Capitolo 2

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Non amavo alzarmi presto, anzi, lo odiavo.

Quella mattina la sveglia suonò alle 7 in punto e una serie di imprecazioni uscirono dalla mia bocca a causa di quel fastidioso suono.

La porta si spalancò e io ficcai la mia testa sotto al cuscino sperando di poter far scomparire Melissa e la sua voce stridula.

Purtroppo non funzionò e dovetti subirmi i suoi strilli un po' troppo eccitati per i miei gusti.

Era solo un nuovo giorno di scuola, che cosa c'era di così entusiasmante da farla saltellare da una parte all'altra della stanza?

"Celine dai svegliati!! È il tuo primo giorno di scuola qui,non sei emozionata?" urlò nel mio orecchio Melissa.

"No, voglio solo dormire" mi lamentai nemmeno avessi 10 anni.

A quel punto prese il cuscino da sopra la mia testa e mi trascinò con forza giù dal letto.

Sospirai rassegnata e mi incamminai verso il bagno per prepararmi a quella nuova giornata.

Quella mattina mi misi solo un po' di mascara e di correttore, per evitare di far spaventare qualcuno, e uscii da quel bagno con ancora i capelli bagnati.

Andai in cucina per farmi un caffè e trovai Melissa davanti la porta a imprecare contro il telefono.

"Che succede?" le chiesi sbadigliando.

"Succede che questo coglione mi sta facendo spazientire. Non mi risponde da ieri sera senza alcuna ragione!"
Risi a vederla cosi incazzata, ma quando mi fulminò con lo sguardo mi girai velocemente verso il mio caffè facendo finta di niente.

"Non fai colazione?" chiese curiosa.

"Si, è questa" le dissi facendo riferimento al caffè e alla sigaretta appena accesa.

Scosse la testa come una mamma fa con i propri figli e sorrisi a quella scena, dopotutto forse non era così male...
"Celine!!Andiamo! È tardissimo!!"

Forse...

Arrivammo a scuola con la mia macchina nonostante Melissa avesse insistito per prendere la sua.

Non andavo in macchina con nessuno a meno che non fossi stata io a guidarla, ma questo a lei non lo dissi.

Salimmo le lunghe scale della mia nuova scuola e varie occhiate arrivarono verso la nostra direzione.

"Ma cosa hanno da guardare?" chiesi a Melissa.

"Qui tutti conoscono tutti, non ti hanno mai vista e sei di una bellezza disarmante; è normale che ti fissino cara mia!" esclamò con un sorriso sul volto rivelando una fossetta davvero bambinesca.

Quando entrammo notai subito la differenza tra me e le ragazze di lì; sembravano tutte barbie disegnate, con le loro gambe lunghe e snelle, i vestiti stretti che fasciavano il loro fisico magro e slanciato, le unghie curate e capelli perfettamente acconciati.

Tuttavia, non mi sentii fuori luogo o diversa, perché mi ci ero sentita per tutta la vita e adesso le loro occhiate al mio abbigliamento o alle mie cicatrici non mi facevano più alcun effetto.

Una volta arrivate agli armadietti decisi di chiedere a Melissa di chi parlava questa mattina e appena lo feci, il suo armadietto si richiuse velocemente rivelando un ragazzo alto e muscoloso, con i capelli castani come i suoi occhi, e labbra non tanto piene.

"Cinesina parli di me?" chiese il ragazzo di cui non sapevo ancora il nome.

Avevo la testa dietro l'anta dell'armadietto mentre facevo finta di cercare qualcosa che assolutamente non c'era, quando sentii Melissa sbuffare e dirgli: "Non gira tutto intorno a te Liam, lasciami stare"

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