Benvenuta in Canada

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Il tempo stavo andando andando molto velocemente, era passato già un giorno, mi mancava pochissimo per arrivare al passaggio, stavo guidando con molta tranquillità.
Era pomeriggio, stavo ascoltando la radio con molto interesse perché stavano parlando della scomparsa della povera ragazza che non si sa se era veramente abusata anche se mi ero scattata fotografie di tantissimi mesi di abuso, avevo scritto giorno per giorno tutto quello che subito e poi loro discutevano se era vero, pregai tutte le persone a me care di farlo arrestare, ma mentre ascoltavo la radio, una macchina della polizia, mi fece fermare, mi prese in un'orribile momento perché non avevo le lenti a contatto, e la patente era palese che era falsa, la poliziotta scese dalla macchina e mi fece aprire il finestrino per parlare, apri il discorso dicendomi di mostrare la patente, ovviamente, la presi e la mostrai alla poliziotta, ma nella fotografia lei aveva gli occhi verdi io no, la poliziotta se ne accorse, e si allontanò dalla macchina.

Stavo capendo che se ne era accorta di quel piccolo dettaglio, quindi scesi dalla macchina, e mentre la poliziotta era girata presi la sua pistola e la puntai alla donna, lei mi disse di stare calma così io risposi che io era già calmissima, lei mi guardo bene e sussurrò il mio nome, io dissi che lei non aveva idea di come venivo trattata, gli chiesi se aveva figli, lei mi disse che aveva un figlio, che lo amava più di ogni altra cosa al mondo, quindi io risposi che per il bene di suo figlio e per il mio era quello di lasciarmi andare e di non avvisare nessuno, gli dissi anche che se uscivo allora scoperto, lui mi uccideva, gettai a terra la pistola, mi incamminai verso la mia macchina, entrai in macchina e da uno specchio la vidi entrare in macchina e fare retromarcia verso indietro, ma prima di avvicinò alla macchina e mi disse che se sarebbe tornata e se avevo bisogno di aiuto lei sarebbe stata disponibilissima, mi porse un biglietto con il suo numero e il suo indirizzo, lo presi e me ne andai.

Finalmente arrivai al passaggio per il Canada, la mia scappatoia, la mia salvezza, mi avvicinai al passaggio, per fortuna non era tardissimo, e dopo tanti minuti era arrivato il mio turno.
Io e il controllore ci guardammo, lui mi chiese freddamente il permesso d'entrata, lo porsi al ragazzo, lui quindi mi disse di accostare per ispezionare la macchina, lui uscì dal suo gabbiotto e insieme ad altri ispettori perquisirono la macchina, il ragazzo, tirò fuori il biglietto che la poliziotta mi aveva dato, il ragazzo quindi mi chiese come avevo fatto ad averlo, io quindi gli raccontai che gli Stati Uniti non mi avevano dato fortuna e che una poliziotta mi aveva detto che se anche il Canada non mi avrebbe dato fortuna, potevo contattarla, il ragazzo quindi mi fece una faccia addolcita e mi disse che la poliziotta era sua madre, quindi io gli disse che é una donna veramente forte, il ragazzo mi disse che andava tutto bene e che se aveva bisogno di aiuto lui era a pieno disposizione, e per ultimo mi disse «Signorina, benvenuta in Canada».

La Morte di una Condannata Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora