capitolo 31.

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"ethel, sei sveglia?" purtroppo non riuscivo a chiudere occhio.

posai i piedi sul pavimento freddo e mi diressi verso la porta per lasciare libero accesso a theodore.

"hey, hai dormito almeno un po'?" mi accarezzò la guancia.

scossi il capo.

"non ci riesco theodore." sussurrai.

"principessa." i suoi occhi esprimevano un dispiacere immenso.

"domani mattina non vengo a lezione." sarei stata un fantasma, non avrei prestato attenzione e avrei fatto perdere punti alla mia casa.

"ethel, draco non la prenderà bene, lo sai?"

"non mi interessa, per me draco può pensarla come vuole." la mia voce era colma di tristezza.

"anzi, credo proprio che per evitarlo tornerò un po' a casa, mamma capirà." sarebbe stata la scelta migliore, se avessi passato del tempo lontano da hogwarts forse mi sarei ripresa un po'.

"sei sicura?"

"si, sicurissima."

alzai il capo per ammirare gli occhi celesti del mio migliore amico.
stavo per piangere.

per camuffare le lacrime mi catapultai tra le sue braccia e lo strinsi forte a me, ma i singhiozzi mi tradirono.

"hey, hey." mi prese in braccio.

mi portò nel giardino, lontano da tutto.

"ethel, tranquilla." mi asciugò le lacrime.

"come posso stare tranquilla? se non dovessi rivederlo più?" ero un fiume in piena.

"lo rivedrai."

"e tu che ne sai? magari ora non è neanche più in questo mondo!" portai entrambe le mani sul viso e posai la testa sul petto di theodore che si limitò ad accarezzare il mio capo.

"chi c'è?"
"che ci fate qui fuori?"

"draco, siamo noi." disse theodore.

"che cazzo ci fate qua fuori? se vi becca qualcun altro?" si avvicinò.

si inginocchiò dietro di me e accarezzò la mia schiena.

"sorellina."

sentii il suo tocco caldo sulla guancia.

"voglio tornare dentro, perfavore." sussurrai.

mi portarono in camera a mo' di principessa e theodore mi posò sul letto con una delicatezza così disumana che mi parve un angelo.

ma non il mio.

-

"ethel, dobbiamo andare a lezione."
non avevo assolutamente voglia di mettere piede fuori di lì.

"no." affondai il viso nel cuscino e sentii una debolezza inaudita.

"hai intenzione di sparire?" pansy si accomodò sul mio letto.

"lasciami stare pansy, perfavore."

la mia migliore amica si allontanò e mi lasciò sola nella stanza, io colsi l'occasione per tornare a casa.

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