Prologo pt. 1

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Louis aveva cinque anni quando tutto era cominciato, o almeno quello era l'anno a partire dal quale ha i primi ricordi.

All'inizio erano piccole cose, insignificanti, e di certo un bambino di quell'età non lo avrebbe potuto capire né spiegare in alcun modo, quindi non ci aveva dato molto peso e per lui era un gioco. A volte si sentiva un supereroe con un super potere, come quando aveva impedito che Billy Ryan rovesciasse il bicchiere d'acqua sul disegno che stava facendo per suo nonno, o come quando aveva voltato il viso giusto in tempo prima che Miley Cross gli desse un bacio sulla guancia. Ew.

Suo nonno gli ripeteva in continuazione quanto fosse speciale e, nonostante Louis non gli avesse mai parlato del suo super potere, era convinto che il nonno in fondo lo sapesse e per questo lo elogiasse. Era bello avere un segreto tutto per sé, qualcosa che solo la sua amica immaginaria sapeva e solo perché glielo aveva detto Louis.

A sei anni gli episodi erano diventati più frequenti ma sempre cose banali ai suoi occhi, come quando un brutto sogno lo aveva svegliato nel cuore della notte ed era sceso al piano inferiore per girare la manopola del gas che il nonno aveva dimenticato di chiudere.

Gli anni successivi erano trascorsi più o meno nello stesso modo, l'unica differenza era che più cresceva e più si rendeva conto del fatto che forse non era totalmente una persona normale che faceva cose normali. Qualcosa dentro di sé gli diceva di non parlarne con nessuno, perché nessuno dei suoi amici a scuola sembrava essere poco normale come lo era lui.

Tutto era cambiato a dieci anni, quando per la prima volta l'episodio non era stato poi così tanto banale come lo erano stati gli altri in quegli anni.

Quel giorno il tempo era abbastanza caldo per una città come San Francisco, nonostante fosse ancora primavera, ed era riuscito a convincere suo nonno ad andare a mangiare un gelato al parco vicino a casa loro.

Louis guardava l'uomo con ammirazione. Nonostante i suoi sessant'anni non si fermava un attimo tra il lavoro, occuparsi di lui, le faccende domestiche e le ore che trascorreva chiuso nella soffitta, anche se non gli aveva mai detto cosa faceva lassù e dopo un po' Louis aveva rinunciato a chiederlo.

Non aveva ricordi di sua madre. Suo nonno qualche anno prima gli aveva detto che era morta in un incidente d'auto quando aveva cinque anni e nonostante a volte si sentiva un po' solo quando a scuola i suoi compagni tornavano a casa con le loro madri, Louis non aveva mai davvero sentito la mancanza della donna. Sapeva che era anche merito di suo nonno, che neanche per un secondo lo aveva mai fatto sentire solo.

Suo padre, il figlio di suo nonno, era andato via di casa quando Louis aveva sei anni. Al nonno non piaceva parlare di lui, ma Louis ricordava la notte in cui l'uomo lo aveva abbracciato per l'ultima volta prima di chiudersi la porta alle spalle e non tornare più indietro. Ricordava anche quando suo nonno si era inginocchiato davanti a lui e lo aveva abbracciato, promettendogli di non lasciarlo mai. E così era stato, l'aveva cresciuto come un figlio, gli aveva dato così tanto amore che a volte Louis non sapeva dove custodire quell'affetto e a volte il suo cuore faceva male per tutto l'amore che riceveva dall'uomo.

Per questo sapeva che non gli avrebbe mai negato di mangiare un gelato insieme ma ripensandoci poi, alla fine di quella giornata, Louis si pentì di averlo proposto.

Era un pomeriggio, aveva finito di fare i compiti ed era corso in camera sua per infilarsi le scarpe, fiondandosi poi al piano di sotto e trovando il nonno già ad aspettarlo davanti alla porta di casa con un sorriso smagliante.

Louis aveva insistito per andare a piedi, nonostante la strada per arrivare al parco passando davanti al gelataio fosse abbastanza lunga, ma si sentiva pieno di energie. O forse, con il senno di poi, era stato solo il destino a fargli prendere quella decisione.

Charmed [L.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora