Il piano di Fuga

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Passarono tre settimane, ormai ogni notte e giorno mi picchiava e ogni giorno mi dovevo prendere gli antidolorifici e molta droga, preparavo la colazione, usciva e infine mi mettevo a lavorare.
Dovevo essere intelligente, l'idea che avevo preso doveva essere fatta, avevo un solo tentativo, una sola possibilità e sicuramente IO NON L'AVREI SPRECATA.
Dovetti cercare un secondo lavoro, ovviamente avrei dovuto lavorare di casa ma dovevo guadagnare il doppio, e in poco tempo grazie alle mie capacità mi trovai subito un buon lavoro, questo lavoro era molto simile al mio lavoro principale, noioso ma divertente, stancante ma efficacie

Il giorno dopo ovviamente Trevor mi picchio, preparai velocemente la colazione, se ne andò, quando finalmente mi misi a lavorare, quel giorno avrei dovuto fare due turni, uno di mattina e uno di pomeriggio, Trevor ovviamente non si accorse di nulla.
Nel frattempo io preparai velocemente quel piano, anche se ero furba mi ci vollero qualche giorno per perfezionare e infine per progettare i minimi dettagli.
Il piano era molto semplice, almeno, secondo una pazza, avrei dovuto fare arrestare Trevor.

Il giorno dopo, per fortuna non avrei dovuto lavorare, dovevo usare ogni singolo secondo per aggiungere dettagli fondamentali, quindi mi sbrigai a preparare la colazione, se ne andò, e dopo dei minuti uscì anch'io,  andai dalle mie pettegole e bruttissime vicine, incominciai a parlare del più e del meno, ovviamente mi domandarono perché io non ero venuta prima per presentarmi, ma io non potevo dire che mio marito mi picchiava a sangue quindi dovetti mentire dicendo che stavo sempre a pulire, e a fare delle faccende e tante altre bugie di questo tipo.

Dovetti lavorare per più di due mesi, per "raggiungere" la quota necessaria per scappare, nel frattempo stavo richiedendo il permesso per andare in Canada ma la parte più brutta e che dovevo sopportare le oche delle mie vicine, (ti sarai chiesto il perché mi stavo facendo amiche le dementi, e io vi do la risposta, mi servivano per criticare Trevor quando mi fingerò morta).
I giorni passavano e le mie condizioni mentali e fisiche erano critiche non sono mai stata brava in medicina ma sapevo che non stavo per niente bene, il mio piano doveva avvenire al più presto, altrimenti non sarei neanche riuscita ad aprire la porta di casa.

La Morte di una Condannata Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora