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Victoria's Pov

Il profumo del caffè invade l'aria. Mi annuncia l'arrivo di Doyun prima ancora che lui si palesi sulla soglia dell'ufficio.

"Buongiorno, Vic. Ecco a te."

Mi saluta porgendomi un bicchierino di plastico con dentro del caffè caldo.

Nero e senza zucchero, come piace a me.

"'Giorno, Doyun" replico bevendo un sorso di caffè, senza staccare gli occhi dal computer.

"Dio, che occhiaie che hai. Non hai dormito stanotte?"

Inconsapevolmente mi porto una mano sotto gli occhi, proprio dove ci sono le mie occhiaie. Pensavo di averle nascoste abbastanza bene con il mix di correttore e fondotinta che ho provato, ma a quanto pare non ci sono riuscita granché, se Doyun l'ha notato subito.

"Ehm, ho avuto molto lavoro da fare" mi invento su due piedi.

Ovviamente non posso dirgli la verità, ossia che c'è uno stalker pazzo che mi perseguita, che a quanto pare conosce ogni mio segreto, e che cerca pure di entrarmi in casa di notte. Non dormo più di quattro ore a notte da..troppo tempo.

Ormai vado avanti solo grazie a litri di caffè e nient'altro.

"Ah, sì?" ribatte Doyun, inarcando un sopracciglio.

Chiaramente non mi importa, peccato che non ma non mi interessi quello che pensa.

Continuo a lavorare impassibile, cercando di distrarmi il meno possibile.

All'una in punto, comincio a sentire una morsa allo stomaco. Non mangio da ieri sera, visto che stamattina non ho fatto colazione. Anzi, la mia colazione è stata solo il caffè, per la precisione.

Alcuni miei colleghi sono già usciti da una decina di minuti per pranzare, ma io non mi sono mossa si un millimetro. Ho quasi paura di uscire da qui. Magari lo stalker si nasconda in agguato proprio dietro quella porta...

Il brontolio del mio stomaco affamato risuona nella stanza e nel silenzio tombale, interrotto solo dal rumore delle dita che battono sulla tastiera del computer.

Doyun alza gli occhi su di me e mi fa un cenno con il capo.

"Fame, Vic? Andiamo a mangiare?"

Sono più che entusiasta di accettare il suo invito. Non perché scalpito dalla voglia di andare a pranzare con lui, bensì perché non vedo l'ora di mettere qualcosa sotto i denti. E in più, non sarò da sola.

Mi alzo dalla mia postazione, afferro la mia borsa e il mio giubbotto e lo seguo fuori.

"Hanno aperto un nuovo fast food qui vicino. Dicono che facciano dei ravioli da paura. Ti va di andarci?" mi chiede Doyun una volta usciti fuori.

Acconsento e ci incamminiamo insieme. Dopo pochi minuti ci ritroviamo davanti a un fast food all'aperto, e per fortuna noto che c'è poca fila. Solo due coppie e un uomo anziano.

Ci mettiamo dietro di loro e aspettiamo il nostro turno. Dal profumo che mi arriva deduco che le voci che ha sentito Doyun sono più che veritiere.

"Allora, come stai, Vic? Sbaglio o sei un po' giù, in questi giorni?"

Mi infilo le mani nelle tasche dei jeans e distolgo lo sguardo.

"No, va tutto bene. Sono solo un po' stanca."

Ormai sono diventata una maestra nell'arte della menzogna.

"Mmh. Sei sicura?"

Per qualche motivo la sua insistenza mi infastidisce. Non è che io e Doyun siamo amici per la pelle. Siamo buoni colleghi e direi che abbiamo anche un po' di confidenza, ma non così tanta.

Sto per rispondergli ma vengo interrotta dallo squillo del mio cellulare nella borsa. Per un attimo mi pietrifico, pensando che potrebbe essere lo stalker. Mi guardo attorno, ma non vedo nessuno di strano o sospetto. Precisamente, nessun tizio inquietante nascosto dietro a un cespuglio o a un lampione intento a fissarmi.

