Undici: Scandalumbia.

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Due anni dopo: Maggio 2023

❝        ( ... ) Mi chiamo Margot Duvall, sono una ricercatrice scientifica, e mi definisco una 𝑠𝑜𝑝𝑟𝑎𝑣𝑣𝑖𝑠𝑠𝑢𝑡𝑎 di quanto mi è accaduto.
All'epoca dei fatti narrati ero poco più che una ragazzina, ritengo che persino definirmi giovane donna sia eccessivo, poiché il fatto di aver raggiunto la maggiore età non è sufficiente per forgiarti dinnanzi a episodi di una simile intensità e gravità. ( ... ) ❞

Una sala tanto gremita di persone Margot quel giorno se l'aspettava, certo avrebbe preferito però per motivi diversi: le sarebbe piaciuto che in molti accorressero alla presentazione del suo primo libro per via dell'importanza del tema trattato, e non solo per sbirciare dal vivo i protagonisti del momento dei rotocalchi di punta. Aveva come la terribile sensazione di sentirsi quasi al pari di un fenomeno da baraccone agli occhi dei più quel giorno, come se la gente si fosse presentata lì per assistere ad un freak show dalle note Royals e non alla presentazione di un libro denuncia, ma sapeva che fortunatamente vi era anche una parte di persone seriamente interessate a quanto avrebbe avuto da dire.

❝        ( ... ) Nell'arco di qualche mese mi sono così vista passare dall'essere una semplice studentessa all'essere prima una sgualdrina, poi una bugiarda, infine un'arrampicatrice sociale, una sorta di opportunista, una manipolatrice, la mantide religiosa che una volta designata la sua vittima – un uomo ben più maturo di lei e con infinita esperienza in più – era stata fautrice e colpevole della sua disfatta, della sua colata a picco. Perché è questo che la società ci insegna dopotutto, tra una marcia per i diritti delle donne e una mimosa regalata l'otto marzo: che non importa cosa subisci, nel momento in cui un uomo subisce delle ripercussioni la colpa è tua, 𝑠𝑜𝑙𝑜 tua; e poco importa quale sia la verità, poco importa quali siano i fatti compiuti dall'uno e dall'altra: la 𝑝𝑢𝑡𝑡𝑎𝑛𝑎 sarai sempre tu, a prescindere. ( ... ) ❞

Finì così di leggere il primo periodo, avvertendo un brivido scorrerle lungo la schiena al solo pensiero che di lì a poco sarebbe andata a leggere ferite passate che s'era illusa essere in diritto di provare finalmente a far rimarginare, ma che quel luogo che persino tra quelle stesse pagine s'ostinava a chiamare impropriamente "casa" le aveva riaperto con un taglio netto.

« Buon pomeriggio a tutti, spero verrò perdonata se oggi preferisco presentarmi semplicemente come Margot Duvall: non voglio porre distanze tra me e il pubblico, perché il messaggio che vorrei questo libro trasmettesse è che i fatti di cui parlo, che denuncio, possono accadere a tutti. Voglio che chiunque legga possa sentirsi vicino, e al tempo stesso io in primis voglio essere vicina a chi legge. »

Si presentò dunque, senza troppe pretese, in maniera semplice così come semplice voleva che fosse la trasmissione del suo messaggio.

« È un po' strano essere qui oggi, perché quando ho iniziato a scrivere questo libro ero sinceramente convinta che questo orribile capitolo fosse terminato, al punto che più volte, tra le sue pagine, leggerete la parola "casa" accostata alla Columbia University, perché lo credevo davvero quando lo scrivevo... ma forse, semplicemente, alcune cose sono destinate a non cambiare mai.
Non prendiamoci in giro, so bene che tutti i presenti sono a conoscenza di quanto avvenuto nelle ultime settimane, così come so bene che un cospicuo numero di voi siano qui per la curiosità di appurare personalmente la veridicità delle calunnie che sono state perpetuate ai danni miei e del mio entourage in questo periodo.
Per questo motivo vorrei leggervi alcuni passi del mio libro, così da farvi toccare con mano i retroscena di un mondo che della reputazione con la quale si presenta ne fa quasi una malattia. E dopo avervi letto alcuni passi vi domanderò se secondo voi, dopo aver vissuto un simile incubo, le parti lese potrebbero mai anche solo pensare di ripetere tutto da capo.
Eppure, il posto che tra queste pagine chiamo "casa", tale ardore lo ha avuto: non vi sono parole per esprimere la delusione che provo nel realizzare come, 𝒂 𝒅𝒊𝒔𝒕𝒂𝒏𝒛𝒂 𝒅𝒊 𝒅𝒊𝒆𝒄𝒊 𝒂𝒏𝒏𝒊, nulla sia cambiato.
Questa presentazione si sarebbe dovuta tenere proprio alla Columbia, sapete? Inutile dire che... beh, alla luce dei recenti fatti, non era più davvero il caso. »

Scandalumbia ─ Cronache di uno scandalo mai avvenutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora