seven; hospital

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luke sera seduto in sala d'attesa, le mani fra le gambe e la testa china, ad aspettare.

appena trovata jo aveva chiamato il 911. nel frattempo si era messo a piovere e l'ambulanza era arrivata dopo un'infinità di tempo.

i medici l'avevano caricata sulla barella e gli avevano chiesto se voleva salire anche lui.

luke aveva annuito ed erano partiti in direzione dell'ospedale a sirene spiegate.

lei non aveva mai aperto gli occhi. era rimasta inerte su quel lettino freddo, una delle sue piccole mani stretta in una di quelle di lui.

ormai aspettava da ore.

in tutto quel trambusto l'unica persona che aveva riconosciuto era stata dawn, l'amica di jo.

era arrivata correndo, con le lacrime agli occhi, e i medici l'avevano fermata alla reception.

luke non aveva idea di dove fosse andata.

un'infermiera gli aveva fatto alcune domande, ma lui non aveva aperto bocca.

in fondo, non aveva idea del gruppo sanguigno di jo e non conosceva il numero di telefono dei suoi genitori.

michael arrivò un'ora dopo.

si sedette accanto a lui in silenzio e gli diede un rapido abbraccio.

<sai> disse luke <se non mi avessi riferito della chiamata io non...> un medico stava venendo verso di loro.

gli si gelò il sangue nelle vene.

<hemmings?> domandò.
<si?>
<è stata dura ma ce l'abbiamo fatta. se vuole può venire a vederla, dorme.>

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ow, che bello, sono troppo felice. probabilmente se l'avessi fatta morire mi avreste rincorso con i forconi, ma non sono così cattiva.

so much love

Punk; ☹Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora