi da sola, adesso.

"Mamma!" Urlo ancora.

Ma loro si girano solo e mi sorridono. Poi, scompaiono nel nulla.


Mi sveglio tutta sudata e con il cuore che batte a mille.

Come mai questi incubi? Non ne ho mai avuti, nemmeno quando erano appena morti i miei genitori.

Forse è un segno del destino? Vuol dire che li devo seguire?

Non lo so.

Harry non c'è a letto, e nemmeno i suoi pantaloni. Ma la sua maglietta ce l'ho ancora io.

Non può essere andato via così, senza maglietta e senza salutarmi.

Mi alzo dal letto e arranco giù per le scale, ma Harry non c'è.

Dove si può essere cacciato?

Cerco per le altre stanze, ma di lui non c'è traccia.

Alla fine, concludo che Harry è realmente andato via, solo con i pantaloni. Decido di non fare colazione e di fumarmi una sigaretta, per conto mio.

Prendo dei pantaloni della tuta e metto, sopra la maglia di Harry, una felpa. prendo il mio pacchetto di sigarette e corro giù per le scale.

Mi metto sui gradini che portano all'entrata principale, e mi accendo una sigaretta.

Noto che la macchina di Harry è qui, ma la mia no.

Merda.

Dove cazzo è finita?

Entro nel panico, perché non mi ricordo che cosa è successo ieri sera. Ricordo di Clara e Zayn, poi ho un ricordo offuscato di Harry che mi viene a prendere e mi porta a casa mia, e alla fine i ricordi lucidi si fanno da quando non riuscivo a trovare Harry tra le coperte e alla fine era al piano di sotto.

Sono già pronta per scattare in casa e prendere il telefono, quando la mia macchina viene parcheggiata sotto i miei occhi ed Harry esce.

Mi alzo in piedi per raggiungerlo. Indossa i pantaloni di ieri sera e la sua giacca.

"Dov'era?" Chiedo confusa.

"Ieri sera eri troppo ubriaca per guidare, così siamo tornati a casa con la mia. Ma poi, non mi fidavo di lasciarti da sola, visto che gattonavi sulle scale, così sono rimasto con te" Spiega.

Ha detto 'casa', non 'casa tua'. Non lo so perché, ma sembra quasi che viviamo insieme.

Si avvicina e mi lascia un bacio sulla fronte.

"Buongiorno" Dice e mi accarezza i capelli.

I brividi mi percorrono tutta la spina dorsale. Amo la sua tonalità di voce, è una cosa che mi fa impazzire.

"Perché ho come la sensazione che ieri sera sia successo qualcosa?" Decido di parlare.

"Non è successo niente" Sorride e si dirige verso la porta di casa.

Can we grow up together? •H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora