⚠️Omofobia, aggressione⚠️Finale felice
In questo momento sono in ambulanza, appena risvegliato da uno svenimento e sdraiato silenziosamente sul lettino in attesa di arrivare all'ospedale.
Mi bruciano un sacco le ferite e le botte, ma il dolore più forte ce l'ho nel cuore.
Purtroppo Jisung non è potuto salire in ambulanza con me, ma mi ha detto che sarebbe arrivato in macchina un attimo prima che i nostri sguardi venissero interrotti.
Ora avrei davvero bisogno di lui, forse non mi sento neppure così male ma sicuramente se mi potesse tenere per mano starei meglio.
Sento una grande confusione in testa; la rabbia, il dolore, la sirena dell'ambulanza... Caos.
Non avrei mai creduto di arrivare a questo punto, ma ciò a cui sto pensando è solo Jisung.
Cazzo se mi fa male il naso.
Ho ricevuto un grosso male fisico, ma non oso pensare a quanto possa essere stato mentalmente difficile per lui.
Io e Jisung stiamo insieme da quasi sette mesi, ma ci stiamo frequentando da un anno ormai.
Nessuno dei due ha mai accennato la nostra relazione ai genitori perché entrambi sappiamo che non la prenderebbero bene, ma noi vogliamo comunque continuare ad amarci.
Da quando Jisung si è trasferito qui a Seoul tutto è diventato più facile: stiamo insieme giorno e notte, ci baciamo e amoreggiamo senza aver paura dell'opinione dei nostri genitori dato che vivono fuori città.
Quella sera eravamo semplicemente usciti di casa per comprare qualche schifezza al minimarket vicino alla farmacia.
Erano le dieci passate, comunque non troppo tardi.
Ovviamente tornando indietro siamo passati di fianco al distributore automatico della farmacia e con la coda dell'occhio abbiamo intravisto dei preservativi.
Stavamo camminando mano nella mano, ma entrambi ci fermammo e pensammo alla stessa cosa.
Era da un po' che non lo facevamo...
Così ci avvicinammo per comprarne una confezione.
Eravamo tranquilli, non ce ne fregava assolutamente nulla di essere visti da qualcuno.
Infatti non ci accorgemmo di essere osservati.
Sì, c'erano un paio di persone che camminavano sul marciapiede, ma ce ne accorgemmo solo dopo.
Stavamo parlando e scherzando tra di noi in attesa di ricevere il pacchetto, quando qualcuno dietro di noi riconobbe la voce del mio ragazzo.
"Jisung?" disse soltanto.
Entrambi ci girammo non avendo idea di chi potesse essere.
Jisung s'impietrì e mi strinse più forte la mano alla vista di quell'uomo.
Era suo padre.
"Che cazzo fai?" ringhiò.
"Non è affar suo" m'intromisi.
Sapevo che si sarebbe incazzato, ma in quel momento dovevo fare una sola cosa: proteggere Jisung.
"Come ti permetti?! Vattene immediatamente da mio figlio prima che io possa prendere a botte anche te!"
"No! Non lascerò che faccia del male a Jisung!"
"Non farmi incazzare, ragazzo. Nessuno ti vuole qui!"
"È lei il terzo incomodo, vada a prendersela con qualcun'altro"
"Frocio! Lo sapevo che non mi stavi dicen-"
"Chi cazzo è lei per poterlo chiamare così?!"
"Sono suo padre!"
"Lei non ne ha il diritto!"
"Oh, si che ce l'ho! E ho anche il diritto di punirlo finché non cambierà idea!"
Il signor Han si avvicinò a noi pericolosamente, serrando i pugni e indirizzandoli verso il figlio.
"Provi soltanto a toccare Jisung..."
Mi misi immediatamente tra i due, prendendo in pieno il colpo che avrebbe preso Jisung.
Indietreggiai leggermente, ma né io né suo padre volevamo finirla qua.
Appena rispedì un altro pugno lo intercettai velocemente e risposi a tono, colpendogli la spalla e la clavicola.
Lo scontro si fece più vivo mentre Jisung stava dietro di me, probabilmente preso dal panico.
Stava cercando di chiedere aiuto, ma la sua voce era debole e non c'era nessuno nei dintorni, neppure una macchina.
Mi colpì il labbro e io gli colpii l'occhio.
Non avrei mai pensato di ritrovarmi un giorno a prendere a botte il padre del mio ragazzo, ma quello si era dimostrato essere l'unico modo per difenderlo.
Dopo altri durissimi colpi sentii il sangue colare sul mio viso: avevo un taglio sulla guancia, poco sopra la bocca.
La mia ira crebbe con una velocità assurda e non mi trattenni nel spaccargli la faccia come anche lui stava facendo.
Mi diede un calcio.
Barcollai un attimo per la potenza della botta, giusto il tempo per ricevere un altro pugno in faccia.
Gli rispedii una centra sulla mandibola, mossa che sembrò fargli molto male.
Sentii la sirena della polizia, ma non mi fermai neppure un attimo.
Gli sferrai un'altro colpo nello stomaco e lui fece in tempo a rompermi il setto nasale prima di essere bloccato da un paio di agenti.
Un terzo mi tenne in piedi, dato che vedevo a malapena e avevo una gamba dolorante.
Quando arrivai al pronto soccorso sentivo già che non avrei retto per molto.
Ricordo solo che Jisung mi si è avvicinato con le lacrime agli occhi cercando in qualche modo di alleviare il mio dolore, ma svenni appena dopo la sua promessa di venirmi a trovare in ospedale.
E ora sono ancora qui, su questo lettino sul quale sta scivolando il sangue delle due ferite.
Deve essere una frattura molto grave quella che ho nel setto nasale, ma cerco di non pensare al dolore.
Ecco, vorrei essermi fermato un po' prima.
Non so quanto costeranno le cure per il naso e la gamba, ma so che me le dovrà pagare quel bastardo.
Finalmente le porte si aprono e faccio la mia entrata in ospedale.
Non sono di certo fiero dello stato in cui mi trovo, ma sono fiero di aver difeso Jisung.
Riesco a intravederlo dall'altra parte del corridoio.
Ci scambiamo entrambi uno sguardo pieno di calore e mi pare un po' più rassicurato vedendomi relativamente tranquillo.
Ci perdiamo di vista appena giro verso un'altro corridoio, ma chiudo gli occhi e penso al suo sorriso.
Vedo le sue labbra mimare un "Ti amo" prima di sparire dietro le porte della sala d'emergenza.