Visioni.

55 5 1
                                    

Era sulla soglia della porta, con un vassoio pieno di cibo.

Mentre io lo fissavo senza sapere cosa dire o fare, ma ci pensò il mio stomaco perché si mise a brontolare.

In quel caso Mattheo, sorrise e fece un passo avanti.

Si era per caso dimenticato di quello che mi aveva detto?

Io per niente, nella mia testa le sue parole ronzavano ancora.

Appena quel pensiero si fece strada nella mia testa gli premetti una mano sul petto e continuai a guardarlo.

«Che cosa vuoi? Hai per caso la memoria corta? Io non mi sono scordata le tue parole.»

Dico decisa. Ero arrivata alla conclusione di aver sofferto troppo e ora era arrivato il momento di crearsi una vita migliore.

«Avanti...Sai che non è vero anche tu» provó a cercare di mascherare le sue parole.

Continuava a reggere il vassoio in mano e a sorreggere un sorriso dolce sul viso.

Non sapevo se fidarmi o meno, ma quando il mio sguardo cadde sul piatto, mi venne l'acquolina e a quel punto aprii la porta del tutto per farlo entrare.

«Come fai a sapere qual'é la mia camera?» mi sedetti sul letto iniziando ad addentare delle patate.

Mattheo si guardó intorno, osservando la camera.

Poi si avvicinò alle polaroid appese al muro.

Erano le foto della mia famiglia, a quei tempi ancora unita...

«Questo non è importante»

Cosa? Chi diavolo gli ha detto dive si trova la mia stanza?!

«Non fare lo stronzo come sempre e rispondi!»

Mi alzai dal letto andando verso di lui.
Distolse lo sguardo delle foto e lo portò su di me.

«Non devi alzare la voce con me, chiaro?»

Chi si pensava di essere?

«Non dirmi cosa devo o non devo fare, non sei nessuno che possa dirlo»

Si avvicina al mio volto e siamo a pochi centimetri di distanza.

Sento il battito accelerato, il respiro corto e irregolare e le mani tremare leggermente.

Succede spesso quando sono agitata.

«Vattene.» impongo seria puntando un dito a terra.

Lui alza le sopracciglia e alterna lo sguardo da me alle mie mani.

Sorride e annuisce, mi supera con una spallata che mi fa ricadere su letto, poi esce dalla stanza sbattendo la porta.

Mi getto contro il materasso e osservo il soffitto, poi chiudo gli occhi e cerco di liberare la mente.

Non riuscendo a chiudere occhio mi alzo e vado in bagno.

Mi osservo qualche minuto con le mani lungo i fianchi e intravedo la me tredicenne dietro di me.

È triste...È arrabbiata...Confusa...

Si avvicina a piedi nudi, osservando lo specchio poi raggiunge con lo sguardo i miei occhi.

Noto subito quanto il loro colore sia simile al mio.

Scorro lo sguardo su tutto il suo corpo, e mi si spezza l'anima a vederla in quel modo.

Ha gli occhi rossi e gonfi, indossa la solita maglietta scura dei Nirvana e un paio di pantaloni si jeans sopra i ginocchio le fasciano le cosce sottili.

light blue eyes~||Mattheo Riddle||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora