capitolo 25.

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"fanculo lui, fanculo tutto, mattheo se dovesse servire io andrei nel mondo babbano con te." lo avrei fatto davvero.

"rinuncerei a qualsiasi cosa."

"ti rovineresti la reputazione se si sapesse che sei scappata con me." posò una mano sul mio fianco destro.

"al diavolo la reputazione, la perderei per una buona causa." abbozzò un sorriso.

"torniamo ad hogwarts."

-

al nostro tavolo mancava solo draco, rimasto a casa per pranzare con i nostri genitori.

avevamo fatto capolinea lì mano nella mano sotto gli occhi di tutti e non potei fare a meno di udire frasi come "oh cielo, stanno insieme? davvero una ragazzina come lei si è presa uno come lui? si è rovinata!" oppure "mattheo riddle con una brutta come lei?".

"esigo spiegazioni." la mia migliore amica.

"esigiamo." aggiunse theodore, ultimamente non ci stavamo vedendo spesso.

finalmente ero spensierata.

terminato il pranzo decisi di andare a riposare ancora un po' dato che mio fratello mi aveva svegliato buttando giù la porta.

quando arrivai a destinazione aprii la porta e rimasi pietrificata.

"quindi avevo ragione." cedric era steso sul mio letto e rigirava tra le mani la mia collana.

quando l'aveva presa?

"che ci fai qui? come sei entrato?" indietreggiai di qualche passo.

"non voglio domande." il suo volto era serio.

"carina questa collana vero?" sorrise, sembrava uno psicopatico..

o forse lo era.

"ho detto "carina questa collana, vero?"" urlò.

"si, stupenda.." la mia voce era tremante, il mio corpo anche.

"chissà chi te l'ha regalata." si alzò dirigendosi verso di me.

"cedric.." sussurrai.

posò una mano sulla mia guancia e mi accarezzò, una lacrima rigò il mio viso, conteneva paura.

"hey non piangere, non voglio fare niente." posò l'altra mano sul mio fianco.

"lasciami cedric." ma ovviamente non ero convinta.

"shhh, che ne dici se.." spostò la mano dal mio fianco alla mia intimità.

"marcassi il territorio prima di lui?" deglutii terrorizzata.

il "territorio" era già "marcato", ma non gliel'avrei detto.

"mi sembri d'accordo." ero pietrificata, il mio cervello non connetteva più.

"accomodati sul letto." avrei tanto voluto oppormi, ma la paura mi indusse a seguire i suoi ordini come un robot.

"brava." vidi la sua erezione nel cavallo dei pantaloni.

davvero si eccitava vedendo una ragazza piangere?

"togli la maglietta." stava davvero esagerando.

vedendo che non eseguivo il suo ordine me la sfilò da sé, avventandosi sul mio seno scoperto e mordendomi un capezzolo.

soffrivo in silenzio mentre le lacrime aumentavano ed il mio respiro si faceva sempre più pesante.

mi abbassò il pantalone ma non del tutto, perché si fermò, in quel momento fui tradita da me stessa.

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