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La scuola non era così male come Michael si aspettava. Pensava che tutti lo avrebbero fissato e borbottato cose che pensavano non sentisse ma invece sentiva.
Pensava che lo avrebbero preso in giro per i suoi capelli verdi o perché indossava vestiti invernali nonostante fosse ormai primavera. Invece nessuno gli prestava attenzione.

L'unica volta in cui aveva effettivamente parlato con qualcuno era stata quando aveva chiesto ad un insegnante dov'era l'aula di musica.
Gli era piaciuta molto la lezione di musica: l'insegnante gli aveva dato varie opzioni di strumenti tra cui poteva scegliere, così aveva optato per la chitarra.

Per il primo compito di musica doveva imparare una canzone a sua scelta e poi suonarla davanti alla classe, cantarla era facoltativo. Michael era emozionato, se non fosse che doveva esibirsi davanti a tutta la classe. Però avrebbe escogitato qualcosa con i suoi genitori per convincere il prof. a suonare solo davanti a lui.

Michael adorava la musica e sapeva già suonare la chitarra; così già il giorno dopo aver ricevuto il compito aveva scelto che canzone performare.
Però non era ancora convinto sul fatto di cantare; benché adorasse farlo non sapeva se voleva esporsi così tanto  davanti all'insegnante.

Il mattino dopo non era triste di doversi alzare per andare a scuola, anzi ne era entusiasta. Così lo erano anche i suoi genitori vedendo il loro bambino felice.

La settimana era passata in fretta, Michael non era finito nei guai, andava bene a scuola e sembrava in pace con se stesso.
Non si era fatto nessun amico, le uniche persone con cui parlava erano gli insegnanti e durante pausa pranzo si sedeva a chiacchierare con il prof di musica.

Era piuttosto felice e tutto andava bene. Fino al giovedì della seconda settimana di scuola, quando le cose iniziarono a cambiare.

Michael era nella classe di musica che scriveva appunti dato che poco dopo avrebbero avuto una verifica. Il professore aveva lasciato che si spargessero nell'aula e facessero ciò che volevano: studiare, suonare o fare pasticci.

Sentì un picchiettio sulla spalla, sussultò leggermente ma poi lo ignorò. Probabilmente era stato un incidente perché non aveva mai parlato con nessuno.

Lo sentì di nuovo, quindi si girò.
Dietro di lui c'era un ragazzo con un sorriso stupido sul volto e la chitarra appoggiata sulle gambe. Michael allora pensò stesse provando
Era biondo, i capelli tirati su, indossava una maglietta dei Nirvana e aveva un anellino nero che gli circondava il labbro.

"Ciao" disse il ragazzo, per qualche ragione sussurrando. La classe era rumorosa e non era vietato parlare.

"Hai bisogno di qualcosa?" chiese Michael, anche lui a bassa voce.

Il ragazzo continuò a sorridere "mi piacciono i tuoi con capelli" si complimentò "li hai tinti?"

"No, sono verdi naturali." scherzò flebilmente Michael e, nonostante la poca energia nella sua voce, il ragazzo di fronte a lui rise.

Appoggiò per terra la chitarra così da potersi avvicinare a Michael. "Sono Luke."

"Io so-" iniziò Michael, ma Luke lo interruppe "si, so chi sei. Michael Clifford, il ragazzo nuovo che si è trasferito da un'altra città ed è molto, molto timido e tranquillo."

Michael si sentì andare a fondo il cuore e ovviamente lo lasciò vedere perché Luke aggrottò le sopracciglia.
"Le persone parlano di me?" chiese tristemente.

Luke imprecò mentalmente.
"Niente di male." Mentì.
Michael capì che stava mentendo.

Si girò velocemente, sentì Luke chiamare il suo nome da dietro, ma lo ignorò.
Per fortuna poco dopo suonò la campanella e Michael fu il primo a precipitarsi fuori dalla porta.

Si era trasferito per allontanarsi dalle critiche. Pensava di aver fatto un buon lavoro nell'essere ignorato, ma ovviamente si sbagliava.

Weird; Muke [Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora