Capitolo 8

3 0 0
                                    

Quel tipo di festa non mi apparteneva,
quel mondo non mi apparteneva.
Ed io lo sapevo, lo sapevo bene.

Non appartenevo a nessun posto ormai, nemmeno a me stessa.

Melissa mi risvegliò dai miei pensieri con un gridolino eccitato.
Capii subito che fummo arrivate grazie alla puzza di alcol, sudore e erba che mi giunse al naso ancor prima del chiasso.

Ci dirigemmo in un luogo più appartato, se così si poteva definire...
Dei divanetti color argento, dei tavoli bassi e rotondi posti davanti, invasero la mia visuale.

Osservavo, osservavo ogni particolare, ogni sciocchezza, osservavo, osservavo e basta come avevo sempre fatto.

Alzai lentamente lo sguardo, passando dal nero dei tavolini a quattro chiome di capelli tutte diverse fra loro.

Liam, Brian, Logan e, purtroppo, Drake erano seduti sui divanetti spensierati e divertiti, con qualche drink e qualche canna in mano.
Tutti tranne Drake.

Drake non stava bevendo e non stava fumando,
la sua solita espressione corrucciata e tesa gli contornava il volto, di tanto in tanto ammiccava qualche sorriso alle battute dei suoi amici giusto per fingere di essere presente, ma niente di nuovo.

"Allora ragazzi, un saluto alla quasi festeggiata?!"
Tutti e quattro alzarono lo sguardo, Drake mi scrutò per 10 secondi contati, distogliendo poi lo sguardo, non facendo trasparire alcun emozione, neanche disgusto si celava dietro il suo sguardo, odio, niente di niente, il nulla più totale rimbombava nelle sue iridi cristalline.

Liam rimase incantato su Melissa, Logan fece versi di approvazione verso entrambe e Brian mi fissava con un ghigno sul volto, insistendo parecchio con il suo sguardo verso le mie cosce poco scoperte.

Mi misi seduta seguita da Melissa euforica che iniziò a osservare con attenzione i drink.
"Tu che prendi?" mi chiese
"Non bevo Mel, lo sai."
"Nemmeno oggi?" chiese sporgendo il labbro inferiore e facendomi gli occhi dolci.
"Mai" dissi facendo spallucce e puntando lo sguardo verso la pista.

"Almeno farai compagnia al nostro amico Drake, guardiamo il lato positivo!" disse Melissa ridendo.
"La sua compagnia non sarebbe niente di positivo nemmeno con 452 grammi di eroina in corpo, fidati." dissi disinvolta.
"Sei esagerata, e bugiarda, sai ti facevo più sincera." rispose il diretto interessato con un velo di ironia.

"Io sono sincera, dovresti solo accettare che la tua presenza non è molto piacevole e, specialmente, gradita" dissi quasi ringhiando.
Socchiuse di poco gli occhi e il suo sguardo pungente trafisse il mio.
Non lo distolsi nemmeno per un attimo.
Avrei vinto io.

"La cosa è reciproca" mimò con le labbra
"Ne sono sollevata" mimai anche io con un sorriso.
"Okaaay, è ora di andare a ballare" senza nemmeno darmi il tempo di ribattere, Melissa mi trascinò con lei in pista.

Mossa sbagliata, decisamente sbagliata.

"Melissa, non ballerò per nulla al mondo" dissi alzando di poco la voce a causa della musica alta.
"Andiamo, è la mia canzone preferita, fammi questo regalo e divertiti!" annunciò iniziando a muoversi in mezzo alla gente.

Feci per andarmene, ma lei fu più veloce e mi bloccò per la mano supplicandomi con lo sguardo.
"Non so ballare Mel, andiamo dai" dissi in un lamento

"Devi solo muoverti, copiami" fece oscillare il suo bacino da una parte all'altra in modo lento e sensuale, portò le sue mani sopra la testa muovendola di poco e mi incitò a seguirla.

Così ci provai.
Provai a divertirmi, provai a copiarla, ma il senso di angoscia, si fece strada dentro di me come un fulmine a ciel sereno.

"Si cosi! Bravissima continua" disse sorridendo e riprendendo il suo ballo poco casto.

Allora continuai, continuai a fare finta di niente, a fare finta di non sentirmi così tremendamente in colpa, a fare finta di avere una vita normale e a fare finta che tutto andasse bene.

Iniziai a muovere il bacino a tempo di musica fin quando qualcosa non mi richiamò come il canto di una sirena; mi voltai e il suo sguardo limpido, chiaro e trasparente come uno specchio, vuoto altrettanto come esso, mi reclamava.

Continuai, sguardo contro sguardo, fuoco contro fuoco, odio contro odio...Il suo sguardo era persistente, lui sapeva, e me ne stava facendo una colpa, mi stava incolpando, anche lui, perché facevo finta di niente.
Così si alzò e se ne andò via, interrompendo quella gara di sguardi silenziosi.

Ancora un po' scossa e irritata, decisi di andare a rinfrescarmi in bagno lasciando Melissa strusciarsi spudoratamente su Liam, o Logan, o tutti e due insieme.

Una volta entrata, sbattei prepotentemente la porta e mi voltai verso lo specchio grande e argentato.
"Questa non sei tu" continuavo a ripetermi
"Non sei mai stata tu"
"Non puoi fare finta di vivere una vita felice, è la tua condanna, Celine, non puoi fare finta che non sia mai successo niente, devi ricordare, devi marcire nei tuoi ricordi e ricordarti che la felicità non la meriti, perché non sei stata abbastanza forte per nessuno e tantomeno per te stessa." la mia conversazione mentale iniziò a farmi salire un altro dei miei attacchi di panico.

"Basta, basta" cercavo invano di far smettere la mia stessa voce di parlare, mi sciacquai il viso, levando tutto quel trucco che non sarebbe mai riuscito a coprire davvero le mie cicatrici.

Era questo quello che odiavo di più dei miei traumi, dei miei problemi, l'impotenza, il non riuscire a controllarmi, il non avere la mente lucida anche per pochi attimi, mi mandava fuori di testa e impazzivo.

Stufa di starmi ad ascoltare feci l'unica cosa che era in grado di potermi trasportare nuovamente alla realtà, che era in grado di calmarmi.
Tirai un pugno allo specchio rompendolo nel punto colpito.

Sussurrai gli ultimi "basta" in preda ai tremori, abbassai lo sguardo sulle nocche ormai spaccate e piene di sangue e finalmente mi tranquillizzai.
Mi lasciai cadere sul pavimento lurido appoggiando la schiena sudata ad una porta, e nemmeno oggi, nemmeno una piccola lacrima solcò il mio viso spento.

La porta si aprì velocemente e i suoi passi gravosi riecheggiarono in quel bagno.
Non alzai lo sguardo, sapevo che si trattava di Drake.

Si mise seduto al mio fianco, senza dire una parola, si lasciò cadere accanto al mio corpo stanco e tremolante e non fiatò.

"Sei tu non è vero?" chiesi in un sussurro.
Sapeva a cosa mi riferissi, sapeva che parlavo di quel bambino silenzioso e misterioso, così come lo sapevo io.

Con ancora lo sguardo rivolto verso l'alto, rispose a fatica.
"Non più piccola Celi" disse soltanto.
"Io credo di si."

Spazio autrice
Tengo particolarmente a questo capitolo, Celine si mostra un po' di più per quella che è ma ancora non abbiamo risposte, solo altre domande che con il passare dei capitoli capirete🫶🏼🫶🏼

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 28, 2023 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Forbidden TruthDove le storie prendono vita. Scoprilo ora