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Pov Adrien:

[ Dicembre, ore -- 22:00 ]

Incontrare mio padre è come avere mille lame di ghiaccio addosso, ti lascia a mala pena percepire il vero freddo di inizio Dicembre.

Mi trovo in uno dei quartieri più caotici di Parigi, città dell'amore si, ma ha la sua parte oscura.
Ci sono negozi per le scommesse, fast foods e slot machines e sicuramente mio padre so troverà in uno di quei locali rozzi e pericolosi. Fa paura persino a me che ne vedo di cotte e di crude in giro.

Con il cappuccio alzato cammino piano facendo attenzione alle mie spalle e dopo poco raggiunsi il locale.

Adrien- *si guarda intorno deglutendo* sarà qui...? so già che me ne pentirò... —

Presi un sospiro ed entrai.
Bottiglie di birra, carte da poker, tabacco e un forte odore di fumo mischiato all'alcol.

Cercai di evitare ogni possibile contatto con quella gentaccia, non mi stupirei se la maggior parte di queste persone abbia dormito almeno una volta in gatta buia. Percorsi un lungo corridoio guardandomi in giro.

Adrien- *sentendo delle voci aprì leggermente una porta e osserva l'interno * eccolo li.. *tra se e se con una smorfia disgustata* —

Avvolte preferirei non essere nato solo per non assistere a questo orribile spettacolo ogni volta.

Adrien- Padre... *entra impassibile* —
Gabriel- *tenendo una sigaro tra le labbra alza lo sguardo* Adrien.. finalmente! *ridendo si alza e lo segue* Arrivo Paul! Preparati! —

Stringendo la mascella uscimmo da una porta sul retro così da poter stare soli.

Gabriel- Allora? Come va? *fa per appoggiare una mano sulla spalla* —
Adrien- *gli scanza la mano senza guardarlo* Piantala, ora puoi smetterla di recitare.. —
Gabriel- Oh figlio mio, mi dispiace... *inclina il viso* Non avrei dovuto metterti pressione l'altra volta.. *lo guarda* —
Adrien- *sbuffa un sorrisetto* Non prenderti premura.. *lo osserva dritto negli occhi* —
Gabriel- *assottiglia lo sguardo* dunque? hai quello che tuo padre ti ha chiesto? *tende la mano* —
Adrien- Ah adesso ti riconosco... *sarcastico tirando fuori la busta con i soldi*  patetico... *gli lancia la busta con disgusto* —
Gabriel- bravo figliolo... devi aiutare il tuo papà... *sussurra contando i soldi nel mentre* —
Adrien- smettila di chiamarmi, di cercarmi, di chiedermi soldi. Non sono tuo figlio finché non ti deciderai a comportarti da padre... *lo guarda con disprezzo* —
Gabriel- Adrien.. smettila di fare il bambino, *alza gli occhi* Pensi ancora che nel mondo si vada avanti come dici tu? —
Adrien- Proprio non capisci?! *stringendo i pugni* —
Gabriel- Tua madre ti ha proprio viziato con tutte quelle storielle... *fa per tornare dentro* —

Questo è troppo.

Adrien- *con un attacco di rabbia lo gira per poterlo prendere con forza dal colletto della maglietta* Non osare mai più parlare di mia madre, tua moglie, così... lei era una donna meravigliosa.. *sussurra spietato* e tu non l'hai mai meritata... —
Gabriel- *lo guarda con le sopracciglia alzate* Piccolo bastardo... come te la cavi da solo eh? Come farai? eh? Fai tanto il grande quando in realtà sei ancora un piccolo e fragile bambino. Cresci Adrien. —
Adrien- Esci dalla mia vita, o ti denuncio e non mi importa che tu sia mio padre. Sono stato chiaro? *lo strattona lasciandolo* Vattene, tornatene con i tuoi amici falliti come te. —
Gabriel- Che figlio ingrato... *sbuffa prima di tornare dentro* —

Guardai la porta chiudersi sentendo un forte nodo alla gola, il mondo si ristringe e mi sento come in una scatola di vetro. Le pareti sono trasparenti, ma se provi ad attraversarle non riesci.

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