𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝐔𝐍𝐎

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«Siamo qui riuniti oggi per dire addio al mio caro figlio, Jeon Jungkook»

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«Siamo qui riuniti oggi per dire addio al mio caro figlio, Jeon Jungkook»

Partecipare a quel funerale era stato complicato, e non perché So-hee avesse un gran rapporto con il figlio della povera e disgraziata Ha-na, ma perché a dirla tutta non sapeva se essere felice o triste per la morte del giovane Jungkook.

Jungkook aveva la sua stessa età, ma era un ragazzo completamente diverso da ciò che era So-hee. Innanzitutto continuava a sognare come se fosse un bambino e non si decideva a trovare un lavoro stabile, perché a detta sua i sogni dovevano essere inseguiti e un giorno sarebbe diventato un cantante famoso non solo in Corea, ma anche nel mondo americano, indiano, italiano e qualsiasi altro mondo possibile.

Diceva che persino gli indigeni avrebbero ascoltato le sue canzoni e avrebbero finalmente iniziato a modernizzare i loro ideali. Forse la Corea del Nord sarebbe rimasta leggermente indietro, ma non era colpa sua se le due Coree erano ancora in conflitto.

I nordcoreani non avrebbero goduto della sua musica.

E poi Jungkook era davvero una palla al piede, uno di quei ragazzi che non riuscivi ad allontanare neanche insultandolo in mille modi diversi. So-hee non l'aveva insultato, non sarebbe mai arrivata a offenderlo nel suo orgoglio solo perché ogni settimana continuava a farle la proposta di matrimonio.

Non erano nemmeno una coppia.

E ogni settimana le portava le margherite, i suoi fiori preferiti. E ogni settimana lei doveva occuparsi di nuovi fiori, perché quelli precedenti morivano dato che ne se dimenticava completamente.

«Signora Jeon, le ho portato dei fiori» le aveva detto So-hee quella mattina, porgendole successivamente il mazzo di margherite e osservandola da sotto le ciglia, «sono così dispiaciuta per questa perdita, Jungkook era un bravo ragazzo» e pensava fosse davvero un bravo ragazzo, ma a Jungkook non aveva avuto l'occasione di dirlo.

«Oh mio dio!»  aveva esclamato spaventata la signora Jeon, allontanandosi d So-hee e guardandola con gli occhi spalancati, «quelli»  aveva indicato il mazzo di fiori, faticando a parlare, «erano i fiori preferiti di Jungkook!»  aveva urlato e So-hee era sicura che l'avessero udita anche in Europa.

La signora Jeon era scoppiata in un pianto disperato e So-hee si era sentita ingiustificatamente in colpa, dato che la vecchia signora stava completamente sbagliando nel dire che le margherite erano i fiori preferiti del suo figlio defunto.

Erano i suoi, non di Jungkook.

So-hee avrebbe voluto dirle che Jungkook era un piccolo stalker che portava a casa sua migliaia di margherite per poi dargliele ogni settimana. Aveva però deciso di rimanere in silenzio.

«Perché li hai portati?! Mi fanno pensare ancora di più a lui!»  aveva urlato nervosa la signora Jeon e la migliore amica di So-hee, per sicurezza, l'aveva allontanata dalla strega perché pensava che l'avrebbe presa per il collo come facevano nei film.

𝐏𝐀𝐒𝐓 𝐋𝐈𝐅𝐄 | 𝐣𝐣𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora