𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝐓𝐑𝐄

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Jungkook era devastato

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Jungkook era devastato. Sapeva perfettamente che So-hee non provava alcun sentimento nei suoi confronti, ma aveva anche sperato che la ragazza, per la prima volta dopo anni, decidesse di dargli una possibilità, una sola bastava.

Prima che So-hee potesse andarsene dal ristorante, era persino caduto il lampadario sul loro tavolo e, ovviamente, la ragazza aveva dato la colpa a Jungkook senza nemmeno pensarci per due secondi. Lo aveva accusato di un'ennesima strategia per avere un minimo contatto: infatti Jungkook si era avvicinato con l'intenzione di controllare se si fosse fatta male, ma So-hee non glielo aveva permesso.

Sì, Jungkook doveva ammettere che la caduta di quel lampadario era una stupida strategia che poteva anche mettere in pericolo non solo loro, ma anche il resto delle persone.

Taehyung aveva deciso di accettare e di prendere parte a quella folle idea di cui Jungkook gli aveva parlato alle quattro del mattino, destandolo dal suo sonno. Taehyung gli aveva urlato contro quel mattino perché Jungkook doveva dormire al posto di fare pensieri e di disturbare la quiete altrui, ma alla fine aveva accettato perché gli faceva pena.

Chiunque provava pena per Jungkook perché era davvero disperato. Sembrava che oltre a So-hee non esistesse nessun altro essere umano di sesso femminile.

Quando Jungkook era entrato in casa, quella sera, aveva trovato la sua casa infestata dai suoi quattro amici: Taehyung e Hoseok erano alle sue spalle con un'espressione e mortificata e imbarazzata. Jungkook non si era nemmeno domandato come avessero fatto ad entrare.

Durante quella serata, Yoongi, il più calmo del gruppo, aveva letto un libro che discuteva sul senso della vita, estraniandosi da ciò che accadeva nella stanza in cui si trovava con gli altri, e Namjoon, che era al suo fianco, aveva dato una sbirciata al libro e alla fine si era ritrovato a leggerlo insieme a Yoongi.

Jimin aveva chattato tutta la serata con la sua ragazza, inviandole qualche messaggio proibito e cercando di provocarla.

Seokjin, che sapeva già che So-hee non avrebbe accettato nemmeno quella volta la proposta di Jungkook, aveva preparato una torta al gusto banana per consolarlo.

Quando era entrato, con un volto che richiamava un cadavere, aveva udito la canzone "We are the Champions" risuonare nel suo appartamento. Yoongi gli aveva detto di lasciar perdere, ma Jimin aveva insistito fino all'ultimo per mettere quella canzone memorabile dei Queen e alla fine Yoongi si era arreso.

«Ecco il campione!» urlò Jimin fischiando e Namjoon gli lanciò un'occhiata, «allora, come è andata? So-hee ha accettato?» chiede lasciando il telefono altrove e Jungkook si ritrovò a stringere i pugni per la rabbia e la tristezza: non sapeva cosa provare.

«Spegnete quella cazzo di musica» ordinò senza troppi giri di parole e Yoongi, assorto nella lettura del suo libro, alzò gli occhi preoccupato per l'umore di Jungkook.

«Ehi, stai calmo Jungkook, cosa diavolo ti prende» commentò Jimin spalancando gli occhi e un secondo dopo chiuse la sua bocca, sorpreso, «ha rifiutato di nuovo la proposta... È per questo che stai così» mormorò Jimin scuotendo il capo per l'incredulità.

𝐏𝐀𝐒𝐓 𝐋𝐈𝐅𝐄 | 𝐣𝐣𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora