CAPITOLO 20 - SVEGLIATI PER FAVORE.

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POV MARTINA

Passò una settimana; l'avevo trascorsa lavorando e dopo aver finito tornavo in ospedale. Mio fratello vista la situazione in cui mi trovavo aveva deciso di restare qualche altra settimana insieme a me. I miei genitori si erano fatti sentire, ma non sapevano completamente nulla di tutto ciò. Non sapevano nemmeno di Jorge se è per questo. Mentre loro trascorrevano le loro serate tra cene importanti e show, io me ne stavo in ospedale senza dire nulla. In questa settimana anche Mer mi era stata di molto aiuto. Non che approvasse questo mio legame con Jorge, ma teneva a me come ad una sorella ed essendo la mia migliore amica era sempre lì a sostenermi. Anche Xabiani insieme a Mer, era venuto molto spesso a trovarmi, così come Valeria e con mia grande sorpresa anche Ruggero. Francisco stava praticamente passando le sue vacanze qui con me e questo mi faceva sentire un po' in colpa, ma Jorge aveva bisogno di me e non potevo fare altro.

Il lunedì successivo, qualche ora prima di andare a lavoro passai nuovamente dall'ospedale. Credetemi, non avevo voglia di lavorare, ma dovevo farlo. Stavo male e spesso i miei pensieri mi dicevano che Jorge non si sarebbe risvegliato. Questo era un pensiero che mi tormentava.

Non appena arrivata in ospedale, stavo per entrare nella stanza di Jorge, ma mi fermai dietro la porta non appena sentii che Helen era nella stanza e stava parlando a lui.
____
«Ammetto di essere stata sempre dura con te, ma cavolo Jorge non puoi morire. Ti prego, è già una settimana che dormi profondamente, svegliati! Non credi che sia passato abbastanza tempo? Non ho già mio padre, perdere anche te sarebbe troppo. Chi mi guarderà dai pericoli se non te?» diceva con voce soffocata come se si trattenesse dal piangere. Quella ragazzina era una vera dura. «Io non so spiegarmi come nonostante tu sia una merda e faccia cose senza senso, la mamma ti ami in un modo esagerato, Daniel ti vede come un modello da seguire. E credimi, se Daniel dovesse imitarti in futuro, vi cancellerò entrambi dalla lista dei familiari. E poi Martina.. anche quella ragazza ti ama! Ne sono sicura. E onestamente non capisco che ci trovi in te. Cioè ok, sei molto carino e non lo dico perché sei mio fratello o perché tutte le mie amiche o tutte le ragazze del Lexon sono pazze di te.. ma hai un carattere di merda, un passato schifoso ed un presente peggio del tuo passato. Quella ragazza potrebbe essere la fidanzata di un principe.. e non lo dico solo per il suo lusso. Invece è innamorata di te, di un lurido ragazzo come te. Guai a te se quando ti risveglierai te la farai scappare, chiaro? Perché ti risveglierai, no Jorge? Dimmi che lo farai, per favore. E anche io, anche se non te lo dico quasi mai, ti voglio bene fratellone.» notai che scosse il capo mentre osservavo dalla vetrata della porta «Comunque è ridicolo che io stia parlando con te, perché tu non puoi sentirmi.» chinò il capo guardandosi le mani, e fu in quel momento che decisi di entrare. «io credo che invece ti abbia sentito. Magari ti sta sognando in questo momento mentre gli dici tutte queste belle parole.» gli sorrisi e le misi le mani sulle spalle. «oh- tu m-mi hai s-sentito?» chiese balbettando; «in parte..» sorrisi posandole una mano sulla spalla «Tu credi che abbia sentito?» si alzò dalla sedia e continuò a fissarmi. «Si.» sorrisi nuovamente, mentre lei mi si avvicinò per abbracciarmi. «Ti lascio con lui. Sono qui fuori.» si allontanò ed uscì dalla stanza lasciandomi sola, con quel ragazzo che stava da una settimana ancora disteso in un letto praticamente in coma. Mi faceva davvero troppo male guardarlo, mentre se ne stava lì con gli occhi chiusi. Mi sedetti sulla sedia accanto a lui ed iniziai ad accarezzargli i capelli, sistemandoglieli. Aveva le labbra secche, così presi un po' d'acqua e bagnandomi le dita, gliele passai sulla bocca. Poi mi fermai a fissarlo, per qualche istante. «Oh, Jorge. Mi manchi così tanto.» sospirai e prendendo la sua mano tra le mie, iniziai a piangere. Mi costava davvero tanto, non avere la certezza che si sarebbe risvegliato. Mi costava così tanto non averlo accanto a me pronto a proteggermi come sempre. Si, ok, per adesso Fran era qui a Buenos Aires, ma a me mancava Jorge.

