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Victoria's Pov

Vago per le strade buie di Seul senza una meta.

So che dovrei tornare a casa di Jungkook, ma non ce la faccio. Ho la sensazione che qualcuno mi stia seguendo. Osservando. Ho lo stomaco in subbuglio, e sento che potrei vomitare di nuovo da un momento all'altro.

Però se la mia è una sensazione giusta, non posso andare da Jungkook. Lo stalker mi seguirebbe da lui. Non posso permettere che accada. Direi che questo stronzo ha già invaso parecchio la mia vita privata. E poi, voglio proteggere Jungkook da questo psicopatico. Non vorrei che iniziasse a prendere di mira anche a lui e a mandargli foto inquietanti.

Purtroppo, me ne devo occupare da sola. Il problema, è che non so come fare.

Ho deciso che non mi rivolgerò alla polizia. Non potrebbero fare niente per tutelarmi. Ovviamente, non faranno niente finché non accadrà nulla di grave e irreparabile. Magari quando lo stalker deciderà che torturarmi psicologicamente non lo soddisfa abbastanza e deciderà di passare a...

Mi fermo a un semaforo rosso e trattengo un conato di vomito.

Come ho fatto a ritrovarmi in una situazione del genere?

Se qualche mese fa mi avrebbero detto che avrei avuto uno stalker personale e molto affezionato, non ci avrei creduto e mi sarei fatta una grossa e grassa risata.

Adesso l'ultima cosa che ho voglia di fare è ridere.

Vorrei solo andare da Jungkook, abbracciarlo e baciarlo fino a quando tutto questo incubo non diventa solo un ricordo a me estraneo. O una storia che non mi appartiene, che ho sentito da una mia amica ma non è la mia storia.

È luna di notte e in strada non c'è quasi nessuno. Vengo sorpassata a una macchina solitaria. È la prima auto che vedo da... non so quanto, ma credo mezz'ora.

Sento la suoneria del telefono. Un brivido mi percorre la schiena, al pensiero che possa essere lo stalker.

Invece, è Jungkook. È la quindicesima volta che mi chiama, e io non ho mai risposto.

Ero troppo occupata a non vomitare di nuovo e a non avere un attacco di panico o di rabbia. O tutte e tre le cose messe insieme. Insomma, sono stata piuttosto indaffarata.

Tuttavia riconosco di dovergli una spiegazione. Gli avevo detto che sarei tornata da lui dopo cena a casa di Namjoon, invece è l'una e io sono in giro a fare la vagabonda disperata.

Premo il tasto per rispondergli e sospiro. Se non gli rispondo, c'è il rischio che smetta di chiamare me e si rivolga alla centrale di polizia. Meglio evitare.

"Dove cazzo sei finita?!" urla dall'altro capo del telefono. La sua voce è un misto di preoccupazione sconfinata e furia cieca.

Metto il vivavoce e riprendo a guidare con le mani che mi tremano sul volante.

"Sono in macchina. Sto tornando a casa."

La mia voce è neutra e non mostra il minimo segno dello stress che sto provando. E l'Oscar va a...

"Che... perché?!"

"Ho avuto da fare. Ci vediamo domani."

"Sei impazzita, per caso?! Merda, è l'una di notte!"

"Me n'ero accorta" ribatto d'istinto. Mi mordo subito il labbro per controllarmi.

Non devo sfogare la mia rabbia repressa su Jungkook. Non è giusto. Ma non è neanche giusto che io venga presa di mira da uno stalker pazzo.

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