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Victoria's Pov

Ho mentito a Jungkook, tanto per cambiare.

No, non mi credo una brava persona. Anzi, tutto il contrario.

Le brave persone non mentono ai loro cari. Lo so bene.

Da piccola, mia madre mi diceva sempre È meglio una dolce bugia, che un'amara verità.

Mi dico che è colpa sua, dei suoi cattivi insegnamenti, se sono diventata così. Ma dentro di me so che questa non è altro che l'ennesima bugia che dico a me stessa. Sono un'adulta grande e vaccinata, capace di intendere e di volere, e so distinguere il bene dal male.

So che il bene corrisponde alla verità, e il male corrisponde alla menzogna.

Ciononostante, scelgo deliberatamente, di mia spontanea volontà, di mentire.

Perché? So che una bugia porta ad un'altra. Che le bugie hanno le gambe corte. Che prima o poi la verità viene a galla, e tutte quelle frasi fatte lì. Lo sanno tutti.

Eppure la gente mente ancora, tradisce, odia, uccide.

Conosciamo il male, sappiamo che facendo del male agli altri facciamo del male anche a noi stessi, eppure scegliamo di farlo comunque.

Difatti, io so che non potrò mentire per sempre a Jungkook. Prima o poi, in un modo o nell'altro, lui saprà la verità. Che glielo dica io o no, lo saprà.

Ma ora come ora, non ho nessun'altra chance.

Mi guardo allo specchio e mi stampo sulla faccia il mio sorriso da Oscar. Falsamente genuino al punto giusto.

I quintali di trucco che mi sono messa in viso mi plastificano i tratti facciali. Quasi sembro un'altra persona.

Non posso dirmi molto soddisfatta del risultato, dato che non sono un asso nell'arte del trucco. Però ho fatto del mio meglio, e il risultato è quantomeno accettabile. Mi sono truccata perché so che a Namjoon piace molto, e visto che non ci vediamo da un po' vorrei renderlo contento, per distogliere la sua attenzione dal mio comportamento strano degli ultimi tempi.

Sono quasi le sette di sera, e Jungkook dovrebbe tornare a casa a momenti. Poi, andremo al casa di Namjoon per la cena. Ovviamente, ognuno per sé, con la propria macchina. Non c'è bisogno di insospettire ulteriormente Namjoon.

Sospiro e mi prendo la piastra calda per farmi i boccoli ai capelli. Sento la porta di casa aprirsi, segno che Jungkook è tornato.

"Vic, sei in bagno?" mi chiama da fuori dalla porta.

"Sì, entra pure."

La porta si apre e Jungkook compare alle mie spalle, nel riflesso dello specchio.

"Ehi, tra poco dobbiamo andare" mi avvisa, fissandomi attraverso lo specchio. Corruga la fronte e mi guarda con un cipiglio.

"Tra poco ho finito" rispondo, passandomi la piastra tra i capelli.

"Perché ti sei messa così tanto trucco? Sembri una..."

"Una puttana? Beh, perfetto allora. Proprio come volevo."

"Perché vuoi sembrare una...ehm, prostituta?"

Sorrido davanti alla sua educazione e ingenuità.

"Com'è andata in palestra? Ci sei stato un bel po', calcolando che sei uscito stamattina e sei tornato...adesso" dico con quanta più indifferenza possibile.

"È andata bene, ma in realtà poi sono andato a fare un'altra cosa..." risponde vago, distogliendo gli occhi dai miei.

"Cosa?" insisto, pur avendo notato che non vuole elargire maggiori dettagli sull'argomento.

"Ho...ho incontrato una persona."

"Chi?"

Jungkook torna a guardarmi. Al posto di rispondermi, lui si avvicina a me, fino a quando il suo petto muscoloso non aderisce alla mia schiena. Affonda il viso nell'incavo del mio collo, facendomi venire i brividi. Di piacere, non di paura. Posiziona le mani sui miei fianchi, facendomi tirare indietro il bacino, cosicché il mio didietro si scontra con il cavallo dei suoi pantaloni.

Lascio andare un gemito di sorpresa, e mi aggrappo al lavandino.

Mi mordicchia il collo e ci passa sopra la lingua, aumentando la pressione del suo bacino contro il mio.

"Piccola, sei così bella..."

"Stai cercando di evitare la mia..."

"Shh, non parlare. Gemi, piuttosto."

Mi infila la mano nei jeans, iniziando a toccare la mia intimità con movimenti leggeri e voluttuosi.

Porta l'altra mano alla mia bocca e mi infila due dita dentro, sfiorandomi, zittendomi del tutto. Intanto, con la mano di sotto mi stimola il clitoride, andando sempre più volte. Gemo e ansimo sempre più forte, chiudendo gli occhi per abbandonarmi del tutto a questa meravigliosa sensazione.

Quando sto per raggiungere il culmine, lui sfila la mano e si abbassa i pantaloni, preparandosi a penetrarmi da dietro. Ma prima che ci riesca, io mi giro e gli prendo il sesso tra le mani, facendo su e giù. Ci sputo sopra per inumidirlo, e mi inginocchio davanti a lui per prenderglielo in bocca. Jungkook, spiazzato dalla mia iniziativa, geme rumorosamente e getta la testa all'indietro.

Adoro coglierlo di sorpresa. E dargli piacere.

Lo lecco sulla punta e poi lo prendo tutto in bocca, lasciando che sia Jungkook a guidare i movimenti della mia testa, muovendo anche il bacino.

"Mmh, sei così brava, piccola."

Continuo finché non sta per venire, e allora mi stacco.

"Mi vieni sulle tette, amore?" mormoro con voce roca.

Lui mi guarda con gli occhi annebbiati dal piacere. Allunga la mano e io gliela prendo, intrecciando le dita alle sue.

"Non vuoi..."

"No, non abbiamo tempo."

Lui annuisce e mi stringe la mano. Mi abbasso la maglietta e me lo posiziono sul seno. Lui si morde il labbro ed emette un gemito gutturale che irradia del calore al mio bassa ventre. Quando viene, i nostri occhi e le nostri mani rimangono intrecciati.

È come se si instaurasse una connessione tra di noi, una sorta di legame. Erotico e romantico.

Mi alzo in piedi e mi pulisco, trattenendo a stento un sorriso soddisfatto.

"Vic..." ansima Jungkook con il fiato corto. Ha le guance rosse e la fronte imperlata di sudore. Giuro, è l'erotismo fatto a persona.

"Direi che possiamo andare."

Lui ride e scuote la testa.

"Sei incredibile, davvero."

Oh, puoi scommetterci.

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