La festa.

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Giunta davanti alla porta della Sala Comune Serpeverde, sentivo già la musica e le risate degli studenti.
Poggiai la mano sulla maniglia e la lasciai a metà, poi ritrassi la mano.
Non sapevo cosa mi frenava.

L'idea di vederlo.

O forse l'idea di non essere abbastanza carina, o magari...
No. Ero venuta qui per un motivo, volevo sballarmi e divertirmi senza pensare.

Mi feci coraggio ed entrai. Nessuno si accorse di me, erano tutti impegnati a bere e a ballare, chiusi la porta e feci un respiro poi camminai con sicurezza verso i divanetti, dove incontrai Malfoy, Riddle e le due oche.

Non mi fermai, passai tra le due poltrone e mi avvicinai verso il bancone degli alcolici. Mi sarei svuotata la mente.

Gettai giù due shottini, la gola bruciava perciò chiusi gli occhi, e quando una mano si poggiò sulla mia coscia li riaprii leggermente.

«Emerson» disse Draco, facendo dei cerchi circolari con l'indice.
La mia pelle al contatto freddo con i suoi anelli rabbrividì.
«Malfoy» risi, afferrando un bicchiere di quella che sembrava vodka.

Sentivo il suo sguardo bruciarmi addosso, mentre sorseggiavo con gusto la bevanda. Chiuse gli occhi in due fessure e si avvicinò al mio viso sorridendo.

«É buona?» sussurrò vicino al mio orecchio, passò la lingua lungo il lobo del mio orecchio e a quel contantto smisi di respirare per un millisecondo.

Annuii continuando a bere. Poi guardai Mattheo, che mentre si baciava con Astoria mi fissava. I pugni stretti poggiati lungo le coscie.

Stasera era particolarmente attraente.

Indossava una camicia nera e dei pantaloni dello stesso colore.
Era completamente "dark", il colore dei suoi occhi era scuro come la sua anima, e i suoi capelli erano sempre gli stessi.

Avrei voluto sentire il suo profumo ancora e ancora, era una fottuta droga.
Ma questa droga era pericolosa quanto buona.

A tirarmi fuori dai miei pensieri, fu la lingua di Draco che ora si prendeva possesso del mio collo, lasciava baci umidi su esso arrivando anche alla clavicola.

Chinai la testa poggiandola sulla sua spalla, mi godetti la sensazione piacevole, lasciandomi tutto alle spalle.

L'alcool aveva fatto il suo lavoro, ora non ragionavo più, tanto che inziai a gemere lievemente. Le sue mani vagavano per il mio corpo, fece girare la sedia verso di lui e ora eravamo faccia a faccia.

Affondò, di nuovo, la testa nell'incavo del mio collo, facevo fatica a respirare regolarmente.
Ansimai quando portó una mano nel mio interno coscia facendola salire sempre di più.

Sentivo il suo sguardo su di me. Ne ero consapevole, sapevo che sarebbe scoppiato da un momento all'altro.
Dovevo solo aspettare.
Lo guardai con la coda dell'occhio e lo vidi alzarsi gettando Astoria sul divano che subito dopo si alzò in piedi e si mise a strillare.

Ma lui aveva qualcos'altro da fare.
La ignorò e si avvicinò a noi, Draco sembrava non importarsene perché iniziò a baciarmi con più foga e intensità.

Mi avrebbe lasciato segni su tutto il collo se non l'avessi fermato. Poggiai le mani sul suo petto e lo spinsi leggermente, lo guardai negli occhi e aveva le pupille dilatate segno che avesse assunto qualcosa.

Scuotei la testa e mi voltai verso Mattheo che ora era affianco a me.
«Davvero preferisci lui?» disse Draco, mentre mi afferrava le coscie con entrambe le mani.

Alternai lo sguardo da lui a Mattheo, poi risi.
«Io non voglio nessuno dei due» dissi alzandomi, sistemai il vestito e andai verso un ragazzo con un sorriso sul viso.

