capitolo 7.

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"mi fai schifo!" urlò cedric da fuori la porta.

lo avevo appena lasciato e stava facendo di tutto per tornare con me.

tirò così tanti calci alla porta che ebbi paura potesse buttarla giù.

"va via cedric!" singhiozzai.

"io non vado da nessuna parte cazzo! tu sei mia troia!" la porta rovinò al suolo ed in pochi secondi mi ritrovai distesa sul letto e cedric su di me che mi sbottonava la camicia.

-

mi svegliai in preda al panico, sudata più che mai.

avevo in respiro affannato.

guardai l'orario e notai che mancavano solo dieci minuti alle sette, così mi alzai e mi diressi al bagno per fare una doccia.

"porca puttana" sospirai entrando nel box, quando l'acqua iniziò a bagnare la mia pelle mi sentii libera.

mi insaponai con il mio bagnoschiuma al cocco ed una volta finito asciugai ogni lembo di pelle prima di indossare la divisa.

"buongiorno pansy" uscii dal bagno già pronta, spazzolai solo i capelli ed indossai il profumo.

"come mai già sveglia?" mi chiese la mia migliore amica.

"brutto sogno." ammisi.

la mia compagna di stanza fece le mie stesse azioni prima di andare a fare colazione.

"buongiorno." stavolta mi accomodai accanto al mio migliore amico.

"stanotte l'ho sognato" gli sussurrai all'orecchio.

"cazzo..poi mi racconti va bene?" mi guardò fisso negli occhi e lessi al loro interno tutta la preoccupazione di theodore.

andammo a lezione di arti oscure e durante la spiegazione pensai a tutto tranne che a prestare ascolto alle parole del professore, ma fortunatamente egli non se ne accorse.

ci spostammo nelle varie aule per le varie materie ed ogni volta tremavo per paura di vedere il mio ex, probabilmente sarei morta sul colpo.

"ethel, si può sapere che hai?" mi chiese pansy.

"riguarda il brutto sogno di stanotte?"

purtroppo a volte il fatto che un buon amico capisce i tuoi silenzi non è una cosa positiva.

"no, no." mentii.

"se hai bisogno io ti ascolto, lo sai." mi sorrise e l'abbracciai.

terminate le lezioni portai theodore in disparte e gli raccontai per filo e per segno tutto il sogno.

egli allungò una mano sulla mia guancia e mi tirò a sé.

"dimencherai tutto ethel, lo faremo insieme se ne hai bisogno, te lo prometto."

piansi. piansi perché non ne potevo più, adesso era anche nei miei sogni.

era un'ossessione.

a pranzo mangiai poco e niente ed in seguito andai sulla torre di astronomia da sola, passare del tempo lì mi ha sempre aiutato.

quando arrivai però trovai l'unica persona che non avrei mai pensato di incontrare.

draco.

aveva una sigaretta in bocca e i capelli spettinati.

"draco?" si voltò.

"che cazzo stai facendo con quella cosa?" mi avvicinai a lui frettolosamente e buttai via la stecca nociva.

"da quando fumi? che cazzo fai!" urlai.

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