Primo giorno del secondo anno di college. Non sono pronta a riniziare la monotona routine scolastica e non è solo la mia mente a pensarlo. Sono 15 minuti che provo ad aprire gli occhi ma ancora non riesco. Finchè non inizio a sentire freddissimo. I miei occhi si spalancano e senza ancora capire nulla inizio a guardarmi intorno. Vedo le gambe e i letto bagnati fradici e quando alzo lo sguardo capisco chi è la colpevole. "è finita l'estate dormigliona, alzati" sento dire da quella stronza di Rachel. Mi chiedo come faccio a non averla ancora ammazzata dopo un anno che abitiamo insieme.
Sono talmente addormentata che non riesco neanche a replicare al suo gesto, mi alzo e mi butto direttamente in doccia. L'acqua calda è come una coccola che piano piano mi sveglia. Immersa in una nuvola di fumo esco dal bagno per godermi finalmente il mio amatissimo caffè. Non so come fanno le persone che non lo bevono, anche se posso capire se si tratta di caffè americano. Qui a Seattle il caffè fa schifo, sembra acqua sporca. Menomale che mamma mi manda rifornimento di caffè dall'Italia ogni mese.
Accendo il telefono e vedo diversi messaggi, mamma e papà che mi danno il buongiorno nonostante da loro sia notte e un messaggio di Mike "buongiorno piccola". Sbuffo appena finisco di leggere. Io e Mike ormai stiamo insieme da quasi un anno e sinceramente non so neanche io il perché. O meglio, è stata la prima persona che ho conosciuto l'anno scorso quando sono arrivata e mi è stato fin da subito molto simpatico. È pieno di amici e mi ha presentato alla maggior parte delle persone che frequentano il nostro corso, compresa Rachel. All'inizio però non avevo capito che i suoi interessi nei miei confronti non erano di una semplice amicizia e passati un paio di mesi, quando si è dichiarato, mi sentivo talmente in debito con lui che non sono riuscita a dirgli di no. Alla fine mi aveva trovato un appartamento vicino al campus, un gruppo di amici e soprattutto una coinquilina che poi è diventata la mia migliore amica. Pensavo che con il passare del tempo avrei iniziato anche io a ricambiare i suoi sentimenti, ma non è mai successo.
Mentre mi accendo una sigaretta sul balcone mi arriva un altro messaggio, sempre di Mike: "stamattina ti passo a prendere io". Rispondo con un secco "ok" e rimetto il telefono nella tasca dell'accappatoio. A mia discolpa non sono così fredda solo con lui, non sono una persona affettuosa con nessuno al di fuori dei miei fratelli, questo lui lo sa e non sembra importargliene.
Non ho veramente voglia di vestirmi stamattina, quindi tuta e sneackers. Tanto chi avrà mia voglia di vestirsi bene il primo giorno di lezioni? Alla fine siamo ancora tutti un po' traumatizzati dalla fine dell'estate e soprattutto con tante ore di sonno da recuperare per tutte le feste che sono state organizzate nel campus. Non so come ma alla fine sono in ritardo. Mike continua a suonare il clacson rischiando di svegliare tutto il palazzo.
"ma la vuoi finire?! Ora scendo" gli urlo dal balcone e finalmente la smette. Finisco di mettere il mascara, prendo la borsa del computer e mi lancio giù per le scale. Tra un gradino e l'altro tiro fuori un mollettone dalla borsa e lo uso per legare i miei lunghi e ricci capelli castani. Mi ha messo talmente tanta fretta che non sono riuscita neanche a finire di asciugarli. "Rachel stamattina non c'è?" chiede in tono brusco. "no, viene con J" rispondo ancora più bruca io.
J (Jhonas) è il suo attuale fidanzato, se così si può chiamare. Escono da un paio di settimane, ma lei non mi sembra troppo interessata, secondo me finirà a breve. Faccio appena in tempo a finire la frase che Mike schiaccia il pedale dell'acceleratore a tavoletta. Conoscendolo non vuole fare tardi il primo giorno, giustamente il ragazzo più popolare deve arrivare per primo. Il viaggio dura poco più di 10 minuti e per tutto il tempo nessuno dei due prova a spiccicare parole, fino a quando non parcheggiamo.
"ora stampiamoci un bel sorriso in faccia e andiamo a salutare gli altri" mi dice. Ecco questa forse è la cosa che di lui più non sopporto. Deve sempre fingere che tutto vada bene. Lui agli occhi degli altri deve sempre risultare perfetto e di conseguenza anche io e la nostra relazione. Ormai non ho neanche più voglia di replicare, mi giro verso di lui, faccio il miglior sorriso che riesco a fare e scendo dall'auto.
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I tuoi occhi nei miei
RomanceSento la stanza che gira attorno a me, non mi reggono le gambe. Una marea di corpi sudati continua a sbattermi contro e io per poco non finisco a terra. Vedo uno spiraglio di luce e mi ci tuffo. Riesco finalmente ad allontanarmi dalla folla danzante...