Michael si sedette in cima ad un edificio molto alto. Le sue gambe penzolavano oltre una sporgenza mentre fissava il marciapiede sottostante che sembrava sgradevolmente invitante. Si teneva così forte al bordo dell'edificio, che le nocche delle mani erano diventate bianche.
Era pallidissimo, aveva la faccia sudata e i capelli appiccicati alla fronte. Entrambe le sue braccia erano incrostate di sangue. Ma non stava piangendo; piangere era l'unica cosa che non voleva fare.
Continuava a pensare alla festa. Luke aveva iniziato a offenderlo e Michael avrebbe voluto difendersi, ma non poteva perché Luke era il suo ragazzo. Poi Luke era andato avanti e l'aveva colpito dritto nel naso; quell'Alex aveva riso, mentre Luke aveva fatto un sorrisetto compiaciuto.
Michael singhiozzava e si copriva il naso sanguinante mentre correva fuori dalla casa. Era caduto un paio di volte e sentiva le ginocchia secche sanguinare, ma non gli importava. Lui corse, corse e corse.
Corse finché non raggiunse l'edificio in cima al quale era seduto. Era l'edificio dove stava il suo vecchio terapista.
Dovete sapere che Michael aveva avuto una grave ansia da bambino e dovette andare da un terapista. Questo terapista, in qualche modo, si approfittò di Michael e ne abusò sessualmente anziché fare il suo lavoro.
Quando i suoi genitori lo scoprirono, chiamarono la polizia, il terapista venne arrestato e Michael si trasferì in un'altra città. Ma la sua ansia peggiorò e anziché qualche piccolo attacco di panico ogni tanto, si svegliava nel mezzo della notte urlando e singhiozzando. Non lasciava che i suoi genitori lo toccassero, niente abbracci o qualsiasi altro contatto fisico.
Questo è il motivo per cui Michael aveva voluto trasferirsi: un ragazzo nella vecchia scuola era andato da lui e lo toccò in posti dove Michael non voleva essere toccato. Michael scattò gridando e piangendo e tremando e peggiorò fino al punto che dovettero portarlo in ospedale.
Dopo di ché i suoi genitori non ebbero altra scelta che tornare nella città di prima. Michael pensava che avrebbe potuto rimetersi insieme la vita, aveva trovato Luke e dei buoni amici. Ma Michael aveva tutta la sfortuna del mondo.
Non aveva mai desiderato di morire così tanto. Luke non lo amava; faceva schifo in tutto quello che faceva, nonostante l'impegno che ci mettesse, e faceva schifo anche nell'unica cosa di cui gli importava fin da quando era bambino (la musica).
Michael alzò la mano e si asciugò le gocce di sudore dalla fronte prima di riappoggiare la mano. Le automobili passavano velocemente e le persone camminavano sotto di lui, ma, per fortuna nessuno l'aveva notato. Era grato che nessuno l'avesse visto.
Proprio mentre si preparava, la porta che conduceva nell'edificio si aprì e sentì dei respiri affannati e pesanti dietro di lui.
"Michael." una voce ansimò tremante dietro di lui. Era Luke. Il ragazzo che gli aveva aggiustato il cuore spezzato, ma poi l'aveva spezzato di nuovo.
Michael si trovò a spingersi più in avanti, le sue gambe che penzolavano più in basso. "Fanculo." Mormorò.
Troppo in fretta sentì delle mani afferrargli la vita. Allora Michael mollò la presa dall'edificio, sperando che Luke lo lasciasse cadere cosi sarebbe precipitato sul marciapiede sottostante. Ma invece fu risollevato sull'edificio.Per i primo secondi ci fu silenzio, poi Michael sentì le sirene dell'ambulanza e della polizia, ovviamente dirette nella sua direzione.
"Che cazzo, Luke?" gridò spingendo violentemente Luke lontano da lui.
Luke inciampò indietro, fissando Michael completamente in panico. "Michael, io.."
"Ero così vicino, Luke. Ero così vicino a farla finita, così vicino a rendere tutti felici." Michael singhiozzò. "Perché non puoi lasciarmi fare la cosa giusta per una volta? Vaffanculo, fanculo, fanculo!"
Uno ad uno, i poliziotti iniziarono ad entrare dalla porta, Luke rimase immobile, non sicuro di cosa fare. Michael aveva gli occhi spalancati dalla paura.
"Statemi lontani!" urlò Michael indietreggiando finché raggiunse la sporgenza sulla quale era seduto prima. Ci salì in fretta, sperando di potersi buttare prima che i poliziotti lo raggiungessero.
Sentì un singhiozzo dietro di lui "Michael, mi dispiace." pianse Luke "Io ti amo Michael, mi dispiace così tanto!" continuò. Michael sentì i suoi passi, ma si fermarono subito.
"Fermi, lasciatemi stare!" urlò Luke quando un poliziotto lo trattenne dall'avvicinarsi a Michael. Temevano che se si fosse avvicinato, Michael si sarebbe buttato.
Michael prese un respiro profondo, guardando oltre il bordo. Tutto era silenzioso tranne per le auto che passavano e il pianto di Luke.
"Mi dispiace così tanto." continuava a ripetere Luke.
Michael non ci pensò più. Chiuse gli occhi, aprì le braccia. Sentì la polizia correre verso di lui. Sentì Luke urlare. Ma si lasciò cadere.
Non è l'ultimo capitolo!
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Weird; Muke [Italian Translation]
FanfictionIn cui a nessuno piace Michael perché è strano, ma succede che questa è la cosa che Luke preferisce di lui. QUESTA STORIA NON È MIA, MA LA TRADUZIONE DELLA STORIA SCRITTA DA @noextrai.