Capitolo 18

19 3 0
                                    

Non lo lascio neanche spiegare che mi alzo e prendo la porta. Non capisco come faccia a passare dall'essere il ragazzo più romantico e gentile sulla faccia della terra, al più cretino. Come poteva pensare che non mi sarei offesa. Ha praticamente detto che fino a qualche giorno fa aveva il dubbio che fossi una sorta di scalatrice sociale. Faccio le scale più velocemente che posso, ma quando arrivo al portone mi rendo conto di essere senza macchina e senza soldi. Decido allora di fermarmi fuori e aspettarlo, tanto sono abbastanza sicura che mi stia seguendo. Io a differenza sua sto imparando a conoscerlo.

Infatti proprio come pensavo, nel giro di qualche secondo lo vedo sbucare dal grosso portone di vetro. "Mi puoi prestare 20 dollari per un taxi?" gli dico senza neanche guardarlo in faccia . "Tu sei proprio matta se pensi che ti lascerò andare a casa senza prima risolvere questa cosa" mi risponde serio, troppo serio. "Bene, allora significa che mi farò una bella passeggiata, tanto è proprio una bella serata" rispondo intestardita e subito dopo giro i tacchi in direzione di casa.

Mentre inizio ad allontanarmi non sento nessun rumore dietro di me, quindi immagino che non si stia neanche sforzando troppo per seguirmi. Quando mi giro nella sua direzione infatti lo ritrovo proprio lì dove l'avevo lasciato e allora non riesco più a trattenere la rabbia. "Sai, mi ha ferito sentirti dire quelle cose. Per tutta la mia vita sono stata etichettata come qualcuno che non sono e per una volta che penso di poter piacere a qualcuno per come sono realmente, questa persona mi dice che fino a un paio di giorni fa pensava fossi una in caccia di soldi. Anzi mi correggo, tu me l'hai detto sta sera solamente perché quel pazzo Mike ha deciso di rapirmi, se no chissà per quanto sarebbe andata avanti questa farsa. Vero che non ci conosciamo da tanto, ma speravo che ormai avessi capito chi sono. Mattew io sto male ogni volta che ti vedo, sento il cuore che mi salta su e giù nella pancia, secondo te come mai potevo prendere una cosa del genere?" gli urlo tra un singhiozzo e l'altro.

Lui rimane li fermo di fronte a me per qualche secondo, come se fossi riuscita a colpirlo dritto nel segno con quelle parole. Poi inizia a incamminarsi verso di me e io d'istinto faccio lo stesso. Nel giro di pochi secondi sono stretta tra le sue braccia, immobile, totalmente disarmata. "Mi fai impazzire piccola Abigale, non volevo farti del male" mi sussurra all'orecchio. Tutta la rabbia che avevo è sparita nel giro di 5 secondi, non di più. Quando contro voglia mi stacco da lui, mi da un bacio e mi asciuga le lacrime. Ma come fa, come fa a fare così poco e così tanto nello stesso momento.

"Vuoi ancora andare a casa?" mi chiede con faccia da finto cucciolo. Gli rispondo con una sberletta sul braccio e subito dopo mi incammino verso il portone del suo fantastico attico. Mentre cammino mi riprometto di cercare di stare più calma e soprattutto di non permettere che qualcos'altro rovini questa serata.

Quando torniamo in casa torna subito la calma e finiamo la fantastica cena che mi aveva preparato. Oltre al cibo anche il vino che ha scelto è veramente ottimo anche se un pochettino forte. Dopo solo qualche bicchiere inizio già a sentirmi non troppo lucida e rido di continuo. Per fortuna lui fa lo stesso, se no mi sarei sentita in imbarazzo. Decidiamo allora di spostarci sul suo divano per continuare a chiacchierare e soprattutto per stare più vicini. Forse anche un po' troppo.

Basta poco che la situazione si scalda molto più di quanto fosse mai successo. Iniziamo a baciarci, in modo diverso rispetto al solito, sono baci decisamente più passionali, le nostre lingue si intrecciano alla perfezione, come due pezzi di puzzle. Non so se è il vino a farmi questo effetto, ma penso di non averlo mai desiderato così tanto. Mi siedo sopra di lui e mi accorgo subito che la cosa per fortuna è ricambiata. Divento subito rossa in viso quando me ne rendo conto e lui scoppia a ridere. "Pensavi di essermi indifferente piccola Abigale? È da quando ti ho visto il primo giorno di lezioni che mi sto trattenendo per non saltarti addosso" mi sussurra all'orecchio prima di darmi un bacio sul collo.

Mi stacco leggermente per guardarlo negli occhi, per capire se mi stesse dicendo la verità, ed è proprio così. Lo vedo dai sui bellissimi occhi scuri e maliziosi che non mi sta mentendo. In questo momento non so se mi incutono timore o mi eccitano da morire, ma penso più la seconda. Ritorniamo a baciarci e i nostri corpi iniziano a muoversi all'unisono. Sto veramente cercando ogni briciola del mio autocontrollo per non strappargli i vestiti di dosso ora, ma per fortuna interviene lui.

"Mi sto già pendendo di quello che sto per dirti, ma per quanto io ti voglia, non penso sia il momento giusto. Non voglio metterti fretta, soprattutto dopo quello che ti è appena successo" mi dice posizionando le sue mani sul mio sedere. "Beh, sappi che però quelle mani non aiutano allora" gli dico sbuffando e rotolando via dalla sua presa. Sto facendo un po' l'offesa, ma in realtà penso abbia ragione e soprattutto mi fa piacere che sia così premuroso, almeno so che veramente non mi vuole solo per quello.

Si sdraia sul divano e io mi metto sopra di lui mentre decidiamo cosa guardare in televisione. Mi sento così protetta tra le sue braccia, sarà per tutti quei muscoli? Beh che sia per quello o meno, mi si scioglie il cuore quando sono con lui. Mi sento finalmente a casa.

I tuoi occhi nei mieiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora