Credi al Colpo di Fulmine?

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Rientrai a casa sfinita, o perché non mi ero ripresa dal viaggio o perché non uscivo di casa da quando ci eravamo trasferiti .
In quel momento posai tutte le varie cose, tra il frigo e l'armadio, ma nel frattempo chiamai Jordan per dire se era interessato a passare un pomeriggio con me, lui mi rispose subito di si, ma io quando chiusi la chiamata mi pentí, non ero ancora pronta per una relazione, e se sarebbe stato come Trevor, e se avrei rivissuto di nuovo come Leah, io non posso essere come Leah, lei è morta in quella casa insieme a quei stupidi libri, provavo ad associare Jordan come me ma ogni volta mi veniva sempre in mente Trevor.
Suonò alla mia porta, un brivido freddo mi salì su tutto il corpo, mi sentii quasi elettrica.
Andai alla porta con la faccia da mostro, feci un respiro profondo, avevo avuto una seconda occasione, io mi avevo dato una seconda occasione e io di sicuro non l'avrei sprecata.

Apri la porta, mi vidi spiaccicato alla porta il (b-bell..) faccione di Jordan con un sorriso a trentadue denti, lo feci accomodare a casa, lui aveva portato con sé il vino bianco, lui si sedette sul divano, presi due bicchieri e lo stappò il vino, lo versai e mi sedetti vicino a lui con il bicchiere di vino pieno fino all'orlo, incominciò a parlare facendomi dire il perché mi ero trasferita, quindi io con aria rilassata gli dissi che gli Stati Uniti non sono tutta New York , Las Vegas e luci e a volte puoi anche non trovare fortuna, lui mi disse che anche lui si era trasferito ma per motivi lavorativi, mi disse che lui era architetto, e che si voleva fermare in un punto per cominciare a costruirsi una famiglia, poi aggiunse anche con qualche sfumatura di rosso che era single, quindi risposi che lo ero anche io, e anche perché non avevo nessuno, lui mi disse se avevo qualcuno visto che aveva visto che sulla rubrica non avevo nessun contatto, io quindi gli dissi che i miei genitori erano morti in un incidente e che io ero la fortunata della famiglia, e che tutte le amicizie le avevo lasciate in America, aggiunsi anche che volevo rifarmi una nuova vita, lui invece disse che i suoi genitori erano a qualche ora di distanza da lui e che faceva il più possibile per non sentirli.

Passate due ore eravamo anzi io ero finalmente sciolta, ci stavamo dicendo tutto, lui quindi si alzò dal divano e mi disse di seguirlo, lui quindi uscì di casa e prese la macchina, mi disse di salire sopra, ero un pò titubante ma Nora non si sarebbe mai lasciata andare Jordan, chiusi la porta di casa e salí sopra la macchina, lui mi incomincio a portare in giro per la città, mi stavo… divertendo, non provavo una tale sensazione da quasi un'anno, ero fiera di me, mi ero riuscita ad aprire, e mi stava piacendo.
Dopo altre mezz'ore mi portò a casa, io scesi dalla macchina e lo ringraziai per avermi fatto fare questa esperienza, lui quindi per ringraziare mi diede u-un bacio sulla guancia, ero arrossita, sembravo che stavo andando a fuoco, lui lo vidi, mi salutò e se ne andò, io entrai in casa e mi stesi sul pigiama sussurrandomi se stavo incominciando a credere nei colpi di fulmine.

La Morte di una Condannata Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora