chapter six.

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Finalmente anche la campanella dell’ultima ora era suonata,volevo tornarmene a casa e non pensare più niente.Nelle ultime quattro ore un vortice di domande aveva continuato a girare nella mia testa e se non avessi trovato qualcosa da fare che mi facesse distrarre sarei diventata matta.
Continuavo a chiedermi come fosse possibile che la scrittura di Niall e di quel ragazzo fosse identica,mi ero fatta varie teorie,ma nessuna sembrava dare una spiegazione logica a tutta quella situazione.

Presi le mie cose dall’armadietto e mi diressi verso casa,dopo la prima ora non avevo più visto Niall e forse era stato meglio così,non avevo idea di come il mio corpo avrebbe reagito se avessi dovuto incrociare il suo sguardo nel corridoio,in quel momento avevo solo bisogno di risposte,ma non potevo andare da lui e chiederglielo perché mi avrebbe sicuramente preso per pazza.

Quando arrivai davanti a casa notai che la macchina di mia madre non era parcheggiata nel vialetto e dalla mie labbra usci uno sbuffo frustrato,ormai ero abituata a vederla solo la mattina prima di andare a scuola,il suo lavoro la teneva occupata quasi tutto il tempo e sapevo perfettamente che lo faceva per me,per non farmi mancare niente,ma cominciavo a sentire la sua mancanza,non passavamo un po’ di tempo insieme da molto e questo mi dispiaceva.

Entrai in casa e mi diressi nella mia camera,il mio stomaco si era letteralmente chiuso e anche se ci avessi provato non  sarei riuscita a mangiare niente.Mi buttai a peso morto sul letto e cominciai a fissare le piccole gocce che avevano cominciato a scivolare lungo il vetro della finestra.I miei pensieri tornarono a Niall,ero spaventata da quello che sarebbe potuto succedere se lui fosse stato il ragazzo del parco,ma una piccola parte di me stava cominciando a sperarlo.

Mi ricordai che nel comodino avevo ancora una foto di me e lui che ci aveva scattato mia madre il giorno prima che ci trasferisse così aprii il primo cassetto e dopo aver cercato un po’ la vidi seppellita sotto alcune collane che avevo anche dimenticato di avere.

Mi stesi nuovamente sul letto e un piccolo sorriso lasciò involontariamente le mie labbra al ricordo di quel giorno,la foto ritraeva me e Niall seduti su una piccola panchina di legno che mio padre aveva costruito poco tempo prima,io stavo sorridendo alla macchina fotografica mentre lui mi stava guardando con il suo splendido sorriso,aveva le guancie un po’ arrossate e gli occhi chiusi in due piccole fessure. Sorrisi nuovamente quando vidi che in mano teneva una piccola margherita che mi regalò subito dopo che la foto venne scattata,ricordo ancora quando me la porse dicendomi che l’aveva raccolta per me,ero arrossita perché era la prima volta che qualcuno mi regalava qualcosa e ricordo che gli diedi un lieve bacio sulla guancia che rese le sue guance ancora più rosse.
Appoggiai la foto sul mio petto e una piccola lacrima scivolò lungo le mie guancie,avevo desiderato che quel Niall tornasse per tanto tempo e proprio adesso che avevo cominciato a dimenticarmi di lui i ricordi stavano riaffiorando uno dopo l’altro,ma non potevo illudermi,non potevo perché avrei ferito soltanto me stessa.Lui  era cambiato,era cresciuto,quel bambino era sepolto dentro di lui e non sarebbe più uscito fuori,lui non era lo stesso ragazzo del parco e per quanto ci sperassi dovevo farmene una ragione.

Mi asciugai le lacrime,dovevo smettere di piangermi addosso e andare avanti,ero sicura che ci fosse una spiegazione al fatto che la scrittura del biondo e a quella di quel ragazzo fosse uguale e per scoprirlo c’era solo un modo.

Mi alzai dal letto e presi dal mio armadio la prima felpa che trovai,il cielo si era fatto scuro e la pioggia aveva cominciato a scendere un po’ più forte,ma non mi importava perché volevo risolvere tutto quel malinteso il prima possibile,perché era un malinteso vero?

