4.

291 23 4
                                    

Il ragazzo dai capelli biondi, non appena entrò in casa, corse subito verso il bagno.
La donna lo aveva già visto in situazioni anche più gravi di queste, inevitabilmente, a causa di chiamate da parte dell'ospedale quando le sue risse erano diventate più animate.
Ma voleva evitare di farla spaventare per nulla, così da cercare di non farsi sentire.

"Katsuki??" ma la voce della madre si fece sentire dopo qualche secondo, grazie al rumore dei passi veloci.
"Si mamma sono io!" disse repentino e così si medicò, come meglio poteva, il labbro spaccato.
"Tutto bene?" sentì la voce ovattata della donna, da dieto la porta.
"Si, si! È che... È che dovevo pisciare da ore." inventò la prima scusa che gli venne in mente, in effetti in un bagno cosa si poteva fare...
"Oh, va bene." la madre annuì mentre gli scappò una risata divertita.

Inutile dire che dopo che il biondo uscì da quel bagno, con una medicazione sul labbro, la madre si era preoccupata, dandogli subito del ghiaccio per la botta sullo zigomo.

Aveva cercato di scappare dritto in camera sua, ma sarebbe stato peggio non farsi vedere, alla donna sarebbe suscitati esagerati pensieri.

Gli aveva ripetuto, come sempre, di smetterla, lo stava pregando e Katsuki, come ogni volta, annuì sapendo benissimo che non sarebbe mai stato così.
E non sapeva davvero come fare, aveva tutta questa rabbia ingiustificata, nel suo corpo, che ogni giorni aveva bisogno di sfogarla su qualcosa e molte volte, su qualcuno.
Da piccolo aveva fatto un periodo di visite dalla psicologa, ma aveva una paura matta che se potesse dire ogni minino dettaglio, il padre, la notte lo avrebbe preso e portato via chissà dove per punirlo per aver parlato troppo, che se ne stava tutto il tempo zitto senza versare una lacrima.
E non ci voleva più tornare.

E la sera andò relativamente bene.
La madre lo aveva rimproverato, si, ma alla fine, come al suo solito, Mitsuki gli aveva dato un bacio sulla fronte e avevano passato la serata in tranquillità, fino ad arrivare ad andare a letto.
E certe sere, il biondo, voleva solo sparire, perché la sua testa vagava per ricordi spiacevoli della sua infanzia e c'erano giorni di fila in cui soffriva di insonnia, ma questo la madre non doveva saperlo.

"Stronza!" un urlo fece sobbalzare il piccolo Katsuki, che tranquillo era intento a costruire la sua casa di lego.
Subito il cuore gli salì in gola, alzandosi e spiando da dietro la porta socchiusa della camera dei suoi genitori e quello che vide non aiutò il suo batticuore:
La donna venne spintonata di continuo, mente cercava di proteggersi il viso con le braccia, ma era del tutto inutile.
Partì uno schiaffo, e poi un altro e un altro ancora-

Gli occhi rosso fuoco del biondo si aprirono di scatto, così come il suo corpo e il suo respiro mozzato.

Una mano premeva forte sul petto, cercando di far calmare inutilmente il suo respiro affannato.
Le dita tremavano, così come tutto il suo corpo, la mente era annebbiata e sembava quasi gli mancasse l'aria, da quanto era agitato.

Chiuse gli occhi, prendendo ad aspirare ed espirare fino a quando non si sentì del tutto calmo.
"Fanculo..." disse a denti stretti e sotto voce.
Cazzo non gli capitava da troppo tempo, quello stronzo di Dabi gli aveva fatto riaffiorare alla mente tutti i ricordi del passato.
Lo avrebbe ucciso con le sue mani.

Piano abbassò entrambe le mani sul materasso, guardando il vuoto.
In quel momento la sua mente era vuota, pensava solo a guardava il buio di quella notte.

Si girò piano, e vide la sveglia che dava le tre di notte, fantastico.
Con il cazzo che si sarebbe riaddormentato, doveva farsi le ultime sue ore di sonno, in bianco.

Si alzò andando verso la sua giacca e prendendo dalla tasca un pacchetto di sigarette.
E andando sul piccolo balcone di camera sua, se ne accese una, osservando la luna che regnava alta in cielo.

