III

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Picchiettando gentilmente sul tettuccio, la pioggia incapsulava la Bentley in un bozzolo di quiete.

Il suono sordo delle gocce sulla lamiera si mescolava al ticchettio dell'acqua sui vetri; gli faceva da contrappunto la voce sottile del rigagnolo che scorreva fra le ruote, lungo il marciapiede.

L'aria era satura dell'odore del gin. Ma se Crowley dilatava le narici, lì riverso col capo rovesciato sullo schienale, poteva sentire anche il profumo verde e umido delle piante affollate sul sedile posteriore.

Se ascoltava attentamente, poteva sentire il cauto dispiegarsi delle foglie nuove, lo spandersi lento della linfa in ogni nervatura.

Se lasciava l'alcool nelle sue vene fare lo stesso, se chiudeva gli occhi, poteva quasi immaginare di trovarsi in un giardino; di essere disteso nell'erba, e non avere memoria di nulla eccetto che della terra bagnata dalla prima rugiada.

"Crowley, svegliati," disse secca una voce.

Crowley non si mosse.
Impiegò qualche momento a decidersi di degnare l'intrusione con un "vaffanculo" basso ma ben distinto.

Un leggero fruscio dal sedile accanto, e anche senza guardare poté immaginare perfettamente Shax che si voltava verso di lui, per meglio esibire la nuova livrea e i gradi di cui si era certamente insignita da sola.

Imbecille, pensò Crowley.

"Ti sto facendo una cortesia," proseguì Shax, al solito riguardosa come una mannaia. "Il nuovo inviato dell'Inferno in Terra è appena stato nominato e non permetteremo che perda tempo a farti da portalettere. Questa è l'ultima volta che vengo a darti la posta."

"Fantastico," rispose Crowley senza muoversi; "Adesso, sparisci?""

"Non c'è alcun bisogno di essere indisponenti," replicò Shax, senza dar segno di volersene andare. "Le cose si sono sistemate così bene per tutte le parti interessate. Io ho avuto una promozione. Il tuo angelo da compagnia ha avuto una promozione. E tu..." Crowley poté praticamente udire il ghigno di Shax scattare come una tagliola. "Be', immagino che avrai tutto il tempo che vuoi per nutrire le anatre, adesso."

Crowley poté solo serrare i denti per resistere al gorgo nero che gli strinse la gola.

"...e per finire di macerarti nell'alcool, suppongo." continuò Shax, smuovendo con la punta del piede la distesa di bottiglie vuote sul fondo della macchina.

"Cosa che mi stava riuscendo splendidamente, fino a un momento fa," eruppe Crowley girandosi di scatto. Era un errore, avrebbe dovuto continuare a ignorarla finché non si fosse stancata, ma il gorgo nero aveva tracimato soffocandolo di rabbia. "Adesso, per una singola volta nella tua esistenza, Shax," proseguì comprimendo di nuovo la voce in un basso sibilo, "fai la cosa intelligente e sparisci dalla mia vista."

Questa volta Shax chiuse la bocca con uno scatto, distogliendo frettolosamente lo sguardo.
Crowley si chiese vagamente se avesse avuto paura.

"Un'ultima cosa, allora," gli disse, fingendo di ritoccarsi il trucco nello specchietto retrovisore. "Un consiglio, se vuoi. Lassù c'è movimento. Si parla di un nuovo quartier generale operativo... Stanno spostando una parte più larga delle attività sulla Terra. Naturalmente, ci prepariamo a fare lo stesso."

Shax gli rivolse un sorriso malignamente dolce. "Continua a starne fuori, Crowley." E si volatilizzò.

Crowley rimase un istante in sospeso, prima di avere la certezza di essere nuovamente solo. Poi si abbandonò di nuovo lungo lo schienale, sospirando pesantemente, e pescò una bottiglia da sotto il sedile. La vuotò in un'unica lunga sorsata.

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