Infilai il cellulare nella tasca posteriore dei miei jeans ed uscii di casa diretta verso il parco,erano solo le quattro di pomeriggio e sapevo che quel ragazzo non sarebbe arrivato prima delle otto,ma avevo bisogno di fare quattro passi per svagare un po’ la mente e passeggiare in mezzo a tutti quei bambini che giocavano e urlavano era il modo migliore. Presi un gelato al bar vicino all’area giochi e mi sedetti sulla prima panchina che trovai libera.Non avevo idea di come comportarmi se lui fosse venuto ed ero sicura che lo avrebbe fatto infondo quel biglietto ne era la prova,mi ricordai di averlo messo nella tasca dei pantaloni dopo l’ora di letteratura così lo tirai fuori e lo lessi ancora e ancora.

‘Vedo che lo hai trovato’

Alzai immediatamente la testa e lo trovai li,in piedi davanti a me con il suo solito  cappuccio a coprirgli il viso,il mio cuore cominciò a battere all’impazzata e le mie mani per la seconda volta in quella giornata cominciarono a tremare,avevo un sacco di cose da dirgli e un sacco di domande da fargli,ma la mia voce non ne voleva sapere di uscire,ci stavo provando con tutta me stessa ma le parole morivano in gola come se fossero intrappolate.

Non parli oggi? Sai di solito sei così aperta’ disse con tono sarcastico,poi sorrise.

C’era qualcosa di strano,qualcosa che non mi tornava,che per quanto mi sforzassi non riuscivo a capire,mi feci coraggio,volevo sapere,era finito il momento di giocare a nascondino.Mi ero aperta con lui più di quanto volessi fare,mi aveva detto che sarebbe diventato mio amico e io avevo accettato,mi stavo affezionando a qualcuno di cui non conoscevo neanche il viso.

‘Togliti il cappuccio’ la mia voce usci più sicura che mai e lo vidi sussultare un attimo alle mie parole.

‘Perché è così importante?’ chiese con tono insicuro.
Cominciai a ridere in modo isterico,davvero me lo stava chiedendo davvero?

‘Hai detto che vuoi essere mio amico e io ho accettato,ti ho detto un sacco di cose di me,credo che sia mio diritto sapere chi sei,non credi?’ la mia voce si incrinò alla fine della frase,più per il nervoso credo,quel ragazzo mi stava letteralmente mandando fuori di testa e io odiavo perdere il controllo.

‘Non lo farò’ l’insicurezza che avevo percepito prima nella sua voce era svanita completamente e questo mi fece innervosire ancora di più.

Sbuffai e mi alzai dalla panchina diretta verso casa,non volevo perdere un minuto di più con lui,avevo sbagliato a fidarmi,ma mi sembrava che in qualche modo lui potesse aiutarmi a uscire da tutto quello che stavo vivendo,mi ero avvinghiata a lui perché mi sembrava fosse l’unica fonte di salvezza prima di sprofondare del tutto.Potevo sentire le mie lacrime scivolare sul mio viso,ma non mi importava perché piangere era l’unica cosa che mi era rimasta da fare.

‘Per te è così importante?’ sentii la sua voce urlare dietro di me,era più roca rispetto al solito,ma era maledettamente bellissima.

Passai la manica della felpa sulle mie guancie poi mi girai verso di lui.

‘si’ sussurrai.

Lo vidi emettere un sospiro frustrato,ma dopo pochi secondi di esitazione si tolse il cappuccio.

Rimasi paralizzata davanti a me.

‘Zayn Malik?’.


#SPAZIO AUTRICE.
Ciao a tutte ragazze,so che il capitolo è abbastanza lungo,ma oggi sono particolarmente ispirata.
Allora in questo capitolo Clarissa scopre che il ragazzo misterioso non è Niall come si aspettava,ma è Zayn..
Diciamo che la storia sta cominciando a prendere forma e ho davvero tante idee per continuarla quindi ringrazio chi la sta seguendo e chi ha lasciato dei commenti o dei mi piace,è davvero molto importante per me.
Come sempre vi chiedo di farvi avanti se avete dei suggerimenti,critiche o consigli.

Hold my hand || n.h.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora