Prologo.

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Sentii la campanella suonare dall'esterno dell'edificio color cemento così affrettai il passo per arrivare il prima possibile in classe.

Era il primo giorno di scuola e non volevo rischiare di ritrovarmi come tutti gli anni in prima fila,affianco al classico secchione felice di ritornare fra quei banchi dopo tre mesi di vacanza.

Avevo messo la sveglia prima per evitare di tardare,ma evidentemente era servito a poco,era il mio ultimo anno e nonostante ci avessi provato per quattro lunghi anni non ero mai riuscita ad arrivare in tempo alle lezione per occupare un posto nelle ultime file.

Presi velocemente il libro di letteratura inglese dal mio armadietto e lo chiusi con forza per avviarmi verso l'aula 23 con passo spedito,ormai tutti gli studenti erano nelle loro classi e nel corridoio c'erano solo quelli di prima spaesati e spaventati e i soliti ragazzi in ritardo come me.

Bussai alla porta e il mio viso si tinse di rosso quando mi ritrovai con gli occhi di tutta la classe puntati su di addosso.
"Vedo che dopo quattro anni signorina Green non ha ancora imparato ad arrivare puntuale ad una mia lezione" mi disse il professore con un piccolo sorriso.
Mimai un piccolo 'mi scusi' e mi misi a sedere nell'unico banco libero vicino alla finestra.

Per quanto mi piacesse leggere,la lezione era abbastanza noiosa così dopo venti minuti presi il mio quaderno dalla borsa e cominciai a scrivere tutto quello che mi stava passando per la testa.

Mi aiutava molto scrivere su quel quaderno,non ero mai stata una ragazza aperta con le persone,erano pochi quelli che ritenevo amici e neanche a loro raccontavo quello che provavo o altro.

Quel quaderno con il tempo era diventato il mio migliore amico,ci scrivevo sopra quando ero arrabbiata,delusa,stanca,felice, con lui condividevo qualunque cosa.

Lo tenevo sempre con me e neanche mia madre sapeva della sua esistenza,ne ero a conoscenza solo io.

La campanella suonò senza neanche che me ne accorgessi così raccolsi veloce le mie cose e uscii dalla classe senza rivolgere lo sguardo a nessuno e mi diressi all'armadietto.

La giornata passò velocemente e quando suonò l'ultima campanella corsi fuori e mi diressi al mio motorino,volevo tornare a casa il prima possibile.

Quando arrivai mia madre non c'era,ma al suo posto trovai un bigliettino:

'tesoro purtroppo mi hanno fermato in ospedale per degli straordinari e torno verso mezzanotte,ti ho lasciato i soldi per il pranzo e per la cena.
Ti voglio bene amore'

Accennai un piccolo sorriso,vedevo molto poco mia madre,ma sapevo che lavorava così tanto per non farmi mancare niente e le ero grata per tutto quello che aveva fatto per me da quando mio padre se ne era andato,a lei dovevo tutto.

Presi i soldi e mi diressi verso il parco,avevo voglia solo di scrivere sul mio quaderno così presi un pezzo di pizza al piccolo bar vicino al laghetto poi cercai un posto tranquillo dove sedermi,lontana dalle urla dei bambini e da tutte quelle coppiette felici che mi facevano venire il voltastomaco.

Trovai un piccolo albero nascosto da una siepe abbastanza alta,mi misi a sedere sulla poca ombra che le foglie e i rami creavano,tirai fuori il diario e la penna e buttai giù tutto quello che mi passava per la mente.

***

"Che ci fai qui a quest'ora? Sai il parco può essere pericolo per una ragazza come te quando è buio" alzai immediatamente la testa spaventata,ero così presa da quello che stavo scrivendo che non mi ero resa conto che il cielo si era fatto buio.

Girai la testa di scatto e mi ritrovai un ragazzo in piedi davanti a me,cercai di identificare il suo viso,ma mi fu difficile dato il buio che ci circondava solo dopo averlo messo a fuoco vidi che aveva sulla testa un cappuccio che rendeva impossibile riconoscerlo.

Ero spaventata,ma raccimolai tutto il coraggio che avevo in corpo e gli risposi in modo sicuro.

"Potrei farti la stessa domanda e poi se avessi voluto violentarmi o aggredirmi lo avresti gia fatto quindi non vedo perché dovrei essere spaventata da te".
Non potei vedere la sua espressione alla mia risposta,ma capii che stesse sorridendo quando sentii una piccola risatina uscire dalle sue labbra.

"Piacere Clarissa" dissi tendendogli la mano,mi stupii di me stessa a quel gesto perché solitamente non ero una ragazza aperta a nuove conoscenze,stavo sempre sulle mie,ma con lui era scatta qualcosa dentro di me che mi rendeva sicura nonostante non sapessi assolutamente niente di lui e forse era proprio questo.

Lo sentii ridere nuovamente e lo vidi girarsi e incamminarsi verso l'uscita del parco ignorando completamente la mia mano ancora tesa a mezz'aria.

"Non ti hanno insegnato l'educazione?" urlai e si fermò di colpo e sentii per l'ennesima volta la sua risata così cristallina, "seriamente Clarissa dovresti andare a casa,è tardi" poi riprese a camminare tranquillamente finchè non lo vidi sparire completamente dalla mia visuale.

Sorrisi ripensando a quello strano ragazzo,era un fottuto stronzo,ma ero sempre stata attratta dai tipi come lui.

Guardai l'orologio ed erano le undici,mia madre sarebbe tornata a casa nel giro di un'ora e dovevo sbrigarmi così misi tutto nella borsa e mi incamminai verso l'uscita del parco.


#SPAZIO AUTRICE.

ciao a tutte ❤
questa è la mia seconda fanfiction e spero che vada meglio della prima.
Mi dispiace per gli errori e mi scuso in anticipo, per quanto riguarda mystery credo che la cancellerò molto presto perché per quanto ci abbia provato non ho proprio idee per continuare, mi dispiace.

#silvia

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