[...]
Dopo aver finito il turno di lavoro, chiudemmo il locale restando lì dentro. Stavo sistemando le ultime cose nello scaffale prima di andare ma Ruggero mi fermò. «Va bene così Tini, non è necessario che tu continui. Sei molto stanca, siediti.» non aveva tutti i torti. «Beh, grazie..» mi sedetti e Valeria mi portò da bere mentre anche Mer e Xabi e Ruggero si sedettero nel mio stesso tavolo. «Allora come sta..Jorge?» mi chiese Mer. Chinai lo sguardo, perché avrei voluto dire che si stesse riprendendo e invece no, non potevo dirlo. «Beh, è sempre lo stesso.» Mer allungò la sua mano poggiandola sopra la mia. «Mi dispiace.» «Vedrai che ce la farà.» cercò di rassicurarmi Xabiani. «Sappi che noi ci siamo, per qualsiasi cosa. Però dovresti riposarti Martina. Fare una pausa, stare un po' a casa.» avevano ragione, ero stremata. Ma Jorge aveva bisogno di me.
[..]
Stavo salendo sulla mia auto, che guidava Fran, ma Ruggero mi chiamò. «Tini.» «Si?» «Devi essere davvero innamorata per fare tutto quello che stai facendo pur non essendo ancora una coppia..» sorrisi «Spero di trovare un giorno una ragazza che mi ami allo stesso modo in cui tu ami lui.» «La troverai.» gli regalai uno dei miei sorrisi più sinceri e lo abbracciai volentieri. «Comunque sia, sai che io ci sono. Quindi se hai bisogno, hai il mio numero..» «Lo so e ti ringrazio di cuore. Ti voglio bene, grazie per avermi sempre capito.» «non devi ringraziarmi. Buonanotte Martina, ti voglio bene anch'io.»

Ruggero era stato così comprensivo. Nonostante provasse qualcosa per me e nonostante il mio sentimento non fosse ricambiato, era stato tanto maturo da mettere tutto da parte per starmi vicino.

Mi trovavo nuovamente a parcheggiare la mia auto davanti l'ospedale. Erano le 10 del mattino ed era passata un'altra settimana, ma non era cambiato completamente nulla. I dottori dicevano che ormai non c'era nessuna speranza, ma io continuavo a crederci. Continuavo a credere che avrei rivisto quegli occhi fissare i miei. Erano due settimane che Jorge stava così ed io ero stanca, stanca, stanca. Sua madre aveva perso le forze, sua sorella come me continuava a sperare e suo fratello si era chiuso in se stesso. Avevo provato a parlare con lui, ma non ascoltava nessuno. I ragazzi ogni giorno lo trascorrevano qui fuori in sala d'aspetto, e Diego spesso era entrato a parlare con Jorge. È incredibile perché nonostante il suo carattere duro era entrato nel cuore di molti.

Non appena entrai in ospedale, vidi Diego scendere. «Ehi..» lo salutai strofinando la mia mano sulla sua spalla. «Martina, ciao!» «Ancora niente miglioramenti?» chiesi con un filo di voce. Scosse il capo e abbassò lo sguardo «purtroppo le speranze di ripresa sono davvero poche, quasi nulle. Sostengono che non ce la farà.» il mio cuore speranzoso si ruppe in tanti piccoli pezzi in quell'esatto momento, un nodo alla gola iniziò a stringere così forte da non riuscire quasi a parlare. «Cosa? Perché? Non può essere! Jorge è forte! Deve farcela!» «Lo pensavo anche io, ma..» iniziai a piangere istericamente, e Diego mi abbracciò. «Non riesco a crederci che il mio migliore amico sta per..» «Non dirlo!» lo fermai quasi supplicandolo. Non avrei potuto sopportare di sentire che Jorge stesse morendo. Non poteva succedere, no! «Ma lo stronzo che ha provocato tutto ciò sta almeno pagando le conseguenze?» gridai facendo girare un bel po' di gente. «È in prigione.»