Oddio, sto perdendo la testa.

Sorrido a Doyun fingendomi calma e padrona di se stessa, e prendo il cellulare dalla borsa.

Per fortuna, sullo schermo non compare la temuta scritta Numero sconosciuto, ma il nome di Jungkook.

Con la coda dell'occhio noto che Doyun sta cercando di leggere il nome sullo schermo, ma io sono abbastanza rapida da girarmi e da nasconderglielo.

"Scusami un attimo. Torno subito."

Mi allontano da lui di qualche passo, dandogli le spalle, e rispondo alla chiamate.

"Jungkook?" rispondo continuando a guardarmi intorno, furtiva. Non si sa mai.

"Ehi, Vic. Ti disturbo? Sei al lavoro?" mi risponde la sua voce profonda. Sentendolo mi calmo, e chiudo gli occhi.

Quanto vorrei averlo qui con me. Non so quanto pagherei per stare con Jungkook invece che con Doyun adesso.

"In realtà sono in pausa pranzo."

"Ah, stai mangiando?"

"Non ancora, sono in fila."

Intanto lancio un'occhiata a Doyun. Il signore anziano sta ordinando, quindi tra poco toccherà a noi.

"Sei andata a mangiare fuori?" continua a interrogarmi.

"Sì, hanno aperto un nuovo fast food vicino al mio lavoro. Sembra buono."

"Davvero? In effetti io non ho ancora pranzato, sto morendo di fame. Se mi aspetti dieci minuti ti raggiungo e pranziamo insieme."

Quanto avrei voluto dirgli di sì. Peccato che fossi con Doyun. Sarebbe stato giusto un po' difficile spiegare al mio collega l'improvviso arrivo di Jungkook.

"Meglio di no. Sono con un mio collega" rispondo rammaricata.

"Ah, sì?"

Il sospetto è evidente nella sua voce.

"Doyun mi ha invitato a pranzare fuori" spiego, lanciandogli un'altra occhiata.

Doyun comincia a farmi segno di chiudere e di andare a ordinare, e gli faccio segno di aspettare un attimo.

"Ma che gentile" commenta Jungkook ironico.

"È arrivato il mio turno di ordinare. Devo andare."

"Attenta a non farti vedere da Namjoon. Sennò potrebbe pensare che hai l'amante."

"Sì, certo. Ci sentiamo dopo."

Chiudo il telefono senza sentire altri suoi commenti sardonici.

Torno da Doyun appena in tempo per ordinare i ravioli. Paghiamo e aspettiamo qualche minuto, poi prendiamo il cibo caldo conservato nei sacchetti.

Andiamo a mangiare su una panchina poco distante da lì.

Scarto la convenzione e prendo le bacchette, addentando il raviolo.

Mugugno soddisfatta. Dio, è davvero buonissimo.

"Ti piace?" mi domanda Doyun, con la bocca piena.

Annuisco e mi metto subito un altro raviolo in bocca. Nel giro di cinque minuti me li sono spazzolati tutti.

"Dovremmo tornarci. Che ne dici?"

"Va bene" dico scrollando le spalle.

Anche se in verità la prossima volta preferirei tornarci con Jungkook.

Il ricordo della nostra scappatella di ieri mi infuoca le guance e mi fa sentire una fitta tra le gambe. Magari stasera potremmo intraprendere il secondo round.

"Che palle, è già l'una e mezza. Dovremmo tornare a lavoro" sospira Doyun, guardandosi l'orologio da polso.

Andiamo a buttare le buste nel cestino e torniamo a lavoro.

Mentre eravamo fuori non mi sono sentita osservata nè seguita, come non mi accadeva da un bel po' di tempo.

Forse significa che lo stalker ha deciso di prendersi un periodo di vacanza, o ha scelto una nuova preda da tormentare.

Per un po' ci credo.

Peccato la mia illusione non duri a lungo.

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