Capitolo 2

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«ei Érick ti va di andare ad una festa in spiaggia?» - disse Edward - «ci saranno un sacco di ragazze» - disse con faccia maliziosa.
«sinceramente non ho tanta voglia»-risposi.
«daii ma che facciamo qui? È sabato sera e tutti si divertono»
«lo sai che devo restare concentrato sullo studio, domani ho un esame importante. E concludo dicendo che sono anche in punizione»
«d'accordo ci vado da solo.. dirò io a Stefania che sei innamorato di lei..»
«c'è anche lei!? E non mi ha detto niente?» - risposi girandomi di scatto verso di lui.
Edward mi guardò con faccia soddisfatta, per essere riuscito a convincermi ad andare.
«allora? Ti ripropongo la domanda di prima... vuoi venire a questa dannata festa in spiaggia?»

«dio se mio padre mi vedesse qui non so cosa potrebbe fare»
«non lo scoprirà mai tranquillo amico» - disse incoraggiandolo di rimanere.
«beh questo lo dici tu che non hai un padre che ti costringe a fare la qualunque cosa» - risposi facendogli un'occhiataccia.
«vieni prendiamo qualcosa da bere Érick»
Ci avvicinammo ad un bancone ed ordinammo da bere, ma ad un certo punto, quando mi girai verso il palco, rimasi incantato..
«Io prendo del wisky, tu Érick?»
Era la ragazza più bella che io abbia mai visto in vita mia. Non sapevo come si chiamasse, ma ero davvero curioso di conoscerla.
«a chi stai guardando?» - disse girandosi - «ohh adesso capisco chi stai guardando»
«non fare una mossa azzardata ti prego»
«oh ma si certo tranquillo.. Ehii, voi ragazze, potete venire un attimo?» - urló.
«vai a quel paese stonzo»
Oh merda, sta arrivando...
«salve ragazze, vi abbiamo visto da lontano e sappiate che siete davvero stupende. Il mio amico qui a fianco a me vorrebbe conoscere la mora. Se non ti dispiace ovviamente»
«guarda che è pazzo, sta scherzando. Non sa cosa dice..»
«no tranquillo, per me è un piacere fare nuove conoscenze» - disse la mora.
«Perfetto, allora vi lasciamo da soli. A te offro da bere» - disse alla ragazza affianco alla mora- «vieni con me stai tranquilla. Sei in ottime mani»

«perciò fai l'università?» - chiese la ragazza
«si, anche se dovrei lasciarla per lavorare con mio padre da una parte»
«i soliti padri..»
«già...»
Eravamo a piedi nudi sulla spiaggia e stavamo camminando sulla riva del mare, quando all'improvviso qualcuno ha tirato un pallone da pallavolo e la palla venne verso di noi.
«Attenta» - la spinsi contro il mio petto facendola girare, in modo tale da vederle il viso. E subito dopo con la mano libera rispedì il pallone da dove era venuto. Poi abbassai lo sguardo di nuovo su di lei.
Le sue fossette... le sue dannate fossette...e i suoi occhi verdi..
I nostri sguardi si alternarono tra le labbra e gli occhi e ci avvicinammo sempre di più, quasi fino a sfiorarci le labbra. Ma non accadde quello che speravo..
Partirono i fuochi d'artificio e ritornammo alla realtà.
«io ora.. devo andare. Janette sarà preoccupata»
«si.. ti accompagno»
«nono tranquillo.. faccio da sola»
«ok.. se preferisci così, non insisto ehm...» - ora che ci penso non ci siamo presentati.
«Dafne» - mi rispose come se mi avesse letto nella mente
«Érick» - dissi a mia volta - «allora ci si vede Danfe»
«d'accordo Érick. Alla prossima»

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