Poco dopo, mi precipitai su, nella stanza di Jorge, chiudendo la porta alle mie spalle e sedendomi sul letto dove lui era coricato.  Afferrai la sua mano e dolcemente iniziai a giocare con le sue dita. «Jorge, per favore so che puoi sentirmi. Non lasciarmi.» lasciai cadere un'altra lacrima sul suo camice. «Non credi che adesso è passato davvero troppo tempo? Sono 15 giorni che dormi ininterrottamente, adesso basta. Dannazione Jorge, non posso accettare che tu te ne vada!» gridavo, poi cercai di calmarmi e mi avvicinai alle sue labbra. «Magari stai aspettando il bacio del vero amore che ti risveglia..» sospirai ridacchiando tra le lacrime «..sempre che io sia il tuo vero amore.» poggiai le mie labbra sulle sue ormai nuovamente secche e gli stampai un bacio dolce, poi allontanandomi e scuotendo il capo ritornai alla realtà. «Avevo creduto che.. Che sciocca che sono!» chinai lo sguardo, iniziando nuovamente a piangere, perché non potevo accettare che Jorge stesse per morire. «Io ti amo Jorge. Ho bisogno di dirtelo. Non puoi andar via adesso.. Per favore! So che sei una merda, hai una vita che fa schifo e che c'è qualcosa del tuo passato per cui potrei odiarti. Ma io ti amo e non mi importa del tuo passato. Io voglio te, voglio riuscire a vedere la tua vita cambiata, migliorata.. perché te lo meriti Jorge. Voglio essere nel tuo futuro e renderlo migliore. Sì Jorge.. perché anche se io non te l'ho ancora detto.. ti amo. Ti amo così tanto.. che non riuscirei ad immaginare di passare per le strade del Lexon senza incontrare i tuoi occhi verde smeraldo. Jorge, ti prego.. non lasciarmi.» restai ancora a guardare quel corpo immobile ormai da due settimane, ma niente. Sospirando, mi alzai dal letto e mi avvicinai alla porta per uscire a prendere un caffè. Ero molto stanca. Posai la mano sulla maniglia, asciugando le mie lacrime con l'altra, ormai rassegnata... ma in quell'esatto momento sentii una voce soffocata pronunciare il mio nome. «M-mar-ti-na.» mi voltai incredula, ma vidi che Jorge aveva ancora gli occhi chiusi. La mia voglia di vederlo sveglio mi faceva sognare ad occhi aperti di sentirlo. Stavo per uscire ma quella voce pronunciò nuovamente il mio nome. Mi voltai e precipitandomi accanto a letto, guardai Jorge che stava provando ad aprire gli occhi. «Jorge!!» iniziai a piangere di gioia, perché avevo sentito realmente la sua voce e ricordava perfettamente il mio nome. Stava provando a dire qualcos'altro ma lo invitai a non dire nulla e a non sforzarsi. «Vol-evo solo dirti che anche io t-i a-mo!» disse faticando e quasi sussurrando senza forze. Le lacrime di gioia rigavano il mio viso e chiamai un dottore velocemente.

Dopo averlo visitato, con grande stupore dei dottori, Jorge ce l'aveva fatta. Era un miracolo! Sarebbe passato qualche giorno prima di ristabilirsi del tutto, ma avrei aspettato ancora. L'importante era che adesso stava bene.

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Nel prossimo capitolo, arriveranno altre nuovissime sorprese. Ma nel frattempo, cosa ne pensate di questo??

Scusate se troverete errori, vedrò di correggerli presto. Grazie a tutte, vi voglio bene.

Innamorata di un bad boy. || LBDove le storie prendono vita. Scoprilo ora