Due: Aprile.

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Aprile. Settimo mese del semestre. Ultimo prima della sessione d'esami.
Aprile. Il momento in cui si iniziano i ripassi. Il periodo in cui gli alberi iniziano a fiorire.
Aprile. Primavera. La natura si risveglia. E con essa gli animi delle persone.
Aprile. Anche le voci di corridoio sono mosse da una spinta più energica.
Aprile. La natura torna alla vita. La reputazione di Margot, invece, inizia la sua lenta discesa nell'Ade.

I capelli spettinati a causa della postura ricurva sul tavolo, i libri aperti, marchiati dai segni degli evidenziatori colorati, qualche post-it e tanti appunti sulla tavolata della mensa della Columbia. Sembrerà bizzarro, ma Margot in biblioteca faticava a concentrarsi: troppo silenzio.
Può, il silenzio, distrarre? Evidentemente sì quando sei una ragazza sbadata al punto da cogliere ogni singola opportunità pur di concedersi una pausa.

La mensa della Columbia pareva il luogo perfetto dove concedersi qualche ripasso: conviviale ma al tempo stesso riservato quando non era l'ora di pranzo, e tra i presenti si potevano trovare quasi esclusivamente studenti dediti alla lettura come lei. Alla biblioteca, Margot, si concedeva solamente quando aveva qualcosa di importante da studiare con serietà, o eventualmente quando doveva evitare qualcuno: ❝ Sshh! Siamo in biblioteca, qui non si parla! ❞ era decisamente un'ottima scusa per togliersi di torno interlocutori indesiderati.

Ingenuamente Margot aveva pensato che, proprio quel pomeriggio di aprile, non avesse bisogno di alcun diversivo per evitare qualcuno: immersa nel suo piccolo mondo, dedita solo alla vita accademica, la francese ignorava ciò che da mesi ormai accadeva alle sue spalle.

❝ Margot Duvall! Ciao! ❞

Avevano fatto capolino al suo tavolo le due colleghe con le quali sporadicamente la fanciulla aveva scambiato qualche chiacchiera superficiale nel corso di quel suo primo anno accademico alla Columbia.

« Isobel, Seraphine, ciao. »

Le salutò lei di rimando, osservandole mentre si sedevano di fronte a lei, in coppia, e ignorando il fruscio lontano tipico dei sonagli di un serpente, un serpente assai ben nascosto e celato dalle ipocrite risatine cristalline delle due colleghe.
Anche Eva aveva commesso lo stesso errore dopotutto, no? Aveva ascoltato il serpente, ignara del pericolo che si celava in esso, e peccando di ingenuità si era ritrovata esiliata dall'Eden, sconfinata sulla terra, punita a partorire con dolore. Anche tu partorirai con dolore, a breve, Margot. Anche tu verrai esiliata dalla Columbia e sconfinata nella vergogna e nella più profonda umiliazione. Ma come Eva, del resto, in questo momento di innocua chiacchiera col tuo serpente ancora non lo sai.

❝ Cosa ripassi, letteratura? ❞
« Sì, i versi del MacBeth... »
❝ Ma lo conosci già così bene! ❞
« Intendevo che li sto imparando a memoria. »
❝ E perché mai? Avrai comunque un voto alto. ❞
« Non se non studio... »
❝ Te lo darà comunque. ❞

Un ammiccamento, la risatina della collega, l'espressione perplessa di Margot.

❝ Un bel voto, intendo. ❞

Sbagliato. Non era a quello che alludeva, e tutte e tre le ragazze al tavolo lo sapevano bene. Margot iniziò a mostrare i primi cenni di seccatura.

« Baldwin mi darà un bel voto quando dimostrerò di meritarlo. »

Rispose categorica e algida, col tono di chi aveva l'intenzione di chiudere lì la questione, ma Isobel e Seraphine parevano non essere dello stesso avviso. In particolare, era Isobel a straparlare, Seraphine pareva solamente assecondarla, senza esporsi troppo, mangiucchiando distrattamente il contenuto della sua macedonia di frutta.

❝ Oh, andiamo! Si vede lontano un chilometro che sei la sua preferita! Non c'è bisogno che fai finta di non saperlo: te ne sarai accorta anche tu che ha un palese debole nei tuoi confronti, ormai non fa che pendere dalle tue labbra! ❞

Scandalumbia ─ Cronache di uno scandalo mai avvenutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora