Mi sveglio. Attorno a me c'è il vuoto. Non sapevo esattamente dove mi trovavo, sapevo solo che ero avvolta dal buio e il mio manto argenteo stava luccicando, come una stella nel cielo notturno. Mi guardai intorno, sperando di trovare una via d'uscita. Poi la vidi. Era una luce accecante non molto lontana da me. Sospirai. Presi la rincorsa ed entrai dentro quella luce.
Ero tornata a casa.
"Feather!" Disse mia madre, mentre agitava il mio corpo. Mi svegliai.
"Cos'è successo?" Chiesi, mentre mi stropicciavo gli occhi. Mia madre mi guardò e sorrise.
"Ti stavi agitando nel sonno. Va tutto bene?" Aveva una voce dolce e leggera.
"Si. Ho solo sognato di entrare in una luce accecante." Dissi, mentre mi alzavo a fatica dal giaciglio di paglia.
"Va bene, ora va a giocare con tuo fratello." Poi mi fece cenno di andare e io mi diressi verso un cumulo di scatole, dove io e Rain giocavamo spesso. Appena arrivai, vidi la solita scena.
Rain era acquattato sul terreno, con gli occhi pieni di lacrime. Davanti a lui c'era Tiger, con gli artigli sguainati, pronto a dargli una zampata sul muso.
"Fermo!" Urlai, mettendomi davanti a Rain per proteggerlo.
"Ancora tu? Torna dalla mamma, mocciosa." Mi disse Tiger, appena riconobbe la mia voce.
"Smettila o ti squarcio in due." Dissi con tono serio, mentre sguainavo gli artigli.
"Solo perché sei la più grande dei quattro non vuol dire che sei anche la più forte!"
"Ah si?" Iniziai a muovere la coda. Tiger sbuffò e mi saltò addosso, facendomi cadere a terra. Alzò la zampa, pronto a sferrarmi un colpo sul naso, ma io lo schivai, alzandomi di scatto. Mentre lui si guardava intorno, io gli saltai sulla schiena, mordendolo sul collo, come fa nostra madre quando deve portarci da qualche parte. Ma stavolta lo avevo morso proprio bene, talmente bene che iniziò a colare del sangue a terra. Lui alzò la testa e mi guardò. Poi corse via. Dopodiché mi precipitai da Rain.
"Va tutto bene? Ti sei fatto male?" Chiesi, mentre diedi una veloce occhiata al suo corpo.
"Io sto bene, Feather. Ma il tuo orecchio..."
Non fece in tempo a finire la frase che una gocciolina di sangue mi cadde sul naso. Cavolo, sono stata talmente distratta che Tiger mi ha graffiato l'orecchio! Scrollai le spalle e mi alzai, diretta da mia madre.
"Fa niente, passerà." Dissi a Rain, appena notai che mi stava seguendo.
"Ma poi ti verrà un infezione e dovrai restare con la mamma!"
Ha ragione, mi dissi, ma se papà mi trova con una fasciatura all'orecchio penserà che sono una mocciosa che non sa combattere. Infatti, quella mattina nostro padre era uscito a caccia di conigli nel territorio del Petal Clan, visto che il fienile è davanti ad esso. Al solo pensiero mi veniva l'acquolina in bocca. Poi mi girai verso Rain e sorrisi.
"Cosa hai fatto all'orecchio?!" Mia madre era preoccupatissima, appena mi vide arrivare piena di sangue. Non risposi.
"Ha cercato di difendermi da Tiger e lui l'ha graffiata..." disse Rain con un fil di voce. Gli lanciai un'occhiataccia e poi mi sedetti accanto a mia madre, intenta a trovare delle fasciature.
"Ecco, vieni, ti aiuto a mettere la fasciatura." Disse mia madre, facendo finta di non aver sentito quello che aveva detto Rain. Mentre mi avvolgeva la fasciatura intorno all'orecchio, tutti e tre stettimo in silenzio.
"Comunque, lasciatelo stare. Vuole solo dimostrare a vostro padre che è il migliore della cucciolata." Disse alla fine mia madre, guardandosi le zampe.
"Ma è lui che-" Rain non fece in tempo a finire la frase che sentimmo la porta del fienile aprirsi. Subito mi misi seduta al centro del fienile, seguita da Tiger, Rain e anche Moon, che fino a quel tempo stava giocando in un angolino. Anche nostra madre si sedette accanto a noi. Ci fece cenno di non fiatare. Nel mentre, una figura molto grande si stava avvicinando.
"Ho portato del cibo." Disse mio padre, con la sua solita voce rauca. Fece cadere tre conigli a terra. Fece cenno a Tiger di prenderne uno, poi a mia madre, e infine a me. A Rain e Moon, niente.
"Non ho trovato abbastanza conigli." Disse mio padre come scusa, tanto lo sapevamo tutti che non voleva cibare i più deboli della cucciolata. "E tu, Feather. Togliti subito quella fasciatura dall'orecchio. Sembri una mocciosa."
"Ma si è ferita gravemente e deve guarire!" Disse mia madre con un fil di voce.
"Zitta. Tu pensa a stare zitta, tanto sai fare solo quello."
Mia madre abbassò la testa e con la coda avvolse tutti e quattro, mentre ci portava ai giacigli di paglia, dove avremmo potuto mangiare.
Appena mi sedetti, spezzai il mio coniglio in due. Rain era seduto accanto a me e teneva la testa sulle zampe. Mi presi uno dei due pezzi e l'altro glielo diedi con una zampata. Lui alzò la testa e sorrise. Poi mi girai e, prendendo l'altro pezzo in bocca, lo portai a Moon. Lo guardò come se fosse l'ultima preda sulla faccia della terra.
"Grazie" bisbigliò lei, cercando di non farsi sentire da papà. Nostro padre era un tiranno, e se ci sentiva o vedeva fare qualcosa, poteva subito ucciderci. Passò qualche minuto e sentimmo la porta del fienile richiudersi. È tornata la pace, mi dissi. Lui non abitava insieme a noi, perché era il Leader del Dusk Clan, ciò vuol dire che ogni giorno veniva solo per portarci da mangiare, visto che nostra madre non poteva lasciarci da soli. Vidi i miei fratelli raggrupparsi intorno a mia madre, probabilmente per ascoltare la solita favola della buonanotte.
"Feather, non vieni?" Sentì mia madre chiamarmi, ma era come se fossi diventata sorda. Passo dopo passo, mi diressi all'entrata del fienile e mi sedetti. Ora la luna era alta in cielo e si potevano vedere le stelle. Ad un certo punto, una stella cadente passò nel cielo. Chiusi gli occhi. Come mi aveva insegnato mia madre, quando passa una stella cadente bisogna esprimere un desiderio. E io pensai. E pensai e pensai. Poi di scatto riaprii gli occhi.
Avevo desiderato una cosa.
Una cosa che non si desidera sempre.
E che non sempre accade.
Ecco cosa avevo desiderato.
Una Speranza.
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A star in the night sky: Feather Hunter's Novella
FantasíaTiger Fang sorrise e alzò la testa al cielo stellato. "Feather, un giorno racconterai la tua storia di come hai superato quello che hai passato e sarà la guida alla sopravvivenza di qualcun altro." Disse con un fil di voce. Ha ragione, mi dissi. Ora...