Lo presi per le grance e lo voltai verso di me, mi guardava con stupore.
Aveva i capelli rossi e a causa della poca luce non riuscii a intravedere il colore dei suoi occhi.

Non aspettai altro tempo, premetti le labbra sulle sue in un bacio a stampo, poi mi voltai verso i due che mi guardavano sconvolta.

Accidenti...l'ho fatto!

Mi staccai dal ragazzo poi, mi avvicinai con un sorriso sul volto al tavolo dov'ero prima.
Ero ubriaca fradicia e non capivo quello che stavo combinando, ma di certo il giorno dopo mi sarei pentita.

Afferrai altri bicchieri e li buttai giù senza pensarci per poi gettarmi in pista iniziando a scatenarmi a ritmo della musica.

Mi sentivo così bene che quasi non scoppiai a piangere di gioia.
Continuavo a ballare e a ridere fin quando Blaise non richiamò l'attenzione di tutti.
«Chi vuole giocare?» dalla voce era ubriaco o fatto anche lui.

Quasi tutti accettarono quindi mi sono chiesta, perché io no?
Allora tutta trabballante mi avvicinai a loro e mi sedetti.
Di fronte a Draco e accanto a...Mattheo.

«Obbligo o verità» disse Blaise afferrando un bottiglia.
Essa iniziò a girare e incrociai le dita sperando non si fermasse su di me, ma con la dannata sfiga fu proprio quello che non volevo facesse.

«Obbligo o verità Megan?» disse lui di nuovo.
Pensai, poi mi gettai sulla prima.
Blaise rise e batté le mani.
«Bacia il più carino fra i ragazzi»

A quella risposta, mi guardai intorno anche se sapevo chi avrei dovuto baciare, ma volevo farlo stare un po' sulle spine.

Sentivo Mattheo stringermi la coscia, mi voltai verso di lui. Sorrisi e mi avvicinai alle sue labbra, rimasi immobile a due centimetri dal suo viso, che poi lui fece scomparire.

Portò una mano dietro la mia testa spingendomi sulle sue labbra.
Mi piaceva, erano morbide e calde.

Aspettavo questo momento da tutta la vita.

Chiusi gli occhi e proprio quando mi chiese l'accesso con la lingua, una voce femminile ci interruppe.
«D'accordo, può bastare» mi voltai verso la ragazza e vidi Astoria fissarmi arrabbiata.

La mandai una bacio e le feci un occhiolino giocoso, prendendomi gioco di lei.

Dopo un paio di giri la bottiglia non si fermò più su di me, quindi decisi che era meglio andare.
Afferrai una bottiglia e me ne andai verso la Torre di Astronomia.

La mia mente vagava solamente ad una persona, e sentivo lo stomaco fare giravolte ripensando al bacio.
Anche se era solo uno stupido gioco, avrei preferito continuasse.

Mi appoggiai alla ringhiera fissando la Costellazione di Orione brillare.
Tra tutte era la mia preferita una stella in particolare, ovvero la più luminosa.

Rigel. La osservavo sempre quando era visibile. Non aveva mai perso il suo fascino.

Bevetti un sorso, poi poggiai la bottiglia, mi sentivo la testa leggera e la mente vuota.
«Basta bere Emerson» disse una voce, che per colpa della sbronza non riconobbi.

Mi voltai e lo trovai lì, in tutta la sua sicurezza che si avvicinava a passo lento, con la sigaretta spenta fra le labbra.
Risi e mi voltai di nuovo verso le stelle.

Mi cinse i fianchi con le braccia e poggiò la testa sulla mia spalla.
Avevo le dannate farfalle nello stomaco, e temevo che da un momento all'altro sarei volata via per quanto mi sentissi leggera.

«Ti piacciono le stelle?» chiesi.
«Sì, la mia stella» rispose, unendo le sue labbra contro le mie.





light blue eyes~||Mattheo Riddle||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora