Capitolo 7

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"Il viso è lo specchio della mente e gli occhi senza parlare confessano i segreti del cuore"

- San Girolamo

La serata era iniziata nel modo più inquietante possibile. Nemmeno gli amplificatori riuscirono a placare la mia trepidazione. Quello a cui avevo assistito va oltre qualsiasi film mentale che mi fossi fatta prima di metter piede lì.

A causa della mia caparbia mi ero ritrovata in un gioco che era totalmente fuori dalla mia portata. Per quanto mi sforzarsi di non pensarci, mentre le mie amiche si scatenavano in pista, la mia mente creava dei scenari fittizi in cui, arresa da quel grosso e cattivo uomo in giacca e cravatta, mi ritiravo verso casa. Almeno sarei stata tra quattro mura sicure e non in una lista di vittime da sacrificare.

«Ciao ragazze, vi state divertendo?» una ragazza snella, avvolta da una tutina dorata, richiamò la nostra attenzione «Sono Malia»

«Ciao Malia! Io sono Dalia» s'indicò e poi passò alla rassegna «Iris, Ellen, Juliet, Evie e Selene»

Ricambiammo il suo sorriso, scuotendo euforicamente le mani.

«Anteros apprezzerebbe molto se prendeste questi calici» uno lì accanto porse a Malia un vassoio con sei calici dal fondo colorato «Fareste bene ad accettarli»

Il contenuto misterioso scintillava sotto il nostro sguardo curioso.

«Sul fondo c'è un bottone, premendolo il vostro bicchiere cambierà colore. Poche persone in questo locale lo posseggono. Quindi, se avvistate qualcuno con il fondo uguale, non è una casualità. Se non c'è lo zampino di Anteros, significa che avete fatto colpo su qualcuno» sghignazzó come se tutto quello che stesse dicendo non fosse surreale.

Il vassoio, ancora rivolto verso la nostra direzione, sembrava sussurrare: "Prendimi" e così feci.

«Iris, non credo sia il caso di accettare» mi riprese Juliet.

«Avete sentito tutte cos'ha detto Malia? Anteros vuole noi perchè dovremmo rifiutare?» il terrore mi offuscò la vista e la mente.

Disobbedire al signore di quel reame non avrebbe giovato a nostro favore. Meglio una strada spianata che sterrata da mine.

Malia accennò un sorriso soddisfatta quando vide replicare la mia azione dalle altre fino a lasciare la superficie perfettamente vuota e scintillante. Non disse nient'altro, giró sui stessi tacchi e vaporizzo tra la folla.

La borsa vibrò per qualche secondo, con lo stesso tempismo di un film della saga di Scream. Con la mano libera, frugai velocemente al suo interno ed estrassi il telefono.

"1 messaggio da Mr. Amore".

Sei parole, un verbo, mille battiti.

"Girati" recitava la nuvoletta grigia.

Cosa voleva dire? Perchè dovevo farlo? Si stava prendendo gioco di me a chilometri di distanza? Non avevo sue notizie dalla sera prima, dove ero stata lasciata in sospeso da due spunte blu.

Credeva davvero di poter ricomparire come se nulla fosse, dopo ore, e oltretutto con un messaggio insensato?

Insensato come tutto quello che stavo vivendo e facendo da quando avevo messo piede a Mania.

Col cuore in gola, ubbidii. A quanto pare era l'unica cosa che ero in grado di fare da quando la mia lucidità aveva deciso di ritornare nel comodo letto in cui il mio corpo doveva essere.

La prima cosa che notai fu una fluorescenza arancione, come quella che stringevo nella mano, avanzare lentamente verso la mia direzione.

Gli occhi seguivano il percorso dei suoi movimenti. Ispezionarono prima il braccio, avvolto da una camicia di lino bianca, poi slittarono alle spalle poco pronunciate.

The way I loved YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora