Capitolo 3: Un amore

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<<Ascolta.>>

Indicò Crowley con il dito che puntava verso il soffitto.

<<senti?>>

<<Io... non sento niente!>>

<<È questo il punto, niente usignoli. Idiota... potevamo essere... NOI.>>

Crowley si diresse di corsa verso Aziraphale, che si girò subito. Il demone prese l'angelo per il colletto del suo cappotto e lo baciò nel modo in cui non aveva baciato nessuno.

La faccia dell'amgelo era sconvolta, quasi scioccata, come se provava disgusto, ma nel profondo era quello che DAVVERO voleva.

Il demone continuava a baciarlo, in una singola volta decisa, perché la durata di quel bacio doveva significare l'amore che aveva sempre provato per Aziraphale dal momento in cui si erano conosciuti.

Le mani dell'angelo non sapevano cosa fare, volevano abbracciarlo appassionatamente come il demone stava facendo con lui, ma l'unica cosa che riuscì a fare era una leggera carezza insignificante.

Il rosso si staccò dal biondo, che inspirò faticosamente con aria spaventata.

<<io...>>

Stava per dire tutto l'amore che provava per il demone,

"Un demone..."

Qualcosa di nuovo lo bloccò. I suoi occhi erano stracolmi di lacrime, ma ancora non stava piangendo.

<<io ti perdono.>>

disse la sua ultima parola al biondo, prima di uscire un'ultima volta dalla sua libreria.

<<Non scomodarti>>

Sarebbero passati anni, magari millenni prima che l'angelo sarebbe tornato dal demone e scusarsi, ma dopo quello appena successo, Crowley non avrebbe mai perdonato Aziraphale. Voleva che si sentisse come lui stesso si sentiva quel giorno, il giorno della loro separazione.

La porta si chiuse.

Il biondo emise un singhiozzo prima di toccarsi delicatamente le labbra. Aveva rovinato tutto, il suo cuore era in frantumi, ma la colpa non era sua. La porta si riaprì, l'angelo si girò di scatto sperando fosse il demone, invece era Metatron. Si asciugò in modo discreto le lacrime e cercò di ricomporsi per non fare capire cosa fosse appena successo.

<<Come l'ha presa?>>

<<Uhm... non bene>>

Rispose ip biondo con la voce ancora un po' tremante.

<<Ah beh, ha sempre agito di testa sua quello lì, per non parlare delle sue strane domande, pronto a cominciare?>>

Aziraphale stava sorridendo, ma di certo non voleva abbandonare Crowley, la libreria, Soho... non voleva tornare in paradiso, desiderava soltanto stare con il rosso per sempre, ma ormai era già troppo tardi.

<<Io... ma, eh... la mia libreria?>>

Domandò l'angelo con una triste voce

<<Ah sì, per adesso ho preso la decisione di affidarla a Muriel, dovrebbe essere in buone mani>>

<<Ma, eh...>>

<<C'è qualcosa che desideri portare con te?>>

rispose con voce delusa

<<niente a cui riesco a pensare>>

Metatron si diresse verso l'uscita della libreria, il biondo con passi veloci e nervosi si avvicinò, e disse con una voce acuta:

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