Prologo

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"If it is true that there are as many minds as there are heads, then there are as many kinds of love as there are hearts"




Le leggende narrano che l'ora delle streghe, la mezzanotte di luna piena in cui il silenzio avvolge la terra e i fantasmi si risvegliano dal loro sonno diurno, sia il momento in cui le persone dotate di magia raggiungono il picco massimo del loro potere.

Se fossi una Divinatrice, sfrutterei la misticità della situazione per predirmi qualcosa di grande, di glorioso, come l'essere destinata a un amore proibito, eterno, uno di quelli che ammaliano gli astri e rallentano il sorgere del sole. Per mia sfortuna, però, non sono romantica abbastanza da crederci davvero.

Il potere divino che, al momento, sento scorrermi nelle vene è completamente diverso e da donna razionale quale sono, lo chiamerò con il suo vero nome: adrenalina.

Sgattaiolo fuori dalla finestra della mia stanza, ruzzolo sull'erba da un'altezza di mezzo metro e finisco con le scarpe nuove proprio dritta nella pozza di fango sotto il mio davanzale.

Il borsone da viaggio, in cui ho riversato l'intero contenuto del mio armadio, atterra con un tonfo al mio fianco. Un sottile strato di polvere e terra si solleva in aria con uno sbuffo, sporcandomi le gambe lasciate scoperte dalla gonna corta.

Mi osservo attorno con circospezione, il cuore che batte all'impazzata e minaccia di uscirmi fuori dal petto: non mi ero mai lanciata da una finestra prima d'ora, così come non avevo mai tentato di fuggire dalla Tana. Sono entrambe esperienze nuove, elettrizzanti, terrificanti.

Resto immobile, in attesa, come se mi aspettassi che, da un momento all'altro, qualcuno possa saltare fuori dai cespugli per trascinarmi di nuovo in casa. I secondi passano, il mio respiro affannato si stabilizza e gli unici rumori udibili continuano ad essere il gracchiare dei grilli e le foglie smosse dal vento.

Faccio un passo in avanti, un sospiro di sollievo già pronto a formarsi alla base della mia gola, quando il rombo di un motore appena acceso squarcia con fragore il silenzio della notte e risuona per tutto il cortile.

Il sangue mi si gela nelle vene e, dietro di me, un sonoro scricchiolio proveniente dalla finestra aperta, mi informa che qualcuno si è appena svegliato.

Afferro il borsone e comincio a correre.

Questa mattina, nel messaggio incantato scritto sul vetro appannato del bagno dopo la mia doccia, Il Responsabile dell'Ufficio Di Collocazione Degli Hit Wizard mi ha comunicato che, allo scoccare esatto della mezzanotte, il Capitano della squadra a cui sono stata assegnata sarebbe venuto a prendermi.

Non avevo grandi aspettative, ma confidavo nel fatto che un Capitano fosse in grado di far evadere la sua nuova subordinata dal giardino di casa sua, senza aizzarsi contro un'orda di Weasley e di Potter.

È evidente che ho sbagliato ad avere fiducia.

Le mie gambe tremano e protestano mentre attraverso alla velocità della luce la distanza che mi separa dalla moto. Sento dolore al petto, i polmoni che mi maledicono e le tempie che pulsano a causa delle scatto improvviso. Non mi fermo, continuo a correre nonostante il mio corpo si ribelli.

Un uomo alto, con indosso la divisa nera degli Hit Wizard, è pigramente seduto sul sellino, una sigaretta accesa gli pende dalle labbra come se non avesse alcuna preoccupazione al mondo.

Quando sono abbastanza vicina da riuscire a distinguere i suoi lineamenti nell'ombra, il mio stomaco sprofonda, la stessa sensazione di morte imminente di quando si manca un gradino. Sono tentata di girare i tacchi e tornarmene da dove sono venuta.

Weasley's rouletteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora