capitolo dieci

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"labirinto senza uscita"

iniziai a mettere giù una pista, sul caso di mia madre.

la prima cosa da fare era cercare tra i suoi ultimi casi, soprattutto quello 'decisivo' per capire di cosa si trattasse e se c'entrava qualcosa con la sua morte.

forse mi stavo addentrando in un labirinto senza via d'uscita, ma non mi sarei arresa, dopotutto... ero una diaz.

credevo di aver preso da mia madre, la sua determinazione, era imbattibile.

presi una lavagnetta dalla soffitta, una di quelle che utilizzava mia madre per i suoi casi.

ci attaccai delle spillette e un filo rosso, mi sarebbero stati utili, dopodiché la misi sotto il letto per nasconderla, se qualcuno l'avesse trovata, sicuramente non mi avrebbe appoggiato, ma bensì fermato.

inoltre questo poteva essere un passatempo, anziché passare le giornate ad annoiarmi sui social, indagavo.

magari avrei potuto farlo senza jaden, probabilmente se ne sarà già dimenticato, potevo fare finta di niente e fare tutto per conto mio senza dirgli nulla.

tornai nella soffitta per cercare qualche prova tra gli scatoloni, ne alzai uno per cercare ad arrivare a quello sotto, finché non vidi cadere una foto.

ritraeva mia madre con il suo ex, teddy.

magari lui sapeva qualcosa di lei, in fondo era un detective anche lui da quel che avevo capito.

girai l'immagine vedendo una piccola dedica e due iniziali T.S.

doveva essere l'iniziale del nome e cognome.

scesi di corsa inciampando sull'ultimo scalino, noah mi prese la volo passando proprio da quelle parti.

"uoh attenta, ma che fai?" chiese tirandomi su, nascosi la foto dietro la schiena e cominciai a camminare all'indietro.

effettivamente sembravo sospetta.

"nulla tranquillo" dissi sorridendo, lo vidi alzare le spalle e andare nella sua camera.

mi voltai vedendo la porta della stanza di wayne leggermente aperta, mi stava osservando con un espressione corrucciata.

sorrisi anche lui prima di salutarlo e chiudermi in camera.

presi il portatile e iniziai a cercare tra i detective della città questo teddy s.

me ne uscirono due:
-teddy scott
-teddy singh

non mi faceva vedere nè foto, nè date di nascita o luogo di lavoro.

mi sembrava più giovanile teddy scott come nome.

iniziai a cercarlo sui social, tra cui anche quello più utilizzato tra gli adulti: facebook.

ma mi uscì un anziano, la sua ultima foto risaliva a più di due anni fa.

nei commenti vidi diversi angioletti e colombe con un cuore affianco, doveva essere deceduto anche lui, pace all'anima sua.

dopodiché cercai teddy singh, uomo sposato, vive ad atlanta... doveva essere lui.

avrà su una cinquantina d'anni.

si, doveva essere per forza lui.

inoltre sembrava proprio il tipo della foto.

guardai tra le sue foto e arrivai al 1999, dove vidi foto con mia madre, dovevano essere rimasti in buoni rapporti per non averle cancellate.

poi tornai su e riuscì a vedere la sua casa siccome c'era una foto con lui e sua moglie abbracciati davanti al vialetto.

era di dieci anni fa, spero che abiti ancora lì.

entrai dal telefono cercando la stessa foto, feci uno screenshot e la stampai.

la guardai attentamente, sapevo dove fosse, più o meno.

non doveva essere molto lontano da qui visto che ce l'avevo presente.

ci passavo ogni mattina con il pullman.

mi legai i capelli in una coda alta e uscì di casa.

mi portai dietro la fotografia con dietro l'abitazione ingrandita.

sembravo pazza, forse lo ero anche, ma poco importava, avrei fatto di tutto per mia madre, e questa ne era una prova.

in tutti i sensi.

camminai lungo un pontile, una piccola scorciatoia.

guardai il cartello via shared driveway, eccola.

dovevo tornare a casa prima che mio padre rientrasse dal lavoro.

così iniziai a camminare più velocemente guardandomi costantemente intorno.

finchè non la vidi.

attraversai senza guardare, impegnata a guardare la strada, fortunatamente non passava nessuno o mi avrebbero già tirata sotto.

il fatto che fosse tutto desolato non mi ispirava molto, magari mia madre lo aveva lasciato perché era un maniaco, ad esempio.

non potevo saperlo.

suonai alla porta dondolando sui talloni, ansiosa, intanto che aprivo lo zaino per mettere via l'immagine; ad aprirmi fu un'anziana signora.

qui c'erano due opzioni:
-è sua madre
-è sua moglie

certo sarebbe strano ma i gusti sono gusti, non avrei mai giudicato nessuno per questo.

"salve, cerco teddy singh" dissi sorridendole educatamente.

"oh cara, non abita più qui" rispose chiudendosi la porta alle spalle.

a quanto pare c'era la terza opzione che non avevo ipotizzato.

"sa per caso dove?" lei annuì senza farsi troppe domande, dopotutto, cosa poteva fare una giovane ragazza di così male?

"griffin" disse, io spalancai gli occhi, ci ero stata proprio quest'estate.

"sa dirmi l'indirizzo?" lei scosse la testa desolata, aveva anche dei tremori, non volevo disturbarla troppo.

"grazie mille signora, davvero, le auguro una buona giornata" le dissi prima di salutarla con un gesto con la mano.

"figurati tesoro e altrettanto" disse prima di entrare in casa e chiudere la porta.

io tornai a casa, non potevo fare molto, inoltre mio padre sarebbe tornato a momenti.

tornata a casa tirai fuori un pennarello rosso e feci una "X" sulla foto prima di attaccarla alla lavagnetta.

presi un quaderno dove scrissi:

nome: teddy
cognome: singh
abita a: griffin, via: ?
in comune con mia madre: ex ragazzo

tanto per prendere un appunto.

e che la caccia a teddy singh abbia inizio.

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