Caccia alla bandiera

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Nate POV

"Forza, Ivanov! Corri un po' di più!" Mi urlò Annabeth Chase mentre ci dirigevamo verso la parte opposta della foresta, dove la squadra avversaria aveva posizionato la loro bandiera.

"Stai zitta Chase!" Le gridai poco prima di saltare sopra un albero. Lei mi raggiunse poco dopo 

"Non saltare sugli alberi per sperare di seminarmi! Ti ricordo che siamo nella stessa squadra, è inutile farci la guerra. È più saggio fare una tregua temporanea."

Io ghignai. "Tu e la sua saggezza! Lo sai che si di te non sta per niente bene quell'espressione corrucciata?" 

Lei mi prese per il colletto "E tu lo sai che con quella faccia da idiota non stai per nulla bene?" "Grazie per il feedback " risposi io strattonandola e allontanandomi da lei. 

La stavo per insultare di nuovo, ma qualcuno da sotto ci urlò "Smettetela di litigare!" Disse Lee Micheal, figlio di Apollo, con l'arco in mano.

Sbuffai.

Annabeth si spostò, scese dall'albero e si acquattò lì dietro, facendomi poi cenno di seguirla.

Io scesi dal ramo e mi misi tra lei e Lee Micheal

"Allora, che facciamo?" Chiese Lee con l'arco puntato contro due ragazzi della squadra opposta.

Io li riconobbi: uno era di sicuro Eric Holland, si riconosceva dalla voce. L'altro probabilmente era Axel, vista la statura. 

Mi chiesi se c'era anche Cassie con loro. 

Di solito stavano sempre tutti e tre insieme.

Annabeth mi diede un colpo sul braccio

"Cretino, smettila di fissarli e attenditi al piano!" 

Io la guardai malissimo. "Intendi il piano nella quale io dovrei far finta di inciampare e farmi picchiare da Holland e tu poi puoi attaccarli da dietro mentre Lee va a cercare la bandiera? No grazie, stavolta passo " 

Finalmente il suo viso mostrò un'altra espressione: preoccupazione

"Stai scherzando vero? Non...tu non puoi non farlo! Ci siamo preparati per mesi! Non puoi mandare tutto all'aria facendo di testa tua!!!" Mi urlò.

Sorrisi.

"Scommettiamo?" Chiesi, sicuro che avrei vinto la discussione. Sono bravo a vincere. 

Prima che Lee potesse dirmi qualsiasi altra cosa, io scattai.

Rotolai lontano e poi superati con un salto il ruscello, finché non sentii più le voci fastidiose di Annabeth e il figlio di Apollo.

Mentre correvo mi ritrovai a pensare: "Ma che sto facendo? Ho idea di dove sto andando?".

Ovviamente non avevo un piano, apparte quello di fare innervosire la figlia di Atena.

Che comunque aveva funzionato.

Ora la domanda era: cosa avevo intenzione di fare?

Sarei potuto andare a prendere la bandiera, ma non sapevo dove fosse. 

Ok, forse, e dico forse, avevo sbagliato ad andarmene così.

Ma ne era valsa la pena.

Decisi di rallentare il passo, ma di tenere alta la guardia: ero da solo e non potevo permettermi nemmeno un passo falso.

La foresta si faceva sempre più buia e molte Naiadi si stavano ritirando nei loro alberi, fiori o quel che è: molte spaventate dalle frecce volanti , altre semplicemente stanche.

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