La fine della fine

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Il giorno era arrivato, passarono altre due settimane di sofferenza,, sia per mettere da parte altri soldi che male non fanno, e anche per rendere l'amicizia delle pettegole piú forte.
La mattina seguente mi sentí più energica, ovviamente Trevor mi picchiò per darmi il buongiorno, ma oramai non mi facevano neanche piú così male. Andai in bagno, questa volta presi solamente gli antidolorifici, scesi in cucina e preparai la colazione, lui ovviamente appena finí uscí di casa, era arrivato il momento più bello della vita della mia vita, ma anche il più pericoloso della mia esistenza

Andai in bagno e sparsi la droga per la camera da letto e per il bagno, ovviamente con i guanti nascosi gli altri pacchi di droga comparata in precedenza dentro uno specchio, tirai fuori la pistola sempre comprata in precedenza e la posai sul pavimento della nostra camera da letto, misi il diario in cucina su un bancone, con sopra tutta la verità su Trevor, infine chiamai la polizia e dissi che mio marito mi aveva chiusa in casa e che stava andando a fuoco e di venire subito, e che per fortuna ero scappata, in quel diario nell'ultima pagina stava scritto che io mi sarei buttata in un lago e suicidarmi, con la droga di Trevor ovviamente non mi sarei gettata, ma avrei comunque per il mondo io sarei morta per mano di Trevor.

Per perdere la vita non significa per forza suicidarsi ma anche perdere tutto, perdere la tua memoria, se perdi la tua memoria, sei morta, hai ricominciato la tua vita, sei rinata.
Chiamai la polizia che sarebbe arrivata da un momento all'altro, ovviamente me ne andai dalla casa sapendo che la polizia avrebbe fatto il suo dovere.
I poliziotti arrivarono con un cammino dei pompieri, incominciarono a spegnere le fiamme.
Entrarono in casa quando finalmente le fiamme si spensero, vedendo che erano entrati, me ne andai via, presi la macchina e mi incamminai per andarmene da quel Paese.

Finalmente dopo venti minuti, arrivai in una stazione di benzina, entrai in un bagno senza che nessuno se ne accorse, avevo i capelli medicamenti lunghi neri, e con gli occhi verdi, cosí mi tagliai i capelli facendomi un taglio molto corto, li colorati di rosso mi misi delle lenti a contatto azzurre, infine disegnai con del trucco delle finte lentiggini, cosparsi il bagno di benzina, e lanciai un fiammifero sul bagno, mentre me ne andavo, feci un tracciato di benzina anche per arrivare alle pompe di benzina, tutto questo era per lasciare meno testimoni.
Sapevo di essere intelligente ma non perfetta quindi mi sarei fatta vedere da qualcuno, me ne andai molto velocemente da quella stazione di benzina con il fuoco che piano piano raggiungeva quelle pompe e infine esplose.

Mi fermai anche in un negozietto di alimenti, ovviamente non avevo intenzione di farlo esplodere ma solamente di comprare provviste, feci molta spesa, ma non troppa, da quel momento dovevo pensare come pensava la polizia, dovevo parlare come la polizia, me ne andai da quel negozietto, e con l'aria innocente, misi tutto quanto in quella macchina comprata settimane prima e nascosta nel luogo di fuga e nel frattempo mi stavo strafocando di dolci e bibite gassate, ci volevano due giorni per arrivare al confine, in quel momento avrei dovuto ringraziare Jenny per averci fatto trasferire in questa orrenda città e con quel mostro di mio marito, anzi ex-marito.

Avrei dovuto guidare per più di 48 ore, ma sicuramente era piú breve del viaggio di trasferimento.
Stavo guidando da piú di due ore, il viaggio mi sembrava infinito, accesi la radio per tenermi più compagnia, ma appena la accesi la prima stazione, mi dava la notizia di una donna fuggita dal marito violento, mentre la seconda e che qualcuno aveva accidentalmente fatto esplodere una pompa di benzina, ovviamente non ero scioccata dalla notizia ma era stupefatta dalla velocità delle notizie, ero molto soddisfatta del lavoro che avevo fatto.

Dopo altre 5 ore mi fermai in un motel, parcheggiai la macchina in un posto libero, pagai una stanza e finalmente mi potetti riposare, la stanza era molto lugubre e anche malmessa però era "sicura" e potevo dormire, senza essere picchiata.
Il giorno dopo mi svegliai in quella stanza, avevo dormito in biancheria intima, infatti avevo posato i miei vestiti su una poltrona, andai in bagno e riempi la vasca per farmi un bellissimo bagno rilassante, mi immersi nell'acqua, e dopo 20 minuti uscí dalla vasca, tutto il male che mi aveva fatto, sembrava andarsene solo con una doccia calda, ma ovviamente i lividi, mi facevano ricordare.

Mi rivestì e presi tutte le mie cose, intanto suonarono alla mia porta, andai alla porta, era il proprietario della stanza che mi portava la colazione in camera, lo salutai, con un bellissimo sorriso e presi il vassoio, incominciai a mangiare, ma mentre stavo mangiando vidi la polizia entrare in quella zona, non riuscivo a sentire niente visto che stavo al 2° piano di questi motel, ma dopo dei minuti vidi la polizia iniziare a ispezionare le stanze, mi stava salendo l'affanno, mi stava girando tutto, non riuscivo più a vedere, ma pensai che non c'era tempo per gli attacchi di panico quindi mi ripresi, presi i soldi e li misi in uno scomparto segreto della valigia, tolsi la scatola delle lenti a contatto e li misi sempre in valigia ma sotto i vestiti, misi le pillole dentro un vaso, mi guardai, per vedere se stava qualche traccia di Leah.

Suonarono alla porta, io con molta calma la apri, i poliziotti entrarono in camera mia mentre mi davano il buongiorno, cosí chiesi cosa stava succedendo con la voce più angelica del mondo e facendo un sorriso a trentadue denti, loro mi dissero che una ragazza era scomparsa e che la volevano trovare, aggiunsero anche di dire il perché ero da queste parti, cosí vicino al confine, così io risposi che negli Stati Uniti non avevo trovato fortuna quindi volevo andare in Canada per cambiare cambiare vita, loro quindi mi dissero di tirare fuori il concesso, io quindi tirai fuori dalla valigia il foglio e lasciandola aperta per ispezionarla, avevo fatto un'azione molto pericolosa, avrebbero potuto vedere tutte le tracce di Leah, la porsi a loro e con un'occhiata sospettosa mi dissero che andava bene, ispezionarono la stanza e se ne andarono.
Appena furono fuori mi accasciai sul pavimento, era andata benissimo, alle dieci io ero già pronta per andarmene, mi misi in macchina, la accesi e parti alla velocità della luce.

La Morte di una Condannata Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora