CAPITOLO 32 - UN NUOVO INIZIO (ultimo capitolo)

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Provai a scappare per dirigermi da lei e proteggerla, ma uno sparo, dritto alla mia spalla mi colpì, facendomi cadere. «Hai portato la pollastrella qui?» disse avvicinandosi a Martina, e chiedendo ai suoi uomini di prenderla. Il mio dolore alla spalla era forte. «NON. TOCCARLA.» sussurrai con le mi poche forze, scandendo bene le parole. Ma invano, i suoi uomini la presero per i fianchi, mentre lei continuava a gridare il mio nome spaventata dalla scena. Fu li che uscirono fuori tutti i poliziotti nascosti, compresi i miei amici. «Infame!!!» mi urlò Derek, scappando con i suoi uomini che tenevano Martina prigioniera. «Adesso vedrai!!» urlò nuovamente correndo mentre i poliziotti lo inseguivano. Damien e Diego si avvicinarono velocemente a me gettandosi per terra per aiutarmi mentre da per terra provavo ad alzarmi con la mia spalla sanguinante. «Non pensate a me!!!» urlai «Pensate a lei!! Vi prego!! Salvate lei, non deve toccarla!»

Avevo paura di cosa potesse fare quel verme e i suoi uomini a Martina proprio in quel momento. Ma nello stesso tempo ero tranquillo del fatto che ormai la polizia era lì e Derek aveva davvero poca libertà. Provai ad alzarmi, ma ancora niente, ero da solo, coricato lì sanguinante e le mi forze diminuivano. Il dolore era esagerato, ma non mi importava, avevano la mia Martina prigioniera ed io non potevo far nulla per salvarla. «Jorge??» urlò una voce che correndo venne da me. Era la migliore amica della mia ragazza, come si chiamava? Se non ricordo male aveva il nome di una macchina, ma Tini la chiamava sempre Mer o Mechi.   Ma che ci faceva lei qui? Si abbassò in ginocchio con il mano una fasciatura è molto coraggiosamente me l'attacco tutta intorno, stringendola ed evitando che il sangue continuasse ad uscire così rapidamente. «Mercedes?» chiesi con le mie poche forze quasi a bassa voce. «Si, sono io. Svelto, ti porto in un ospedale qui vicino.» «No, non posso. Non posso andarmene mentre Martina é nelle mani di quel mostro.» dissi provando ad alzarmi da terra con l'altra mano. «Jorge, stai perdendo parecchio sangue. Non si scherza su queste cose. È pericoloso, andiamo, ti aiuto ad arrivare in macchina.» «NO!» urlai «Martina ha bisogno di me!»

POVS MARTINA

Ero nelle mani di due uomini e che mi tenevano dalla testa ai piedi. Provavo a liberarmi, ma la loro forza era talmente tanta che anche se ci provavo, mi facevo male io stessa. Piangevo e urlavo, e la cosa che più mi fece male fu l'immagine di Jorge che in seguito ad uno sparo cadde a terra, non sapevo le sue condizioni e non sapevo nulla. Volevo piangere e gridare, questa volta era tutta colpa mia, della mia testa dura e del mio istinto che in un momento così delicato mi ha portato a rovinare il piano di Jorge.

Dopo 5 minuti di corsa intensa dove venivo trasportata, mentre altre persone ci inseguivano, ci fermammo. Quel tipo Derek puntò la pistola verso di me, guardando tutti i poliziotti, e Diego e Damien con aria di sfida. «Fermi dove siete!» urlò «Se non volete che questa ragazzina..» disse avvicinandosi ancora di più a me, con la pistola sulla mia tempia «..faccia una fine peggio di quel traditore.» volevo piangere, ma dovevo trattenermi, in quell'esatto momento era troppo rischioso farlo arrabbiare ancora di più. Vidi tutti fermarsi rapidamente a 10 metri lontani da me. «Posa la pistola!» ordinò un poliziotto, guadagnandosi solo una risatina da Derek. «Cosa avete intenzione di fare eh? Non rovinerete la mia vita! Non rovinerete i miei piani!!!» urlò prendendomi il braccio e appoggiando la pistola sulla mia tempia. Non avevo mai avuto così paura in vita mia. Uno sparo proveniente dalle mie spalle mi fece saltare per la paura, ma vidi che qualcuno lasciò a poco a poco la presa del mio braccio. «L--a-s-c-i-a-l-a in pace!» quella voce, riconoscevo quella voce, appena mi voltai vidi Jorge con Mercedes accanto, aveva lo sguardo più serio e acceso d'ira mai visto fino ad ora, una spalla fasciata con della garza sanguinante, ed una pistola nell'altra mano puntata su Derek. Derek cadde a poco a poco a terra, Jorge lo aveva colpito esattamente sulla spalla. «Così capisci cosa vuol dire provare dolore, farabutto.» in quell'esatto momento i poliziotti acciuffarono i collaboratori di Derek che provavano a scappare, senza riuscirci. E anche due poliziotti presero Derek che continuava ad urlare parole incomprensibili a Jorge. «Me la pagherai Blanco! Me la pagherai!» queste furono le uniche parole che riuscimmo a capire. Jorge era lì davanti a me, insieme a Mercedes per qualche strana ragione, ma era in piedi, dolorante e sanguinante, ma era in piedi ed era in vita. «Stai bene?» mi chiese avvicinandosi, posando la pistola in tasca e abbracciandomi con l'unico braccio buono, mentre i poliziotti, Damien e Diego si occupavano di Derek e dei suoi uomini. Piansi una volta che fui abbracciata e vedendolo. «Si, sto bene. Ma ho avuto paura.» dissi piangendo sul suo petto. «È tutto finito piccola, è tutto finito.» mi baciò la fronte per rassicurarmi. «Martina, dobbiamo correre in ospedale. Jorge sta perdendo troppo sangue e potrebbe svenire da un momento all'altro, andiamo, guiderò io!» ci interruppe Mer, prendendosi per il braccio e strascinandoci in macchina.

Innamorata di un bad boy. || LBDove le storie prendono vita. Scoprilo ora