Mi svegliai in camera mia, insieme a mio marito Trevor, mi alzai dal letto, non sapevo cosa fare, lo schiaffo che Trevor mi aveva dato il giorno prima non mi aveva fatto dormire, quindi andai in cucina per preparare la colazione, Trevor scese in cucina, io ero abbastanza offesa, lui lo notò e mi disse che si scusava per la scorsa notte e che era ubriaco, perché lo avevano scartato per il colloquio.
Lo perdonai, in fondo lo capivo, le delusioni sono talmente forti per può causare anche questo, lo baciai e gli misi il piatto sul tavolo, lui finì di mangiare, si lavò e uscí di casa, tutto questo nel giro di quindici minuti, ma visto che dovevo lavorare non ci feci caso, sapevo che se mi stava trascurando era solamente per il bene del nostro futuro e per un futuro bambino.Andai nel mio ufficio, mi sedetti sulla mia comodissima sedia e iniziai a lavorare, io ero una commerciante, mi occupavo di finanza online, quindi non avevo problemi economici in casa, e anche perché mio marito pagava avviamento con i miei soldi l'affitto di Jenny.
Passarono un paio di ore, mi fermai, sia perché ero sfinita e anche perché dovevo preparare il pranzo, scesi le scale di nuovo per andare in cucina e cominciai a preparare il pranzo.
Dopo un po' Trevor arrivò e io gli misi il piatto in tavola, e come ogni pranzo non ci rivolgemmo parola, e infine se ne andò.
Ritornai a lavorare e me ne andai a dormire, Trevor ritorno a casa verso le due di notte.Passò un mese, in quei giorni Trevor stava tornando ogni sera alle due o alle tre di notte e ogni due o tre settimane mi dava uno schiaffo e l'indomani mi chiedeva sempre scusa, non potevo parlarne, con nessuno, trovavo sempre la stessa risposta, "lo fà per il nostro futuro".
Mi svegliai in quella casa monotona, come sempre scesi le scale per andare in cucina per preparare la solita colazione, e come ogni giorno Trevor scese le scale per andare anche lui in cucina, mi chiese scusa per gli schiaffi e i pugni dei giorni precedente si sedeva, io mi sedevo con lui facevamo colazione, in quindici minuti lui si trovava già fuori, io pulivo casa, preparavo il pranzo, e di pomeriggio lavoravo, poi cucinavo e infine aspettare Trevor che ritornasse a casa, lui rientrava in casa e dopo le solite scenate lo accompagnavo in camera da letto, ma lui mi tiro dei calci e dei pugni, mi cominciò a picchiare, forte, erano più forti di quelli che mi dava di solito, in quel momento mi stavo preoccupando solamente di una cosa, come avrei fatto a nascondere i lividi che sarebbero usciti il giorno dopo, per qualche motivo, stavo dalla mia pelle uscí molto piú sangue degli altri giorni.
Trevor andò a dormire, nel nostro letto, ma io andai in bagno per guardai allo specchio, stavo sanguinando dal naso, avevo sia mal di testa che mal di pancia per i calci, quindi apri uno scomparto dello specchio e presi delle pillole per fermare i vari dolori, erano le due di notte e io ero sfinita e indolorita, entrai in camera da letto e mi addormentai, macchiando il cuscino di sangue.Il giorno dopo mi svegliai grazie ad un incubo, mi alzai freneticamente dal letto, misi le ciabatte e me ne andai in cucina a preparare la colazione, era la prima volta che non vedevo l'ora che Trevor se ne andasse, e come al solito lui si mise a tavola e lui non mi chiese neanche scusa per la notte scorsa, lui vedeva chiaramente i miei lividi, lui sapeva cosa aveva fatto, e proprio per questo sembrava che non gli interessava nulla, come se quei 8 anni di relazione, di sacrifici, erano spariti.
Mentre mangiavo stavo disperatamente pregando che lui mi chiese scusa, per poi scusarlo.
Niente, se ne andò, senza spiaccicare parola, ero di nuovo sola, ero sempre stata molto intelligente infatti in quel momento stavo capí che stavo diventando stupida, andai allo specchio, mi guardai, non riuscivo a dire niente, non riuscivo a pensare a niente, noi riuscivo a muovermi, andai in salotto e cominciai a pulire casa, preparai il pranzo e misi il suo e il piatto in tavola, lui come sempre arrivo in casa, mangiò e se ne andò, io ripulì la tavola, lavai i piatti e presi un'altro libro.Cominciai a pensare ogni singola possibilità del perché mi aveva picchiato con così tanto odio, e mentre pensavo a queste possibilità, ormai si era fatta sera e mi comparve davanti a me Trevor ubriaco e con sempre mi gettò a terra, mi diede un calcio sulla pancia e per non farmi rialzare, mi alzò da terra dalla gola e mi appese al muro, così cominciai a guardare i suoi scuri occhi, così in quell'istante capì che lui non era ubriaco, e da quella scoperta capì che era lui a comandare il suo corpo e non l'alcool, era lui a volermi picchiare, era lui a odiarmi, era lui a volermi morta.
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La Morte di una Condannata
AçãoCosa succederebbe, se una ragazza, maltrattata dal suo stesso marito, un giorno stufa di tutto questo, decidesse di scappare, e il suo unico modo fosse quello di fingersi morta per sempre?