La sua mente iniziò a vagare e pensare, ricordando due occhi color smeraldo che lo guardavano con sicurezza ma al tempo stesso con gentilezza e un pizzico di timore.
Quel ragazzo sapeva provare mille emozioni in una volta sola, era incredibile.
Si chiedeva perché volesse così tanto sapere dei suoi lividi, ma... Avendo accidentalmente incontrato pure la madre, capì al volo da chi aveva preso ed una leggera risata uscì dalle sue labbra in uno sbuffo.

E poi la sua mente vagò oltre, i suoi ricordi si spostarono sulla pelle morbida che aveva potuto toccare, seppur malamente... Ed i suoi occhioni da cerbiatto che cambiarono subito in due più spaventati, e da lì partì il senso di colpa.
Ma, cazzo se l'era cercata, si era messo in mezzo a cose che non gli riguardavano e aveva finito per toccare il fuoco.

Scacciò quei suoi pensieri, finendo la sigaretta e ritornando sul suo letto, passando così la notte sveglio con il telefono in mano.

La sveglia del biondo suonò e subito venne spenta, almeno quel giorno non era un problema svegliarsi tutto assonnato, era già piuttosto sveglio.

Si preparò velocemente uscendo di casa e riguardo ai lividi sullo zigomo e sul labbro, li aveva coperti.
Una volta arrivato, quasi subito vide Ochaco Uraraka, non sapeva perché ancora stava con lei, ma aveva un bel culo e... Vabbè non era così stupido, c'era stato un periodo in cui lei era stata molto vicino a lui e da quel momento si erano piaciuti a vicenda.
O meglio, ad Uraraka già piaceva lui.

"Amore!" la mora corse verso di lui e subito venne presa al volo dalle forti braccia del fidanzato, scambiandosi un... "casto" - tra mille virgolette - bacio.
"Che ti sei fatto?? Hai preso di nuovo a botte qualcuno." la ragazza fece un ghigno e lui annuì.
"Ed ovviamente hai vinto." inclinò il capo, e Katsuki, ancora annuì.

Fece scendere la ragazza, che gli prese la mano, intrecciando le loro dita.

"Sai quell'Izuku è un po' strano, non trovi?" nel silenzio tra i due, la mora sentenziò questa veloce e semplice frase, e Katsuki inarcò un sopracciglio, ma senza che Ochaco potesse vederlo.
"Perché lo pensi?" le chiese tranquillo e la mora scrollò le spalle.
"È timido e bho, fa fatica a parlare... È noioso, non è come te..." e come un gatto sembrava gli stesse facendo le fusa al braccio, lodandolo.
Katsuki non capiva il significato di quella frase, che le interessava di come poteva essere quel ragazzino?

Decise di non rispondere a quella stupida e insensata frase.

Non era noioso, doveva solo aprirsi.
Pensò il biondo.

"Comunque sia! Tra poco sarà il mio compleanno, che regalo mi farai?! No! non dirmelo!" Uraraka aprì di nuovo bocca, staccando le loro mani e mettendosi davanti a Katsuki che la guardava con un mezzo sorriso.
"Non te lo avrei comunque detto." e continuò a camminare verso l'entrata della scuola, fin quando davanti ai suoi occhi successe tutto in meno di un secondo;
Un ragazzo, molto frettoloso, stava per entrare all'unisono con il biondo, ma Ochaco aveva ben deciso di raggiungere troppo velocemente Katsuki, che quasi perse l'equilibrio e beccò accidentalmente il ragazzo al suo fianco, che cadde rovinosamente con il culo a terra.

"Ochaco! Diamine stai attenta!" la ragazza soffocò delle risate divertite, notando chi aveva spinto e Katsuki piano si girò verso la figura che si stava alzando da solo.
"Izuku! Non ti avevo proprio visto!" cinguettò Ochaco, senza neanche aiutarlo ad alzarsi, o scusarsi.
"Non fa niente." e non appena raccolse la sua roba, alzando il viso verso i due, incontrò due occhi rosso fuoco che lo stavano osservando, non riusciva a capire lo stato d'animo del biondo.

Neanche il tempo di dire altro, che la mora prese a braccetto il biondo, portandolo nell'aula in cui insieme dovevano svolgere matematica.
Così scatenando i due ragazzi, che come due pesci lessi si stavano fissando.

Izuku guardava imbambolato i due, che girarono l'angolo del corridoio sparendo dalla sua vista.
E, sospirando, andò anche lui verso la sua aula.

am i...? - bkdk.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora